Charlotte d’Inghilterra sogna di diventare infermiera, esulta la FNOPI: “Ci rende orgogliosi”

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La piccola Charlotte d’Inghilterra, secondogenita di William e Kate, sogna di diventare infermiera. O almeno è questo che è stato rivelato da fonti di Palazzo, dopo che il padre ha spiegato a lei e ai fratelli l’importanza del lavoro svolto da chi opera all’interno del servizio sanitario del Regno Unito.


Esulta la FNOPI che, tramite la presidente Barbara Mangiacavalli, rilascia delle entusiastiche dichiarazioni all’Adnkronos Salute: «Si tratta di una bella notizia, che sottolinea ancora una volta quanto le professioni infermieristiche rivestano una importanza cruciale per la società in cui viviamo, anche nell’immaginario collettivo. Ed è doppiamente importante, non certo per il lignaggio del personaggio in questione, quanto per il messaggio trasmesso da una coppia di genitori alla propria figlia sul valore del Servizio sanitario nazionale, che nel Regno Unito ha tanti tratti in comune con quello italiano».


«Come per tutti i profili sanitari che giocheranno un ruolo-chiave nei prossimi anni – continua Mangiacavalli –, considerando i cambiamenti demografici e sociali attesi, è fondamentale valorizzare e veicolare con orgoglio queste notizie che testimoniano una inversione di tendenza nelle nostre società occidentali rispetto all’atteggiamento di giovani e giovanissimi nei confronti delle cosiddette ‘professioni di cura’, ovunque in crisi ‘di appeal’ per le difficili condizioni di lavoro in cui si trovano ad operare».


«I migliori auguri alla principessa Charlotte – conclude la presidente FNOPI – che speriamo segua le orme di un’altra celebre cittadina britannica, quella Florence Nightingale e che tanto ha dato anche all’Italia in termini di valori e saperi», conclude.


Il problema, cara presidente, è che nel paese della piccola Charlotte l’infermiere vanta da tempo un riconoscimento economico, di carriera e soprattutto sociale lontano anni luce da quello che umilia quotidianamente i professionisti nostrani… Tanto da diventare anche un sogno da realizzare per i bambini.Fare “nostro” anche tutto ciò, nelle condizioni in cui siamo (iscrizioni al CdL in drastica diminuzione, dimissioni volontarie in netto aumento, aggressioni quotidiane, demansionamento sistematico praticamente ovunque, ecc.),  non rischia di apparire quantomeno grottesco?

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Alessio Biondino

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