L’antibiotico-resistenza (AMR) si conferma una delle sfide più urgenti per la salute pubblica globale. Questo allarme è stato recentemente ribadito al G7 Salute di Bari e trova ulteriore conferma nelle analisi presentate al XXIII Congresso della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), tenutosi a Napoli. Tra i dati emersi, il progetto Resistimit evidenzia il rischio concreto di mortalità associato ai microrganismi resistenti agli antibiotici, con particolare preoccupazione per la Campania, che mostra numeri superiori alla media nazionale (VEDI Agenzia DIRE).
Con oltre 12.000 decessi annui attribuibili a infezioni da batteri resistenti, l’Italia detiene il triste primato europeo per mortalità legata all’antimicrobico-resistenza, come evidenziato da un recente rapporto AIFA basato sui dati dell’ECDC. Tra il 2022 e il 2023, si stima che circa 430.000 persone in Italia abbiano contratto infezioni ospedaliere, pari all’8,2% dei pazienti ricoverati, un valore ben al di sopra della media europea del 6,5%.
L’elevato consumo di antibiotici gioca un ruolo cruciale in questa crisi: in Italia, il tasso di somministrazione di antibiotici nei ricoveri è del 44,7%, significativamente più alto rispetto alla media europea del 33,7%. “Questo uso eccessivo di antibiotici alimenta l’aumento della resistenza antimicrobica,” avverte il Prof. Ivan Gentile, consigliere SIMIT e Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università Federico II di Napoli.
Secondo il Prof. Gentile, è possibile ridurre fino al 30% le infezioni nosocomiali attraverso una maggiore attenzione alla prevenzione e un uso più razionale degli antimicrobici. Ciò potrebbe tradursi in una riduzione di 135.000-210.000 infezioni ospedaliere, con benefici tangibili in termini di vite salvate e costi sanitari. Inoltre, poiché l’80-90% del consumo di antibiotici avviene a livello territoriale, è fondamentale investire in formazione per gli operatori sanitari e promuovere l’utilizzo di diagnostica rapida per distinguere le infezioni batteriche da quelle virali.
Questi interventi rappresentano una necessità improrogabile per affrontare efficacemente l’emergenza dell’antimicrobico-resistenza e ridurre il suo impatto devastante sulla salute pubblica.
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