Casa di riposo con infermiera abusiva a Ravenna. Quanti altri casi in Italia…?


Mancano gli infermieri? Non fa nulla, in Italia ci si ingegna: ecco perciò che, in un paese dove i controlli sono rari come uno stipendio adeguato, un pò tutti possono fare gli infermieri. No, stavolta non parliamo della portinaia sotto casa che fa le “punture” per una fetta di ciambellone; e nemmeno delle discutibili scelte della politica che, in barba alla professione Infermieristica, producono Super OSS come se piovessero e addirittura Assistenti alla Salute “con funzioni infermieristiche”.


Stavolta trattasi di impiegati nelle case di riposo e simili che, senza alcun titolo per poterlo fare, si comportano nel più e nel meno come infermieri. Il caso venuto alla luce è quello di Ravenna, dove la dipendente 57enne di una casa alloggio per anziani, per l’appunto, era solita preparare e somministrare farmaci agli anziani ospiti della struttura. 


Per quanto tempo lo ha fatto? Difficile dirlo. Fatto sta che dalle verifiche effettuate, che hanno portato alla segnalazione alla Procura dei gestori della casa alloggio (l’amministratore 64enne e la rappresentante legale 23enne) da parte della polizia locale, per abuso della professione infermieristica, è emerso che nel 2020 i due avevano comunicato al Comune di aver provveduto all’assunzione di una coordinatrice infermiera, così da ottenere l’aggiornamento dell’autorizzazione; cosa mai avvenuta, almeno secondo quanto dimostrato durante le ispezioni. Quindi è verosimile che, negli ultimi 4 anni o più, l’impiegata fungesse in tutto e per tutto da infermiera.


Quanti altri casi nascosti, o “tollerati” grazie a chissà quali illustri protezioni, ci saranno in Italia? Quanti saranno i non infermieri che, quotidianamente e con l’avallo dell’azienda, minacciano imperterriti la salute dei pazienti?

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Alessio Biondino

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