“Al Cardarelli scenari da terzo mondo, servono soluzioni concrete”

Il violento assedio avvenuto sabato notte all’Ospedale Cardarelli di Napoli, l’ennesimo, fatto di botte, minacce e distruzione presso la medicina d’urgenza, avrà inevitabilmente delle pesanti conseguenze per chi lo ha commesso.

O almeno lo speriamo, visto che a causa dell’interruzione di pubblico servizio cui medici e infermieri sono stati costretti (si sono dovuti barricare per non essere pestati), un paziente bisognoso di cure è deceduto.

‘Potevamo salvarlo’

Potevamo salvarlo, ma in quella maledetta notte eravamo troppo presi a difenderci dall’assalto. Era impossibile procedere a un intervento in extremis, nel tentativo di tenere in vita un cuore malato” hanno infatti dichiarato gli operatori sanitari a Il Mattino.

Dopo la Fials (VEDI), anche il sindacato di categoria Nursing Up si è espresso sull’increscioso episodio, auspicando interventi immediati per stroncare questo sport tornato in auge al termine della pandemia e oramai diffusissimo a livello nazionale (siamo ai livelli del Paddle Tennis?): ‘Gonfia l’eroe di turno’.

Il comunicato di De Palma (Nursing Up)

“Vergognosi momenti di ordinaria follia al Cardarelli di Napoli, ospedale che ci ha tristemente abituato a scenari che nulla hanno a che vedere con l’umanità, il senso civico, il coraggio di quegli infermieri che diventano essi stessi bersaglio di rabbia incontrollata: due aggressioni nel giro di 24 ore ai danni del personale sanitario partenopeo, tra sabato e domenica scorsa, stessa dinamica, medesima assurda motivazione.

Un triste modus operandi, in uno dei più grandi nosocomi del centro-sud, da anni privo, inspiegabilmente, di un presidio fisso delle forze dell’ordine, e di conseguenza in balia totale delle barbare azioni e soprattutto reazioni…dei parenti di pazienti.”

‘Vili aggressioni’

“Un film dell’orrore già visto, dalla trama scontata, ma che si ripete in un continuum di vili aggressioni contro cui, fin ora, nessuna legge, e tanto meno le parole a vuoto di una classe politica totalmente assente, hanno mai potuto far nulla.

Questa volta però abbiamo toccato il fondo. Perché a rimetterci la vita è stato un paziente. Avete capito bene, sabato notte, durante ‘la spedizione punitiva’ all’interno del reparto di medicina d’urgenza, da parte dei familiari di una signora deceduta poco prima, è accaduto l’inverosimile.”

‘Scenari da terzo mondo’

Scenari da terzo mondo, quando, dalle prime testimonianze che ci arrivano, parrebbe che la furia cieca degli aggressori abbia addirittura impedito agli infermieri e ai medici di prestare le cure indispensabili per salvare la vita a un 76enne, che nel caos, nel parapiglia dei calci, dei pugni, degli strattonamenti, tra urla sovrumane, avrebbe tragicamente perso la vita perché nessuno ha potuto prestargli le cure del caso. Ovviamente il condizionale è d’obbligo dal momento che, sul caso, sta indagando la magistratura.”

‘Nessun rispetto per il lavoro del personale sanitario’

“I nostri referenti ci informano che, nemmeno 24 ore dopo questo scabroso episodio, di fronte a un nuovo decesso di un anziano, la trama si è ripetuta. Questa volta però la direzione sanitaria, prima di avvertire i parenti della vittima, aveva già allertato preventivamente le forze dell’ordine, anche se tutto ciò non è bastato ad arginare la furia di persone che ancora una volta non hanno dimostrato nessun rispetto per il lavoro del personale sanitario, pare addirittura danneggiando oltre modo il reparto il lungo e in largo.”

‘È ora di trovare soluzioni concrete’

“E’ ora di trovare soluzioni concrete ed efficaci a fatti di questo genere. I numeri delle aggressioni ai danni di infermieri e medici continuano a salire. Solo al Cardarelli sono oltre 30, dal 2020 a oggi, i fatti di cronaca che vedono i professionisti della sanità diventare bersaglio di azioni difficili da arginare, ma ancora più complesse da prevedere.

Le nostre denunce sono amaramente finite nel dimenticatoio, nonostante vadano avanti da anni gli appelli a un piano di sinergia Governo-Regioni-Forze dell’Ordine: non si dimentichi l’indagine da noi condotta, sui numeri delle violenze ai danni degli infermieri in Italia, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

E soprattutto siamo stati i primi ad aver urlato ai quattro venti la palese inutilità di una legge che inasprisce le pene, ma che non agisce in alcun modo sulla prevenzione, presentata come al solito con squilli di tromba, e rivelatasi invece totalmente fallimentare.”

‘Il Cardarelli necessita di una postazione fissa di forze dell’ordine’

“La situazione del Cardarelli, poi, va analizzata a fondo: un ospedale che copre un bacino di utenza di pazienti enorme, non solo in Campania, dal momento che è il riferimento di cittadini di Basilicata, Molise, Calabria, quindi con un peso specifico non indifferente sul proprio pronto soccorso e sui reparti ordinari.

Nonostante si parli di una realtà così complessa, da anni, manca una postazione fissa delle forze dell’ordine. Da anni, gli infermieri, a Napoli, lavorano in un campo di battaglia, dove il nemico principale all’ordine del giorno non è la patologia da sconfiggere, ma la rabbia insana di persone che scagliano contro di loro frustrazione e angoscia.”

‘Banali frasi di circostanza? No, grazie!’

“Ed ecco che accade l’irreparabile: durante il caos di un’aggressione, parrebbe che sia stato impedito a infermieri e medici di salvare la vita di un anziano in gravissime condizioni. Ora sarà la magistratura a fare chiarezza su quanto è accaduto, mentre speriamo come non mai che la politica, nazionale e regionale, di fronte a questo scempio, non si limiti alle solite banali frasi da circostanza”.

Oltre che per interruzione di pubblico servizio (una recente sentenza della Cassazione è piuttosto chiara in tal senso, VEDI), gli inquirenti stanno ora indagando anche per le ipotesi di reato di danneggiamento e lesioni (un’infermiera è stata malmenata con la mazza di una scopa).

Autore: Alessio Biondino

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Alessio Biondino

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