Caso di Nola. “Medici e infermieri sono eroi”. Eroi sacrificabili a quanto pare.

Redazione 11/01/17

Penso che medici, infermieri e operatori che lavorano nei pronto soccorso dei grandi ospedali italiani siano degli eroi che fanno il loro lavoro e quando arriva un malato hanno il diritto e il dovere di curarlo

Questo sembra essere il pensiero del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, riguardo agli operatori in prima linea nel Pronto Soccorso di Nola. Costretti a lavorare in condizioni più simili ad un campo di guerra allestito in emergenza che ad un Pronto Soccorso

“Ritengo invece – sottolinea la ministra – che vedere i pazienti sdraiati a terra sia il segno di un fenomeno di natura organizzativa su cui deve essere fatto un chiarimento molto serio perché nella regione Campania i piani e gli atti amministrativi sono stati fatti, le reti sono state disegnate, poi sta a chi le deve realizzare e monitorare verificare che questo sia fatto bene”

Meno accomandante per i vertici organizzativi, la Lorenzin sembra, dalle sue parole, voler verificare la posizione del Direttore sanitario De Stefano che si difende ritenendo doveroso assistere i pazienti in ogni condizione possibile. Se non ci sono rimaste nemmeno più le barelle, anche a terra è meglio di niente.

Altre fonti come il Corriere riferiscono che le pazienti erano riversate a terra per poterle mettere in sicurezza visto l’aggravarsi delle loro condizioni (erano sedute su delle seggiole).

Il caso di Nola e la ricerca della vittima sacrificabile

Dai dibattiti scaturiti dalla foto incriminata sembra che la politica voglia cercare necessariamente un colpevole al di fuori del proprio recinto. Per non sbagliare nel prendere la mira, sono stati sospesi i tre dirigenti medici responsabili delle unità incriminate: direttore sanitario dell’ospedale, il responsabile del pronto soccorso e il responsabile della medicina d’urgenza.

La situazione era prevedibile: “Le crisi dovute ai picchi influenzali le conosciamo con grande anticipo – è ancora la posizione di LorenzinIl sovraffollamento dei pronto soccorso durante le feste è un tema conosciuto quindi il tempo per organizzarsi c’è

Il governatore campano De Luca sembra non avere dubbi ed ha chiesto di “avviare immediatamente le procedure di licenziamento dei responsabili del pronto Soccorso e del presidio ospedaliero di Nola“. Paradossalmente però, il responsabile potrebbe essere proprio lui stesso. Negli ultimi aggiornamenti la Lorenzin pare imputare a tutta la Regione Campania e quindi di conseguenza il suo governatore, l’inadempienza generale del sistema di soccorso. Ricordiamo che il governatore De Luca è anche il commissario straordinario della Sanità campana, con una probabile ed eventuale responsabilità diretta dell’evento.

Secca la replica del direttore sanitario Andreo De Stefano: “Abbiamo preferito curare le persone a terra piuttosto che non dare loro assistenza. In ospedale abbiamo 15 barelle, 10 delle quali al pronto soccorso, e sabato ne abbiamo ‘sequestrate’ due alle autoambulanze per far fronte all’emergenza venutasi a creare“.

Di chi è la colpa quindi?

A noi pare che dall’alto la tendenza rimanga sempre la stessa: scaricare la colpa verso il basso. Comportamento che noi infermieri seppur conosciamo bene, in questo caso soprattutto non condividiamo. Anche per le semplici conseguenze di mancata assistenza verso i cittadini. Non conosciamo esattamente le responsabilità della direzione sanitaria o della politica campana ma è chiaro la strada che il Sistema Sanitario sembra voler prendere: la richiesta di un servizio sanitario efficace caricandone l’onere sugli operatori sanitari. Operatori, medici e infermieri, che nonostante il ministro Lorenzin definisce eroi, auspichiamo per il bene dei pazienti, vengano messi nelle condizioni di poter lavorare come semplici professionisti. Basterebbe.

 

 

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