Assistenza Infermieristica al Paziente con Arteriopatia Obliterante

Come assistere efficacemente il paziente con Arteriopatia Obliterante Cronica Periferica(AOCP).

Dario Tobruk 14/06/21
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Si definisce Arteriopatia Obliterante il processo patologico intraluminale, obliterante e stenosante del sistema arterioso. Questo processo patologico implica un infarto tissutale della zona colpita ed è causa di gravi patologie come infarto miocardico, cerebrale, e muscolare.

Alcuni dei fattori di rischio sono le iperlipidemie e il fumo di sigaretta, o molte patologie croniche come il diabete mellito. L’assistenza infermieristica al paziente con arteriopatia obliterante è spesso efficace nel prevenire molte complicanze come l’amputazione degli arti o persino peggiori.

Arteriopatia Obliterante: sintomi, diagnosi e trattamento

Sintomi dell’AO

La sintomatologia dell’Arteriopatia Obliterante è spesso silente per molto tempo. Il processo patologico in sé non provoca sintomi, ma in quanto causa di infarti tissutali, la sintomatologia dipenderà dalla zona colpita. Ad esempio:

  • In caso sia periferica agli arti inferiori: cute fredda e pallida, parestesie, assenza di polsi periferici, claudicatio.
  • In caso colpisca le arterie cerebrali, la sintomatologia sarà quella specifica per gli ictus cerebri come le alterazioni sensomotorie, del linguaggio, della memoria, ecc..
  • Se coronarica: sintomi dell’infarto miocardico.

Diagnosi

Per rilevare l’arteriopatia obliterante è possibile ricorrere a diverse metodiche strumentali: EcoDoppler ArteroVenoso, ECOTSA (tronchi sovraaortici), ECG, ECG sotto sforzo, Angiografia-Coronarografia. TAC con Mezzo di contrasto.

Inoltre, grazie alla medicina di laboratorio è possibile riscontrare diverse anomalie analitiche o fattori di rischio come:

  • Chimica clinica → D-dimero, HDL e LDL, trigliceridi, glicemia, ecc…
  • Emocromo: emoglobina, ematocrito.
  • Markers tissutali: troponine (isospecifiche del cuore TnI e TnT), Creatine-chinasi (Isospecifiche CK-MB), mioglobine, LDH, GOT (AST e ALT).

Trattamento dell’Arteriopatia Obliterante

Farmacologico:

  • Se il paziente è diabetico è utile mantenere sotto controllo la glicemia con un corretto dosaggio di insulina.
  • Trattamento dell’ipertensione: beta-bloccanti, ace-inibitori, vasodilatatori.
  • Trattamento anti-aggregante: Acido acetilsalicilico(ASA, cardioaspirina), Ticlodipina
  • Trattamento anti-coagulante: in genere usato solo se necessario, esempio nei bypass
  • Terapia della dislipidemia: statine per prevenire la trombogenesi, maggiormente.
  • Farmaci anticlaudicatio: la pentossifillina agisce su più fronti.

Igienico-comportamentale: incremento dell’attività fisica(secondo possibilità residua), dieta ipolipidica e iposodica, astensione dal fumo di sigaretta.

Angioplastica: le principali sono coronarica, periferica, delle carotidi, dell’arteria renale.

By-pass: BP aorto-bifemorale, BP femoro-popliteo, BP extra anatomico, BP aorto-coronarico.

