Ascolto attivo e pazienza: la nuova sfida degli infermieri di fronte ai no-vax

Dopo quasi un anno e mezzo di lotta continua in corsia, dove il Covid19 ci ha portato a fare turni extra, ferie mancate, trasferimenti in altri reparti e stress psicologici talvolta invalidanti, la stanchezza professionale di noi infermieri vorrebbe disperatamente vedere la fine di questa situazione.

Tuttavia, non è “solo” l’attuale rialzo di casi di Covid19 a gravare sulle nostre spalle, ma un grande tema in cui anche noi ci ritroviamo, volenti o nolenti, a essere divulgatori professionisti: l’esitazione vaccinale.

Nolenti perché a volte la fatica di questo periodo, che pesa come fosse un decennio, sembra averci svuotato di tutte le energie per affrontare i timori, le esitazioni e le posizioni scomode di amici, parenti o conoscenti no-vax.

Non credo di essere l’unica che in pizzeria tra amici sente “no ma io il vaccino non lo faccio perché…”, o che la domenica dai parenti sente “non mi fido, il vaccino non lo farò mai, è un imbroglio…”, e pensare “basta io non ce la faccio più” senza neanche intentare una contro battuta, lasciando l’interlocutore nelle sue convinzioni.

Gli aspetti giuridici dei vaccini

La necessità di dare una risposta a una infezione sconosciuta ha portato a una contrazione dei tempi di sperimentazione precedenti alla messa in commercio che ha suscitato qualche interrogativo, per non parlare della logica impossibilità di conoscere possibili effetti negativi a lungo termine. Il presente lavoro intende fare chiarezza, per quanto possibile, sulle questioni più discusse in merito alla somministrazione dei vaccini, analizzando aspetti sanitari, medico – legali e professionali, anche in termini di responsabilità.   Fabio M. DonelliSpecialista in Ortopedia e Traumatologia, Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina dello Sport. Profes­sore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano nel Dipartimento di Scienze Biomediche e docente presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Già docente nella scuola di Medicina dello Sport dell’Uni­versità di Brescia, già professore a contratto in Traumatologia Forense presso l’Università degli Studi di Bologna e tutor in Ortopedia e Traumatologia nel corso di laurea in Medicina Legale presso l’Università degli Studi di Siena. Responsabile della formazione per l’Associazione Italiana Traumatologia e Ortopedia Geriatrica. Promotore e coordinatore scientifico di corsi in ambito ortogeriatrico, ortopedico-traumatologico e medico-legale.Mario GabbrielliSpecialista in Medicina Legale. Già Professore Associato in Medicina Legale presso la Università di Roma La Sapienza. Professore ordinario di Medicina Legale presso la Università di Siena. Già direttore della UOC Me­dicina Legale nella Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Direttore della Scuola di Specializzazione in Me­dicina Legale dell’Università di Siena, membro del Comitato Etico della Area Vasta Toscana Sud, Membro del Comitato Regionale Valutazione Sinistri della Regione Toscana, autore di 190 pubblicazioni.Con i contributi di: Maria Grazia Cusi, Matteo Benvenuti, Tommaso Candelori, Giulia Nucci, Anna Coluccia, Giacomo Gualtieri, Daniele Capano, Isabella Mercurio, Gianni Gori Savellini, Claudia Gandolfo.

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Esitazione vs comunicazione

Facendo ricerche online sulle origini di questa esitazione per cercare uno strumento che mi aiutasse in questi confronti, mi sono imbattuta nel toolkit “NON ESITATE – Parlate di vaccinazioni ai vostri amici dubbiosi con empatia e fiducia”. Fu pubblicato nel 2016 da “Epicentro-Istituto Superiore di Sanità”, e quindi antecedente al covid19, riguardante l’esitazione vaccinale.

Il progetto nasce dall’organizzazione americana “Voices for vaccines” ed è poi stato ripreso in Italia dalla Rete Informazioni Vaccini (Riv) e IoVaccino.

Il testo analizza le principali dinamiche comunicative che si possono ingaggiare per un dialogo efficace e costruttivo. Bisogna considerare però come posizione fondamentale quella del rispetto, auspicando sia reciproco, e ricordarsi che spesso non basta un dialogo solo per dissipare tutte le paure del nostro interlocutore.

Le posizioni più diffuse tra i dubbiosi

Per quanto a volte sia difficile da credere, le posizioni dei nostri interlocutori hanno a tema la loro salute e di chi gli sta intorno, davvero si crede che quell’atteggiamento restio sia il migliore per proteggere i propri cari.

Le posizioni più diffuse tra chi ha dubbi, come riporta il toolkit, sono sostanzialmente queste:

  • Percepire di non avere il controllo sulla salute o necessità di certezze sui benefici
  • Aver vissuto un’esperienza sanitaria negativa in passato
  • Assolutizzare un unico stile di vita (es. il biologico)
  • Mancanza di fiducia nel governo o nelle aziende
  • Una erronea valutazione del rischio riguardante sia i vaccini che le malattie
  • Chemofobia (paura delle sostanze chimiche)

Rispetto e supporto

Ognuna di queste motivazioni che originano i dubbi e le diffidenze necessiterà di particolari dati, testimonianze e rassicurazioni che mirino proprio a quella causa particolare.

A volte la tentazione di presentare una sfilza di dati incontrovertibili riassumendo il tutto con “ma è scienza” è molto alta ma purtroppo sicuramente controproducente, generando nel nostro ascoltatore ancora di più la convinzione di non essere capito.

Riassumendo sempre le proposte del toolkit in questione, le strategie più efficaci sono:

  • Considerare la nostra stessa esperienza (sia in tema di malattie vissute che di vaccini effettuati)
  • Portare esempi di persone vulnerabili nella nostra vita o del nostro interlocutore
  • Supportare l’interlocutore nel parlare al proprio medico di fiducia
  • Aiutarli ad ottenere un’assistenza sanitaria adeguata per sé stessi
  • Aiutarlo a conoscere altre persone accoglienti e non giudicanti (peer groups)

Ascolto attivo e pazienza

Come ben sappiamo, il nostro lavoro non finisce una volta usciti dal nostro reparto, ambulatorio, clinica etc etc, ma continua nei piccoli gesti della vita di tutti i giorni.

L’esitazione vaccinale non è una novità, anzi vanta radici ben più profonde e antiche di quanto si possa pensare, andando addirittura indietro all’invenzione del vaccino contro il vaiolo (un ottimo articolo riassuntivo sulla storia dell’antivaccinismo si può trovare qui).

Il famoso detto dice “la pazienza è la virtù dei forti”, e sicuramente la pazienza è la virtù necessaria che serve per affrontare questi temi, soprattutto ricordandosi che non sarà un breve dialogo a risolvere tutto, ma una testimonianza continua e concreta.

La fatica non è poca ma non possiamo tirarci indietro di fronte all’opportunità che abbiamo di essere nuovamente il tramite tra i cittadini, parenti, amici e la salute come bene comune.

Autrice: Beatrice Santucci

Referenze:

  • https://www.epicentro.iss.it/vaccini/borgia2006
  • http://www.iovaccino.it/download/Non-esitare-parla-agli-amici-dubbiosi.pdf
  • https://www.voicesforvaccines.org/content/uploads/2016/02/Vax-Hesitant-Loved-Ones-Toolkit.pdf

Leggi anche:

https://www.dimensioneinfermiere.it/vaccini-e-bufale-cosa-sono-come-rispondere-alle-bufale-sui-vaccini/

Beatrice Santucci

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