Per colmare la terribile carenza di infermieri che attanaglia la Lombardia servirebbe almeno «qualche migliaio» di professionisti, da andare a prendere in Paesi africani dell’area del Mediterraneo (come la Tunisia) in Sud America o in America centrale e che andrebbero a sommarsi ai 1000 infermieri stranieri già reclutati e inseriti nei presidi degli ospedali lombardi.
Lo ha comunicato l’assessore al welfare Guido Bertolaso, rispondendo a un’interrogazione dei consiglieri di Italia Viva (VEDI Repubblica) mirata a far luce sulla procedura di selezione e reclutamento, da più parti contestata, e che ha registrato le prime criticità.
Bertolaso, però, ha ribadito la correttezza del modello e ha ricordato che una disciplina ad hoc per il ricorso a questo personale verrà concordata a livello di Conferenza Stato Regioni (prevista dal decreto legge 34 del marzo 2023): «Dopo tale intesa potranno essere inseriti anche corsi formativi e professionalizzanti» ha evidenziato l’assessore.
Ma gli Ordini Professionali degli infermieri insorgono. Nella nota (VEDI Varese News) a firma del Coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche Lombardia, infatti, si legge: «Stupore, delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dall’Assessore al Welfare di regione Lombardia.
La soluzione annunciata di reclutare e formare personale estero richiede il coinvolgimento attivo degli Ordini Professionali, enti pubblici sussidiari dello Stato in relazione all’esercizio della professione per la tutela della salute dei cittadini.
Il Coordinamento ha sollecitato più volte l’Assessore Dr. Guido Bertolaso ad un incontro, inoltrando proposte concrete per tutelare la salute dei cittadini e per valorizzare i professionisti, al fine di frenare l’emorragia di infermieri e far sì che la professione infermieristica diventi una prima scelta nella formazione universitaria dei giovani.
Nonostante ciò, l’Assessore non ha mai incontrato i rappresentanti degli infermieri per condividere strategie e proposte che vanno oltre l’aumento dello stipendio, di cui peraltro non vi sono tracce, e il reclutamento all’estero. Si sottolinea inoltre come quest’ultima soluzione non pare abbia avuto gli esiti ipotizzati con la recente esperienza degli infermieri indiani.
Ci si chiede anche quanto sia etico fare una campagna di reclutamento di questo tipo, in Paesi in cui il Sistema Sanitario versa in condizioni critiche.
Rinnoviamo con forza la nostra richiesta e disponibilità per un tavolo di lavoro permanente, che affronti con metodo e visione condivisa, tra Regione Lombardia e Ordini Professionali, il gravoso scenario della professione infermieristica nel SSR lombardo».
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