Non c’è pace per gli infermieri italiani. Da nord a sud del paese, infatti, le proteste, le situazioni critiche a causa degli organici ridotti all’osso e le dimissioni non si contano più. E la politica, oltre a reperire qualche manipolo di lavoratori dal terzo mondo, produrre figure ibride destinate a sostituire di fatto i professionisti, voler mandare la gente in pensione dopo i 70 anni e a prendere a sberle in faccia la categoria (VEDI Dl Liste d’Attesa, FNOPI: “Senza benefici fiscali a rischio prestazioni aggiuntive degli infermieri”), non sta facendo nulla per evitare l’inevitabile: la morte della professione infermieristica.
La nuova protesta che vogliamo raccontarvi, l’ennesima, arriva ancora una volta dal Brotzu di Cagliari (VEDI Casteddu Online), il più grande ospedale della Sardegna. Da ieri, gli infermieri sono di nuovo in sciopero a causa delle stesse ragioni denunciate da tempo (VEDI articolo Cagliari, gli infermieri scioperano: “Basta, non vogliamo più essere demansionati!”), come ricordato da Murracino (Nursing Up): «Dobbiamo tutelare la nostra dignità professionale, non ci sono gli Oss di notte e di mattina sono troppo pochi. Non possiamo garantire anche l’assistenza di base ai pazienti ricoverati nei vari reparti».
Le assunzioni, però, non arrivano: «È assurdo che chi ha studiato e conseguito una laurea debba anche occuparsi di accudire o lavare i malati. Non è il nostro compito». Eh già. Ma con la complicità delle dirigenze infermieristiche (che spesso rispondono alle proteste del personale con “il bene del paziente”, “il sacrificio”, “l’olismo”, “la missione”, “la vocazione”, “la piramide di Maslow”, “Nightingale santa subito”, “l’infermiere è responsabile dell’assistenza generale-totale-globale” e altri concetti imbarazzanti fuori dal tempo), degli Ordini che si dimenticano di tutelare la dignità dei professionisti, della Federazione che sul tema fa da sempre orecchie da mercante e degli stessi infermieri confusi da una formazione universitaria anacronistica e obsoleta che li prepara a essere sfruttati (VEDI articolo Incaviglia: “Formazione degli infermieri? Anacronistica e assolutamente obsoleta, li prepara allo sfruttamento”), il cambiamento sembra ancora molto, ma lontano.
E gli infermieri, stanchi di implorare il «rispetto dei titoli e dei ruoli»… Scappano. Dagli ospedali, dalla sanità, da loro stessi: «Solo negli ultimi giorni dieci infermieri del Brotzu hanno firmato le dimissioni e si trasferiranno a lavorare da altre parti, non possono davvero sostituirsi anche agli operatori socio sanitari». E la situazione, giorno dopo giorno, è «sempre più insostenibile».
Fa sorridere il pensiero che ci siano alcuni presidenti dei CdL che, col fine di convincere i giovani ad immolarsi per il bene della sanità e delle tasche di chi eroga formazione, parlino di quella Infermieristica come di una professione «ricca, completa e appagante» (VEDI articolo Il presidente del CdL: “Scegliete Infermieristica, professione ricca, dinamica, completa e appagante”).
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