In Regione Veneto (ma non solo…) la cooperazione sociale lamenta una progressiva, inarrestabile e insostenibile fuga di infermieri e OSS, attratti da concorsi, da avvisi pubblici e da offerte di lavoro diverse.
Situazione drammatica
Questo il comunicato di Confcooperative Federsolidarietà Veneto (riportato da Padova Oggi), che vuole chiedere un tavolo di confronto con la Regione perché si possa trovare delle possibili soluzioni e governare l’emergenza: “E’ ormai nota la drammatica situazione della carenza di infermieri e operatori socio sanitari in molti servizi socio sanitari accreditati con il Servizio Sanitario Regionale della Regione Veneto.”
Dimissioni continue
“Alcune cooperative sociali hanno registrato in meno di un anno oltre 50 dimissioni di operatori sanitari. I servizi che risentono maggiormente di questa carenza sono i servizi residenziali per anziani, ma anche i servizi di sanità territoriale quali i servizi prelievi, i servizi di assistenza domiciliare, le medicine di gruppo e i servizi per la salute mentale.
Servizi questi gestiti in accreditamento o appalto dalle cooperative sociali, ma di interesse pubblico e, in quanto tali, degni della stessa attenzione riposta in altri servizi sanitari e socio-sanitari pubblici, perché rappresentano un imprescindibile presidio assistenziale all’interno della rete complessiva dei servizi.”
Servizi a rischio
“Tali servizi si trovano dunque di fronte a importanti difficoltà organizzative e rischiano di non riuscire a rispettare gli standard richiesti e a garantire la qualità del servizio, mettendo a repentaglio il lavoro di cura e assistenza verso le persone più fragili.
Di fronte a questa situazione, che già preoccupa le cooperative sociali, si aggiunge oggi la procedura concorsuale che Azienda Zero ha deliberato di promuovere e che prevede da subito 253 assunzioni in ambito regionale, con impatti molto preoccupanti per soprattutto per alcuni territori. Il bando infatti genererà graduatorie aperte per future assunzioni che aumenteranno di gran lunga il numero di posti messi oggi a concorso.”
Certo che gli infermieri fuggono!
Purtroppo, che oggi gli infermieri fuggano a gambe levate da determinate condizioni di lavoro, da contratti indegni, da stipendi da fame e dalle forme più pittoresche di sfruttamento, è inevitabile e giusto.
La Covid, al di là di tutto, in un certo senso ha smosso il mercato. E molti operatori sanitari, che prima erano costretti a tenersi stretto il loro misero, svilente orticello in assenza totale di altre opportunità, adesso finalmente possono ambire a qualcosa di migliore.
Certo, mancano un oceano di infermieri in tutta Italia, questo ormai si sa. C’è voluta una pandemia globale per far sì che la dormiente politica italiana se ne rendesse conto e ora ci vorrà del tempo per averne a sufficienza per tutti (sempre che le intenzioni dei nostri governanti siano davvero queste).
Perciò, al momento, non ci sono altre soluzioni: se volete gli infermieri, pensate in fretta a come ingolosirli per non farli scappare. Migliori stipendi (il CCNL delle Coop Sociali, così come quelli AIOP o UNEBA sono un vero pianto…), incentivi contrattuali e condizioni lavorative migliori sarebbero già un grosso passo in avanti per sfidare la concorrenza (il pubblico)!
“Se gli infermieri fuggono dalle case di riposo un motivo ci sarà”
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