Le Case della Salute, cosa sono?
“La Casa della salute è da intendersi come la sede pubblica dove trovano allocazione, in uno stesso spazio fisico, i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie, ivi compresi gli ambulatori di Medicina Generale e Specialistica ambulatoriale, e sociali per una determinata e programmata porzione di popolazione. In essa si realizza la prevenzione per tutto l’arco della vita e la comunità locale si organizza per la promozione della salute e del ben-essere sociale. ” (Cit. Salute.gov)
Nel territorio bolognese e nelle sue case della salute l’infermiere gode di buona autonomia, decidendo in parte il percorso assistenziale più idoneo per il paziente, relegando secondo i Medici di Medicina Generale e l’ordine dei medici, il medico ad una funzione di “semplice trascrittore”.
La delibera regionale emiliana con la quale è stato regolamentato il funzionamento delle “Case della salute”, ha suscitato polemiche e la netta presa di posizione dell’Ordine dei Medici di Bologna. Questi i punti salienti della loro invettiva:
1) La responsabilita’ medica e’ trascurata. Il MMG ha due funzioni importantissime: quella organizzativa di fare di fare da filtro e di orientare il paziente verso il SSN e ha funzioni cliniche di diagnosi e terapia. Dentro la Casa della Salute gli viene tolta la funzione di filtro e orientamento che vengono di fatto affidate ad un infermiere che accoglie ed indirizza il paziente verso il SSN. Chi è il responsabile alla fine di tutto il percorso?
2) Valutazione del bisogno di salute. Gli Infermieri hanno gli strumenti per capire la gravità della condizione clinica di un paziente nella sua totalità, ma per la specificità del bisogno sanitario e’ necessaria una valutazione medica
3) Appropriatezza. In condizione di scarse risorse economiche si parla tanto di appropriatezza e visto che si controlla in maniera minuziosa l’operato dei MMG, come si farà a chiedere e valutare l’appropriatezza su percorsi chiesti dall’Infermiere?
4) Medicina d’iniziativa. Questionari, scadenze con frequenza di controllo etc.condiziona moltissimo la libertà professionale del Medico.
5) Il rapporto Medico-Pz non viene tutelato. Il rapporto fiduciario e la conoscenza longitudinale che il MMG ha con il suo paziente rappresenta un valore aggiunto anche di risparmio economico.
6) Le Case della Salute sono strutture sanitarie. Manca il Direttore Sanitario.
7) Schemi esemplificativi. Nel documento non sono presenti schemi esemplificativi delle attività che possano essere previste all’interno delle Case della Salute a bassa complessità e nelle Case della Salute a media/alta complessità, né di come possa avvenire l’accesso ed il percorso del Cittadino/utente/paziente.
Sul paziente e sulla qualità di vita:
Casa della Salute, gli infermieri hanno troppo potere?
Risulta chiaro il disagio dell’ordine dei medici emiliano e appare evidente come il punto focale della loro disapprovazione sia, in primo luogo, il ruolo assegnato agli infermieri. Si ripropone, in altri termini, la diatriba su funzione e compiti degli infermieri senza, però, evidenziare l’apporto che l’utilizzo di sistemi quali “le case della salute” possa fornire al sistema sanitario nella sua interezza.
“I diversi modelli concettuali internazionali sottesi all’idea di Casa della Salute in Emilia-Romagna1 , nonché i principi stessi su cui si fonda il sistema di welfare dell’Emilia-Romagna (partecipazione, condivisione), attribuiscono alla comunità un ruolo di protagonista nel promuovere e garantire la salute della popolazione. In questo senso, la Casa della Salute opera in stretta relazione con la comunità di riferimento ed i suoi bisogni, nuovi e non.” Queste le parole utilizzate nel documento di delibera della giunta regionale. Come è facile notare, l’accento è posto sul carattere di garanzia e promozione della comunità e del sistema di welfare dell’Emilia Romagna.
L’ordine evidenzia, invece, come attraverso le CdS non si faccia altro che: ”negare nei fatti il ruolo chiave del medico come professionista ed organizzatore a tutela della salute ed i suoi compiti di Tutela Deontologica che includono adeguata e chiara comunicazione, rassicurazione degli utenti e messa in opera delle garanzie richieste dal Codice Deontologico.”
Nella delibera della giunta regionale viene però posta l’attenzione sul fatto che all’interno delle CdS il ruolo degli infermieri si muova in correlazione con i medici: “Il minimo comun denominatore dell’esperienza regionale delle Case della Salute sono le équipe multiprofessionali e interdisciplinari composte da medico di medicina generale, pediatra di libera scelta, infermiere, assistente sociale, assistenza ostetrica e medico specialista di riferimento”, precipitato di tali osservazioni è la sensazione di attacco evidente mossa alla categoria infermieristica. La stessa necessita, infatti, di nuova considerazione. Risulta palese. al contrario, il carattere di vivido ostruzionismo di una frangia di medici, i quali, sul presupposto della paventata lesione del ruolo primario della loro categoria, mortificano l’intento possibilista di un nuovo e più articolato sistema di gestione del paziente.
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