Hanno risposto in meno di 5000. Operatori sanitari giustificati dal fatto che la maggior parte dell’esercito bianco ha già risposto a questa chiamata e la sta combattendo sul fronte interno degli ospedali. Gli infermieri rimasti sono comunque pronti a compiere il proprio dovere. Eppure, nei gruppi social dedicati, gli infermieri continuano a chiedersi se qualcuno sia stato chiamato.
Ricordiamo che sempre secondo Arcuri, il 20 gennaio 1500 operatori tra medici e infermieri avrebbero già dovuto inaugurare la campagna vaccinale di massa. Oggi 21 gennaio arriva la notizia che il primo plotone è slittato per il 25 gennaio.
E tutti gli altri infermieri?
La Manpower ha inviato a tutti i partecipanti al bando un questionario da compilare entro 48 ore. Dopo settimane dalla scadenza del bando. Adempiuto al proprio compito, recuperati dati e documenti, magari ci si è fatti pure l’assicurazione professionale, compilato il questionario ed ecco tornato il silenzio.
Sui social si viene a scoprire che in molte regioni, tra cui quelle più colpite come la Lombardia, molti infermieri dopo quasi un mese dalla scadenza non sono stati ancora richiamati. Nemmeno per fissare un futuro colloquio o appuntamento. Nessuna informazione. Niente.
E a quei pochi che hanno avuto la fortuna di ricevere una chiamata, magari un libero professionista che lavora sul territorio e che vorrebbe continuare a farlo, gli viene proposto un impiego a tempo pieno e determinato di pochi mesi, senza la possibilità di contrattare la forma di lavoro, lasciandoli inebetiti e in attesa di futuri aggiornamenti.
Gira da qualche giorno questo emblematico riassunto del collega Daniele che in un gruppo di infermieri liberi professionisti:
Cosa provoca malumore nel Bando Piano Vaccini negli infermieri
L’infermiere eterna capra sacrificale
Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo
La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa. Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.
Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore
32.00 € 30.40 €
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