Avrebbe palpeggiato una giovane paziente durante un prelievo ematico, presso il punto prelievi dell’ospedale San Donato di Arezzo. Ed è per questo che un infermiere 66enne è finito nei guai e si ritrova alla sbarra: gli viene contestato l’articolo 609 del codice penale (atti sessuali con l’aggravante di aver commesso il fatto come incaricato di pubblico servizio nell’esercizio delle proprie funzioni).
Apprezzamenti e non solo
I fatti, relativi allo scorso dicembre e raccontati da Il Corriere di Arezzo, si sarebbero svolti secondo queste modalità: la 25enne, recatasi presso il centro preso appuntamento, avrebbe sin da subito ricevuto attenzioni ‘particolari’ da parte dell’uomo, con apprezzamenti al limite della molestia.
Molestia che poi avrebbe avuto luogo fisicamente mentre la ragazza era distesa sul lettino e con la siringa nel braccio: l’infermiere l’avrebbe palpeggiata in zona inguinale.
La denuncia
Non appena uscita dall’ambulatorio, la paziente avrebbe raccontato tutto a un’amica per poi rendere tutto pubblico tramite l’associazione ‘Collettivae’, che si batte per la parità di genere e contro i soprusi sulle donne. L’azienda sanitaria locale fece partire un’indagine interna, mentre l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Arezzo espresse vicinanza alla donna.
Rinviato a giudizio
L’operatore sanitario, oggi in pensione, nega di avere mai palpeggiato la ragazza e parla di equivoco, ma ha chiesto comunque di essere processato con rito abbreviato (riceverebbe lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna).
Nella giornata di ieri il giudice dell’udienza preliminare Stefano Cascone ha preso atto sia della richiesta dell’imputato sia della costituzione di parte civile della paziente e ha rinviato l’ex sanitario a giudizio: il prossimo 11 ottobre le due versioni verranno messe a confronto, dopodiché la sentenza.
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