Audizione FNOPI alla Camera, Zega: “Professione infermieristica in sofferenza, ma centrale nel SSN”

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«Negli articoli di cui si compone la proposta di legge, si toccano alcuni elementi chiave, a nostro parere, per il funzionamento e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Rispetto ai LEA, la nostra Federazione da tempo evidenzia la necessità di Lea infermieristici quale principale garanzia per il cittadino (prestazione appropriata al bisogno, sua registrazione e suo outcome).

Sulla tracciabilità sanitaria è indispensabile la definizione di un flusso informativo che tracci le attività al domicilio e nei setting intermedi. Per quanto riguarda lo sviluppo delle competenze relazionali digitali, deve diventare parte dei percorsi formativi delle professioni di cura e in questo ambito la partecipazione della persona assistita e del caregiver al processo di cura rappresenta un elemento centrale».


Questa è l’analisi di Maurizio Zega, Consigliere nazionale FNOPI e presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Roma, durante l’audizione in Commissione Affari sociali della Camera sulla proposta di legge “Disposizioni concernenti il finanziamento, l’organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale, nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all’assistenza sanitaria complementare (AC. 1298 Quartini – M5S)”.

Il provvedimento mira a regolare il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard per assicurare: la copertura delle prestazioni assistenziali su tutto il territorio nazionale; l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie; i criteri per la gestione della spesa del personale da parte delle Regioni; le forme di assistenza sanitaria integrativa; i requisiti e le modalità di nomina dei direttori generali, amministrativi e sanitari delle aziende sanitarie; la riduzione delle liste di attesa; il potenziamento della ricerca sanitaria; il riordino del sistema di emergenza sanitaria territoriale e ospedaliero.


Zega ha ricordato la sofferenza della professione infermieristica a causa della carenza attuale e futura, sottolineando l’importanza della transizione epidemiologica che ha portato a un’evoluzione delle competenze degli infermieri. «I nostri professionisti– ha detto Zega –hanno dimostrato negli anni la loro centralità nel funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale, rispondendo ai bisogni di una popolazione sempre più anziana, fragile e sola, che necessita di nuovi modelli assistenziali».

Per la FNOPI, è indispensabile definire un flusso informativo che monitori le attività a domicilio e nei setting intermedi. Attualmente, gli esiti sanitari sono tracciati solo negli ospedali e sono orientati principalmente alla clinica. Queste necessità seguono il quadro descritto in apertura e sono state oggettivate dallo studio AIDOMUS-IT, realizzato su mandato della FNOPI dal CERSI (Centro di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo dell’infermieristica), che ha fornito la prima fotografia dello stato dell’assistenza domiciliare in Italia, coinvolgendo tutti gli stakeholder in 20 regioni italiane.


Per quanto riguarda la sanità digitale, FNOPI ritiene che, a determinate condizioni, essa rappresenti un’opportunità per la tutela della salute nel paese, a cui le professioni infermieristiche possono dare un importante contributo e da cui possono trarre valorizzazione. La Federazione ha presentato una posizione ufficiale a ottobre 2023.

«La qualità della relazione– ha aggiunto Zega – soprattutto in setting assistenziali mediati da soluzioni digitali, rimane uno strumento cruciale di fiducia, motivazione, aderenza terapeutica e successo del processo di cura, riducendo gli accessi in PS e i ricoveri inappropriati. La relazione di aiuto e la presa in carico del paziente devono rimanere competenze del professionista sanitario.


La diffusione dei servizi digitali rischia, nel breve e medio periodo, di creare un nuovo divario, escludendo molti cittadini con diverse forme di fragilità (deficit sensoriali, economici, di istruzione, di connettività, di lingua). Per questo è necessario promuovere servizi che prevedano caratteristiche di usabilità per azzerare il digital divide. La tecnologia aggiunge valore se consente l’erogazione di nuovi servizi, più sostenibili, personalizzati e capaci di rilevare i bisogni di salute.

Occorre quindi: coprogettare i modelli di presa in carico, semplificare i percorsi rivolti al paziente, revisionare i processi mettendo al centro la persona assistita e le sue esigenze, e garantire la partecipazione della persona assistita e del caregiver al processo di cura».

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Alessio Biondino

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