“Immaginate che durante un incendio i vigili del fuoco che rischiano la vita per salvare le persone bloccate in una casa in fiamme vengano accolti da insulti o aggrediti dalle vittime. Magari perché, secondo loro, semplicemente il fuoco non brucia”.
In difesa di medici e infermieri
A dirlo, in apertura della trasmissione ‘L’aria che tira’ in onda su LA7 tutti i giorni alle ore 11, è stata la nota giornalista, autrice, scrittrice e conduttrice televisiva italiana Myrta Merlino (VEDI).15
E lo ha fatto per descrivere il paradosso, l’assurdità e la follia di un triste fenomeno che, purtroppo, sta diventando oramai cronaca quotidiana: quello dei no vax che, una volta ammalatisi della patologia per cui non vogliono immunizzarsi (e che a volte addirittura negano: il Sars-Cov2), insultano o aggrediscono i medici e gli infermieri che li hanno in cura.
Un gigantesco complotto
La Merlino ha continuato: “Mascherine strappate, volantini con minacce irripetibili distribuite negli ospedali, insulti da pazienti appena guariti, magari con un filo di voce”. Gli operatori sanitari, stressati, spremuti e sfruttati fino al midollo in nome dell’emergenza (magari con contratti a termine), sono costretti a subire anche tutto questo.
Il motivo? Come spiega la conduttrice, “Molti no vax contestano infatti tutti gli organismi nazionali e internazionali: l’Fda (quella americana), l’Ema, l’Aia, perché sarebbero tutti complici di un gigantesco complotto contro i liberi cittadini”.
Il problema è che ce li ritroviamo in ospedale
Una sorta di mega cospirazione planetaria, insomma. Ma al di là delle loro convinzioni personali, spesso e volentieri fondate sul nulla e sull’anti-scienza, il problema è che poi ce li ritroviamo in ospedale in condizioni gravi. E non propriamente disposti a farsi curare.
“Queste persone”, infatti, “oltre a ignorare il concetto di salute pubblica, quando aggrediscono il nostro personale sanitario colpiscono, in effetti, un altro importantissimo bene collettivo” spiega la Merlino.
“Perché chi rifiuta il vaccino e occupa i reparti di terapia intensiva toglie posti preziosi a tutti gli altri malati. Lo voglio dire chiaro e tondo: chi insulta medici e infermieri insulta tutti noi”.
La testimonianza di una infermiera
La situazione è stata ben raccontata, qualche giorno fa, in un’intervista al Corriere Fiorentino (VEDI), da un’infermiera spaventata dalle continue aggressioni e intimidazioni rivolte dagli antivaccinisti agli operatori sanitari:
“Non sono casi isolati, ed è molto frequente sentirsi insultata, sentirsi dire che ci dobbiamo vergognare, che siamo parte di un sistema corrotto.
Ed è frequente trovarsi di fronte a pazienti che non vogliono essere curati, ma che sono in chiara ipossia e quindi non hanno la lucidità sufficiente per decidere per sé stessi. Così noi dobbiamo provare a curarli e succede anche che esploda la follia violenta.
Personalmente mi è successo una sola volta. Con un paziente che ha spaccato due caschi per l’ossigeno. Aveva 65 anni, no vax, positivo al coronavirus. Contro la sua volontà, viene portato in pronto soccorso dall’Usca perché ha difficoltà a respirare. Ma ci offende, ci insulta, nega di avere il Covid, finché non diventa violaceo, e allora accetta il casco.
Quando comincia a respirare meglio, se lo toglie spaccandolo. Davanti a noi sanitari spaventati. Il bello è che è diventato blu una seconda volta, gli abbiamo messo un altro casco e, quando è stato meglio, ha spaccato anche quello. Abbiamo dovuto ricoverarlo nel reparto Covid, dove ho saputo che ha continuato a fare la guerra per non essere curato”. Finché non è deceduto.
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