Un campo sterile è la preparazione di un’area ritenuta assolutamente priva di microrganismi (asepsi), in cui verrà utilizzato e preparato tutto il materiale sterile e asettico necessario per una procedura, generalmente invasiva, terapeutica o diagnostica, che deve garantire un elevato grado di sterilizzazione. La preparazione del materiale per un cateterismo vescicale, ad esempio, avviene su un campo sterile.
Indice
Quando viene usato un campo sterile?
Riguarda tutte quelle procedure in cui si entra in contatto con il torrente circolatorio o si crea una soluzione di continuità nei tessuti (dove, al massimo, si esegue l’antisepsi) o eventualmente si raggiungono i tessuti interni degli organi. Una lista non completa di alcune procedure che richiedono la preparazione di un campo sterile:
- Interventi chirurgici maggiori e minori,
- medicazione e sutura di ferite chirurgiche,
- introduzione di un catetere venoso centrale,
- posizionamento di un catetere vescicale,
- puntura lombare,
- paracentesi,
- impianto di dispositivi medici come il pacemaker temporaneo o il pacemaker definitivo,
- esecuzione dell’emocoltura,
- e molti altri ancora.
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Infermiere – Manuale per i concorsi e la formazione
Manuale per l’Infermiere collaboratore professionale
Questo manuale è destinato sia a professionisti esperti, sia a coloro che devono studiare per superare le prove di un concorso per il profilo da infermiere. Gli argomenti vengono trattati in modo chiaro e approfondito, seguendo le indicazioni dei programmi d’esame dei concorsi delle Aziende Ospedaliere e delle ASL. Nella prima parte del libro vengono descritti l’evoluzione e gli aspetti normativi del Sistema Sanitario Italiano, partendo dall’istituzione e dalle principali riforme del Servizio Sanitario Nazionale arrivando fino al PNRR. L’analisi prosegue con un focus storico e legislativo dell’Infermiere (il profilo professionale, il Codice Deontologico, il percorso di formazione continua ECM, il Codice di Comportamento e le principali teorie infermieristiche) e dell’OSS, descrivendo il percorso che va dall’infermiere generico fino alla figura dell’Operatore Socio Sanitario. Il manuale tratta il processo di assistenza (i modelli per la valutazione delle attività assistenziali) e la ricerca infermieristica con la descrizione delle evidenze nella pratica professionale, con un focus specifico sull’Evidence-Based Medicine (EBM) e sull’Evidence-Based Nursing (EBN). Una parte si focalizza sulle strategie da implementare per garantire la sicurezza sia dei pazienti che degli operatori sanitari, includendo aspetti come il risk management, l’health technology assessment e le infezioni correlate all’assistenza-ICA. Viene inoltre trattata la normativa relativa alla sicurezza sul lavoro, in particolare il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008. L’ultima parte offre un approfondimento sull’assistenza infermieristica, descrivendo gli strumenti operativi disponibili, come linee guida, protocolli, procedure, PDTA, scale di valutazione e cartella infermieristica. Vengono anche discusse le principali procedure adottate, tra cui Case Management, Primary Nursing e telemedicina, insieme alle diverse tipologie di assistenza, che comprendono quella di base, internistica, area critica sia in ambito intraospedaliero che extraospedaliero, e assistenza perioperatoria. Nella sezione online collegata al libro sono disponibili alcuni approfondimenti normativi. Ivano CervellaLaurea in Infermieristica, Master di I° Livello in Management e Funzioni di Coordinamento delle Professioni Sanitarie, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di II° Livello in Organizzazione, Management, Innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni. Progettista percorsi formativi ECM (Educazione Continua in Medicina), Membro di “Selezioni – Equipe didattica – Esami OSS”, Docente SSN. di Laurea magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche (Università Piemonte Orientale) e del corso OSS, vanta numerose esperienze professionali e didattiche in campo sanitario, vanta numerose esperienze professionali e didattiche in campo sanitario.Carlo CatanesiLaurea in Infermieristica, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di I° livello in Management e Coordinamento delle professioni sanitarie, Master di II° livello in Management e Direzione di strutture complesse. Infermiere presso la S.S. Grandi Ustioni dell’ AOU CSS di Torino, Docente SSN, vanta numerose pubblicazioni scientifiche ed esperienze professionali e didattiche in ambito sanitario.
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Quale materiale posizionare sul campo sterile?
Il contenuto di un campo sterile varia in base alla procedura da eseguire, ma deve sempre garantire asepsi totale per ridurre il rischio di infezioni. Sicuramente in caso di cateterismo vescicale sarà necessario averne uno, così come ogni altro dispositivo da posizionare ma possiamo raccogliere alcuni elementi comuni che non dovrebbero mai mancare, indipendentemente dalla procedura, in un campo sterile:
- Telini sterili per delimitare l’area di lavoro.
- Guanti sterili per l’operatore.
- Pinze sterili per la manipolazione degli strumenti.
- Garze sterili per tamponamento e medicazione.
- Soluzioni antisettiche (es. clorexidina, iodopovidone) per la disinfezione della cute.
- Soluzione fisiologica in siringhe pre-riempite da 10 o 20 ml.
- Siringhe e aghi sterili per aspirazione e somministrazione di farmaci.
- Bowl e contenitori sterili.
- Aghi di varia misura.
Il principio base nella preparazione di un ambiente asettico è disporre tutto il materiale necessario prima dell’inizio della procedura, evitando contaminazioni e garantendo un ambiente ottimale per l’intervento.
Quali sono le regole fondamentali da rispettare in una zona sterile?
In fondo all’articolo troverete una video-procedura che abbiamo trovato molto esplicativa, ma prima vogliamo elencarvi i principi fondamentali da osservare per garantire, oltre ogni ragionevole dubbio, l’asepsi del setup chirurgico:
- Il piano su cui viene allestito il campo sterile deve essere pulito e asciutto.
- Deve essere allestito in zone prive di correnti d’aria o passaggio di persone.
- I bordi fino a 2,5 cm devono essere ritenuti non sterili.
- Il materiale che può entrare nel campo deve essere necessariamente sterile, quindi il suo involucro deve essere asciutto e integro.
- Evitare di bagnare il campo.
- Non occupare con le braccia e le mani la colonna d’aria del campo, a meno che non si indossino DPI sterili.
- I ferri bagnati dal disinfettante devono essere mantenuti con la punta verso il basso, perché, tenendola verso l’alto, i liquidi potrebbero entrare in contatto con i guanti e, riutilizzando il ferro, si rischierebbe la contaminazione.
- Qualunque materiale o presidio che scenda al di sotto del livello del piano sterile non deve più essere considerato sterile.
- Qualsiasi materiale o presidio che esca dal proprio campo visivo non deve essere ritenuto sterile.
- Ogni materiale o presidio di cui si sospetti la perdita di sterilità deve essere considerato non sterile.
Video procedura per la composizione di un campo sterile
Nel seguente video viene illustrata una procedura pratica basata sui protocolli aziendali o sulle scelte operative dell’operatore sanitario. È importante ricordare che le tecniche possono variare a seconda delle linee guida e dai protocolli adottati in ciascun contesto professionale e azienda sanitaria. La procedura mostrata è tratta dal canale YouTube dell’utente “craigmdo” e può essere visualizzata qui sotto. Buona visione!
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