Cannabis terapeutica: le evidenze e il ruolo dell’infermiere

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La cannabis o canapa è un genere di piante angiosperme della famiglia delle Cannabaceae. Il suo utilizzo si è dimostrato ottimo in molteplici settori come la bioedilizia, la moda, l’agricoltura, la gastronomia, la cosmetologia. Importanti ricerche sono state fatte (e tutt’oggi vengono fatte) rispetto al suo utilizzo in ambito medico. In letteratura ritroviamo, quasi nella totalità, effetti positivi per diverse condizioni patologiche.

In Italia, per patologie come la SLA, il dolore oncologico, disturbi dovuti alla chemioterapia, l’AIDS, glaucoma e sindrome di Tourette, è possibile prescrivere questo farmaco dal 2006, eppure, ancor oggi, molti medici sono restii a farlo. Il problema è maggiormente ideologico, in quanto, nell’immaginario comune, la cannabis equivale a droga.

La paura di molti medici è che la somministrazione di cannabidiolo (CBD) possa portare dipendenza. Non è così, ed a smentire ciò è proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). Il CBD è un fitocannabinoide, il “fratello chimico” del THC, ma con funzioni diametralmente opposte. E’ maggiormente presente nella cannabis industriale e nella cannabis light. Questo ha un effetto sedativo ed ansiolitico. E’ la terapia più efficace per quanto riguarda l’epilessia farmacoresistente associata a sindrome di Lennox-Gestaut e sindrome di Dravet (Arzimanoglou, 2020). Inoltre, il fitocannabinoide è un neuroprotettore, antinfiammatorio e immunomodulante, ossia modula la risposta del nostro sistema immunitario facendo attenzione a non danneggiare le cellule.

Oggi, è molto adoperato non solo in ambito oncologico, ma anche psichiatrico.

Alle persone affette da patologie neoplastiche si prescrive il CBD per la gestione del dolore oncologico, dell’inappetenza e dell’emesi conseguente alla chemioterapia. Aiuta inoltre nella gestione della fatigue. Il CBD per os è la terapia prediletta per i malati di cancro in fase avanzato (Good, 2019).

Negli USA, nei 29 stati e il Distretto della Columbia dove la cannabis medica è legale, l’infermiere oncologico e palliativista risulta avere un ruolo importantissimo nell’educazione e nell’informazione dell’assistito e dei suoi famigliari rispetto all’utilizzo di questa: l’infermiere oncologico ha la responsabilità etica di educare gli assistiti e sostenere il loro uso di cannabis a scopo palliativo (Clark, 2018).

Nell’ambito della psichiatria, può essere prescritto per i disturbi d’ansia, disturbi dell’umore (in particolare disturbo depressivo maggiore) e le sindromi da stress, data la sua funzione ansiolitica e rilassante. Ottimi risultati si sono ottenuti nel trattamento della sindrome di Tourette, in quanto, agendo sul sistema endocannabinoide, modera i tic motori. Le ricerche si stanno molto concentrando sui disturbi psicotici, in particolare la schizofrenia. Il CBD riesce a gestire i sintomi della schizofrenia laddove i farmaci antipsicotici falliscono, riuscendo a migliorare lo stato cognitivo dell’assistito (McGuire, 2017).

Proprio per l’efficacia che i fitocannabinoidi hanno dimostrato sullo stato cognitivo e soprattutto sul deterioramento cognitivo, sono stati testati anche su malati di demenza, in particolare di tipo Parkinson e di tipo Alzheimer (Russo, 2018). Soprattutto nelle prime fasi del morbo di Alzheimer, la somministrazione di cannabidiolo può aiutare a rallentare il processo neurodegenerativo (Ramirez, 2005). La più recenti evidenze indicano che le persone con diagnosi di demenza, che seguono una terapia a base di CBD, dimostrano importanti miglioramenti nella cognizione.

Le persone con demenza di tipo Parkinson che assumono cannabis medica riferiscono riduzione dei crampi muscolari, della rigidità, del tremore e della sindrome delle gambe senza riposo (Yinilmez, 2020). Sempre nell’ambito della neurologia, uno studio del The Lancet Neurology ha inoltre evidenziato un miglioramento dei sintomi e in particolare della spasticità nella sclerosi laterale amiotrofica (SLA).

Ovviamente, le proprietà analgesiche e miorilassanti del CBD possono essere sfruttate anche per la gestione del dolore cronico, soprattutto hanno dimostrato una buona efficace nel trattamento del dolore associato alla fibromialgia e alla cefalea cronica.

In conclusione, nonostante la cannabis medica possa presentare – così come ogni farmaco – delle controindicazioni, è indubbio che i vantaggi siano superiori.

Fonti:

-Arzimanoglou, A. et al. (2020) Epilepsy and cannabidiol: a guide to treatment. Epileptic Disorders.
-Clark, S.C (2018) Medical Cannabis: The Oncology Nurse’s Role in Patient Education About the Effects of Marijuana on Cancer Palliation. Clinical Journal of Oncology Nursing.
-Cooray, R. et al. (2020) Current Aspects of the Endocannabinoid System and Targeted THC and CBD Phytocannabinoids for Parkinson’s and Alzheimer’s Diseases: A Review. Molecular Neurobiology.
-Good, P. (2019) Oral medicinal cannabinoids to relive symptom burden in the palliative care of patients with advanced cancer: a double-blind, placebo, controlled, randomised clinical trial of efficacy and satefy of cannabidiol (CBD). BMC Palliative Care.
-Khan, R. et al. (2020). The therapeutic role of Cannabidiol in mental health: a systematic review. Journal of Cannabis Research.
-McGuire, P. (2017) Cannabidiol (CBD) as an Adjunctive Therapy in Schizophrenia: A Multicenter Randomized Controlled Trial. The American Journal of Psychiatry.
-Martinelli, M. (2020) Io sono la cannabis. Una guida alla cannabis per svelarne storia, proprietà ed utilizzi. Lupetti.
-Montero-Oleas, N. et al. (2020) Therapeutic use of cannabis and cannabinoids: an evidance mapping and appraisal of systematic reviews. BMC Complementary Medicine and Therapies.
-Peprah, K. e McCormack, S. (2019) Medical Cannabis for Treatment od Dementia: A Review of Clinical Effectiveness and Guidelines. CADTH Rapid Response Report: Summary with Critical Appraisal.
-Ramirez, B.G. et al. (2005) Prevention of Alzheimer’s disease pathology by cannabinoids: neuroprotection mediated by blockade of microglial activation. The Journal of Neuroscience.
-Riva, N. et al. (2017) Safety and efficacy of nabiximols on spasticity symptoms in patients with motor neuron disease (CANALS): a multicentre, double-blind, randomised, placebo-controlled, phase 2 trial. The Lancet Neurology.
-Russo, E.B (2018) Cannabis Therapeutics and the Future of Neurology. Frontiers in Integrative Neuroscience.
-Yenilmez, F. et al. (2020) Cannabis in Parkinson’s Disease: The Patient’s View. Journal of Parkinsons Diseases.

Giuseppe Gervasio