Dopo la presentazione del Corso di Laurea in Infermieristica di Asti al grido di “La professione infermieristica è una vocazione” da parte di illustri relatori, con l’avallo dell’Ordine (VEDI articolo La presidente OPI: «I termini professione e vocazione non sono incompatibili») e dopo che addirittura altre categorie esortano gli infermieri a “metterci il cuore” e “di non pensare solo al guadagno” (VEDI articolo “La professione dell’infermiere piace ancora ai giovani”, “non bisogna guardare solo al guadagno”… “Metteteci il cuore!”), l’attrattività dell’infermieristica italiana come professione (e lo sottolineiamo: PROFESSIONE!) continua a essere complicata da forme di indottrinamento discutibili e informazioni errate.
Stavolta è toccato a IL GIORNO, che ha ben pensato di presentare il Care Film Festival (concorso internazionale per cortometraggi dedicati al “Prendersi cura”) del sindacato Nursind con un titolone tanto accattivante quanto confondente: “La missione degli infermieri. Ecco gli Oscar”.
Possibile che non ci sia modo di parlare dell’infermieristica italiana se non con termini ecclesiastici come “vocazione” e “missione”? Davvero ci stupiamo se i giovani, davanti a questo scempio, non scelgono di diventare dei nuovi Candy Candy per pochi spiccioli?
Comunque… La cerimonia di premiazione del concorso avverrà stasera, alle 20.15, presso il cinema Capitol di Monza dopo la proiezione dei 5 cortometraggi (su 200 giunti anche dall’estero) finalisti. L’ingresso è libero, con prenotazione alla mail: ncff.monza@gmail.com.
Come spiegato dal direttore artistico Vincenzo Raucci: «Il tema del prendersi cura anche quest’anno è stato affrontato efficacemente, non solo dal punto di vista tecnico, ma sviluppando tematiche attuali, raccontate in modo intenso. Un prendersi cura a 360 gradi, dal punto di vista sanitario e umano: la cura di sé, dell’ambiente, delle relazioni tra persone».
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