Calenda cita lo stipendio degli infermieri per attaccare il reddito di cittadinanza, ma è polemica

“Un infermiere che lavora 10 ore al giorno, preparato, che ha a che fare con la malattia e la morte, guadagna in Italia 1.450 € al mese. Per questo consideriamo immorale che chi può lavorare riceva il reddito di cittadinanza pagato anche con le tasse di quell’infermiere”.

Il tweet

Con questo vagito social postato su Twitter (VEDI), il frontman dell’alleanza tra Italia Viva ed Azione, Carlo Calenda, sta facendo parecchio discutere. Tanti, infatti, sono le risposte pubblicate per smontare questa sua critica contro la misura voluta dai 5 stelle per contrastare la povertà in Italia.

Le risposte

“Non ci provare a contrapporre il mio lavoro al reddito di cittadinanza. Se volete aumentarci gli stipendi fatelo…aiutare chi non riesce a sbarcare il lunario è un dovere morale di ogni stato civile” gli scrive Marcello, infermiere.

E sulla stessa lunghezza d’onda è la risposta di Francesca: “Sono infermiera e dissento. Di immorale c’è ben altro, tipo i tassi di evasione fiscale, gli stipendi dei politici, i tagli continui alla sanità e alla scuola. Non usate noi infermieri come arma per la propaganda politica, quando è da anni che non fate NULLA per aiutarci!”

Anche Andrea non è stato tenero: “Lo sa sig. Carlo Calenda perché non la voterò MAI? Spende tante parole per vomitare sul reddito di cittadinanza ma non capisce che il vero scandalo in Italia è che un infermiere per 10 ore di lavoro che ha a che fare con malattia e morte guadagni 1.450€. Nessuna parola su questo!”

Marina, d’altra parte, ha accettato il tweet di Caenda con pacatezza e serenità: “Se la giro ai miei colleghi infermieri di RSA, che magari hanno un contratto UNEBA o peggio, la vengono a prendere a calci in culo. Lei, non chi sta messo peggio di loro. Ignobile.”

Così, invece, Marco: “Citando lo stipendio dell’infermiere ha fatto la fotografia di quanto questo paese non premi le professionalità ma elargisce alle caste”.

E poi arriva Federica, che forse racchiude il pensiero dell’italiano medio circa la professione infermieristica: “Ma anche gli infermieri non rompano tanto le scatole, Carlo. Un infermiere per fare due punturine e misurare la pressione, non può pretendere lo stipendio del primario di cardiologia di una clinica di Ginevra”.

A voi ulteriori commenti.

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Alessio Biondino

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