Il Bonus sociale luce per disagio fisico è riconosciuto, in caso di gravi condizioni di salute, per l’utilizzo di apparecchiature elettromedicali che comportano un elevato consumo di energia elettrica.
Cos’è il bonus sociale elettricità per “disagio fisico”?
Come specificato nel Decreto del Ministero della Salute del 13 gennaio 2011, chi è affetto da una grave patologia o chi vive con un soggetto interessato da tale condizione, costretto a utilizzare apparecchiature elettromedicali alimentate ad energia elettrica per rimanere in vita, ha diritto a richiedere un bonus elettricità.
Il valore di questo aiuto erogato dallo Stato, che viene tradotto in uno sconto annuale in bolletta (non in un’unica soluzione, ma suddiviso nei 12 mesi successivi alla presentazione della domanda) è diviso in 3 fasce (minima, media e massima) a cui si viene assegnati sulla base di quanto certificato dalla ASL.
Il tutto è gestito da un sistema informatico che, nel caso in cui l’Azienda Sanitaria Locale non barri le caselle relative ai macchinari usati (possono essere carrozzine elettriche, sollevatori mobili, materassi antidecubito, ventilatori polmonari, tende per ossigenoterapia, aspiratori chirurgici, apparecchiature per emodialisi, ecc.) e alle ore di impiego, assegna automaticamente la fascia minima.
Assistere a casa
Da chi svolge quotidianamente un lavoro a contatto con le persone malate e i loro contesti famigliari, e che affronta con loro tutto quello che può accadere dentro le case durante l’assistenza domiciliare, nasce questo agile e utilissimo manuale. Non è un testo enciclopedico, non vuole avere, per spirito degli autori stessi, la presunzione di risolvere qualsiasi problema si possa presentare nel corso dell’assistenza domiciliare. Un’assistenza domiciliare non può prescindere dalla possibilità di effettuare a domicilio le cure necessarie ed eventuali esami diagnostici. per questo c’è bisogno di creare un équipe ben addestrata di sanitari coordinati fra loro, di assicurare una reperibilità 24 ore su 24, e di avere la certezza di una base di riferimento, fulcro importantissimo, quale la famiglia e i volontari. Proprio loro infatti rappresentano il raccordo essenziale tra il paziente e il professionista. spesso si trovano a confrontarsi con una realtà diversa, piena di incognite. Devono essere edotti sui diversi aspetti della malattia ma è fondamentale che conoscano il confine entro cui muoversi e quando lasciar posto al personale sanitario. Conoscere significa non ignorare e non ignorare significa non aver paura: una flebo che si ferma non deve creare panico nei famigliari o nel volontario, anche perché essendo loro il punto di riferimento per il paziente sono loro i primi a dare sicurezza e questo avviene solo se si conoscono i problemi. Il testo cerca perciò di porre l’attenzione sulle necessità più importanti, sui dubbi più comuni, sulle possibili situazioni “difficili” che a volte divengono vere urgenze, non dimenticando i piccoli interrogativi che spesso sono sembrati a noi stessi banali ma che, al contrario, sono stati motivo di forte ansia non solo per il paziente ma anche per i famigliari e per i volontari alle prime esperienze. Giuseppe Casale, specialista oncologo e gastroenterologo, è fondatore dell’Associazione, Unità Operativa di Cure Palliative ANTEA, di cui è anche Coordinatore Sanitario e Scientifico. Membro di molte Commissioni del Ministero della Sanità in ‘Cure Palliative’, è autore di diverse pubblicazioni, nonché docente in numerosi Master Universitari. Chiara Mastroianni, infermiera esperta in cure palliative, è presidente di Antea Formad (scuola di formazione e ricerca di Antea Associazione), e membro del comitato scientifico dei Master per infermieri e medici in cure palliative dell’ Università degli studi di Roma Tor Vergata.
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Il valore del bonus sociale varia in relazione alla potenza contrattuale, al numero di apparecchiature salvavita utilizzate e al tempo giornaliero del loro utilizzo (è possibile determinare una stima grazie a degli applicativi di simulazione messi solitamente a disposizione dai fornitori di energia elettrica nei propri siti internet, VEDI).
Una volta attivo, il bonus sociale sarà erogato senza soluzioni di continuità fino a che le apparecchiature salva vita saranno utilizzate e può essere “aggiornato” a seconda dei cambiamenti cui la cura di una persona in condizioni di salute gravi può essere soggetta: può infatti essere richiesto un adeguamento sia nel caso in cui si debbano utilizzare le apparecchiature presenti per un maggior numero di ore al giorno, sia nel caso in cui vi sia il bisogno di installarne delle altre.
Ovviamente, il cessato utilizzo dei macchinari per cui si è ricevuto lo sconto sulla bolletta luce deve essere tempestivamente comunicato al proprio fornitore di energia elettrica, che provvederà al ripristino delle normali condizioni pre bonus.
Come richiedere il Bonus sociale?
Per poter accedere a tale agevolazione, l’utente interessato deve essere in possesso di un certificato ASL attestante la situazione di grave condizione di salute e quindi:
- la necessità di utilizzare tali apparecchiature elettromedicali;
- Il tipo di apparecchiatura utilizzata;
- l’indirizzo presso il quale l’apparecchiatura è installata;
- la data a partire dalla quale il cittadino utilizza l’apparecchiatura;
- le ore di utilizzo giornaliero.
Con questa documentazione, associata ad alcune informazioni circa la fornitura di energia elettrica (come il codice “POD” e la “potenza impegnata” espressa in kWh, reperibili sulla bolletta), la carta d’identità e il codice fiscale del richiedente, il cittadino può facilmente fare domanda per disporre del bonus sociale luce presso il proprio Comune di residenza o gli enti da essi designati, quali i CAF abilitati.
Già, perché la richiesta del bonus elettrico per le gravi condizioni di salute non è legata né al reddito né alla composizione del nucleo famigliare e quindi non è necessario presentare alcuna documentazione relativa all’ISEE per poterlo ottenere.
Autore: Alessio Biondino
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