Ci mancava anche questa. E, purtroppo, non si tratta né di uno scherzo né di una provocazione fine a sé stessa: c’è chi vuole assumere per la propria azienda gente non vaccinata perché reputata più intelligente.
‘Li preferisco’
“Dal 2022, preferisco l’assunzione di non vaccinati. Sono stato abbastanza stupido da credere alle sciocchezze del governo, ora lo so e sto cercando persone intelligenti per la mia azienda” ha infatti dichiarato Olivier Arias (vedi profilo LinkedIn), imprenditore francese.
I no vax sono quindi visti come più intelligenti di tutti gli altri poveri stolti che, per il bene comune, seguono le indicazioni della scienza e dei propri governi per stroncare una pandemia globale? Esattamente, secondo Arias (VEDI).
‘Un valore aggiunto’
Essere non vaccinati sarebbe addirittura un qualcosa in grado di arricchire il proprio curriculum, forse perché chi non si immunizza è spesso caparbio, cocciuto, porta avanti le sue convinzioni senza distrazioni e lo fa nonostante le avversità, le evidenze che confutano il suo pensiero e le conseguenze cui va inesorabilmente incontro.
“Non stigmatizzaremo mai una persona! Il passaggio di consegne delle aziende è complicato e l’impegno dei non vaccinati è un valore aggiunto!” ha spiegato Olivier Arias sui social network.
Fuga di cervelli all’orizzonte?
Un’occasione da non lasciarsi scappare per molti aspiranti lavoratori intenzionati a trasferirsi oltralpe, insomma. Anzi: se è vero che dal nostro paese i cervelli più illuminati sono sempre in fuga, forse stavolta sarebbe il caso di incentivare in qualche modo un esodo che, di sicuro, aumenterebbe la copertura vaccinale nel nostro paese e ci aiuterebbe perciò a cancellare l’incubo Covid dalle nostre vite.
Je privilégie l’embauche de non vaccinés des 2022. J ai été assez bête pour croire aux bêtises du gouvernement en début de pandémie, maintenant je sais et je recherche des gens intelligents pour mon entreprise. Merci de RT #Desobeissancecivile #VeranDemission #PassSanitaires
— Arias (@Arias67576160) December 19, 2021
“E poi ti ritrovi davanti a quel letto e a un paziente che non respira”
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