Cura e assistenza al paziente con ferite acute e ulcere croniche

Quali sono le medicazioni adeguate per un’ulcera da pressione in un neonato” Le vesciche vanno rimosse” Come trattare un’ustione superficiale” Quali sono i segni secondari di infezione” Cosa fare in caso di un’ulcera maleodorante” e in caso di dermatite da incontinenza” Come prevenire le ulcere da pressione del tallone” Quali sono i problemi della ricerca infermieristica nel campo del wound care” Quali sono le caratteristiche cliniche da rilevare” Come si prepara un intervento educativo per un paziente con ulcere” Pensato e scritto da infermieri con una preparazione specifica nei diversi ambiti della cura delle lesioni, questo libro affronta temi particolari e poco conosciuti, ma ben presenti nella pratica quotidiana. Il manuale coniuga le più recenti prove di efficacia – mettendone in luce gli elementi critici e i punti di forza – con l’esperienza degli autori. Il modo in cui sono trattati i singoli argomenti non offre al lettore “ricette facili” (spesso fallimentari), ma fornisce percorsi per trovare soluzioni differenti a pazienti unici. Caula Claudia, infermiera, esperta in wound care, referente ulcere da pressione RSA Vignola (MO). Alberto Apostoli, infermiere, podologo, esperto in wound care. Master in Assistenza Infermieristica in Area Geriatrica. U.O. Chirurgia Plastica, Azienda Spedali Civili (Brescia).

Claudia Caula, Alberto Apostoli | 2010 Maggioli Editore

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Assistenza Infermieristica al Paziente con Arteriopatia Obliterante

Diagnosi infermieristica : Intolleranza all’attività correlata a claudicatio dolente

Verificare la capacità fisica residua del paziente prima dell’insorgere di sintomatologia claudicante, segnalare e documentare (misurare in metri la distanza che il paziente riesce a compiere prima di avvertire dolore).

Educare il paziente a mantenere la maggiore autonomia possibile entro i limiti dell’attività precedentemente segnalata. Educare il paziente alle cause della malattie, al trattamento farmacologico, hai motivi della dieta ipolipidica e iposodica.

Problemi collaborativi/area integrata: Prevenzione delle complicanze.

Le principali complicanze sono:

  • Sindromi ischemiche Acute degli arti Inferiori: trombosi arteriosa acuta, ulcere ischemiche,ecc..(vedi l’articolo sulle ulcere)
  • Infarto Miocardico Acuto (IMA)
  • Ictus Cerebri e TIA(transient ischemic attack)

Tra gli interventi infermieristici più comuni ed efficaci:

  • Esame obiettivo completo della cute: Rilevare attraverso l’ispezione la presenza in tutto il corpo di ischemie o segni di sofferenza tissutale (cianosi), soprattutto negli arti inferiori e nei piedi. I segni da valutare sono:
    • l’irrorazione (la cute appare rosea o pallida e cianotica?),
    • la temperatura corporea (riscontrare con il proprio dorso della mano se la cute di un arto sia diversa dall’altro, più fredda? Più calda?),
    • riscontrare segno della fovea, ovvero la formazione in seguito a digitopressione di una depressione transitoria. Segno di edemi periferici.
    • attraverso il saturimetro rilevare la SpO2 periferica (applicando il sensore all’alluce) e confrontarlo con la rilevazione al lobo dell’orecchio.
  • Monitorare la perfusione cardiocircolatoria periferica:
    • Apprezzare i polsi periferici (popliteo, femorale, tibiale, pedidio) e confrontarli con quello apicale (link per la procedura), questa procedura permette di verificare deficit di perfusione periferica. Se la frequenza apicale sia riscontrata in 75 bpm mentre a livello popliteo (cavo popliteo, dietro il ginocchio) in appena 60 bpm o anche meno, avremmo quindi scoperto un dato interessante che evidenzia come non tutta la gittata cardiaca raggiunga le periferie (occlusione arteriosa? deficit di pompa cardiaca?) da segnalare all’equipe medica.
    • Rilevare la pressione arteriosa degli arti inferiori riscontrare differenze tra i vari arti e segnalare insieme alle precedenti rilevazioni.

Come avete letto, gli interventi sono semplici, pratici e mirati a riscontrare l’evidenze di sofferenza tissutale, che se trattate in tempo migliorano notevolmente la qualità di vita dei vostri pazienti. Quindi ogni volta che sospettiate una ipoperfusione periferica non esitate ad eseguire gli interventi qui riportati.

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

Fonti:

Leggi anche:

https://www.dimensioneinfermiere.it/lesioni-da-decubito-e-ulcerazioni-diagnosi-e-trattamento/

Dario Tobruk

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