Città della Salute, aumentano le dimissioni di infermieri, Nursind: “Situazione drammatica”

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L’emorragia di infermieri che si dimettono volontariamente alla ricerca di un minimo di felicità è sempre più grave. In tal senso, è emblematico il nuovo comunicato stampa del sindacato Nursind.

«A città della salute, le assunzioni di personale infermieristico ad oggi non coprono neanche il turn over, altro che risorse aggiuntive, con l’aggravante che molti se ne vanno, sono circa 80 le dimissioni volontarie da inizio anno a cui si somma un fabbisogno solo per il turn over di circa 120 unita per il 2024» spiegano dal sindacato.

«Ad oggi – continuano – con la deliberazione del marzo 2024 ha trovato copertura solo la reinternalizzazione di 70 infermieri con 45 assunzioni a tempo indeterminato e 30 a tempo determinato di 12 mesi che non rappresentano risorse coprenti il turn over, ne tanto meno sono risorse aggiuntive.


Ad oltre metà anno la deliberazione di maggio per le assunzioni di 50 infermieri ha visto al momento 47 accettazioni che dovranno poi eventualmente tramutarsi in assunzioni a copertura parziale del turn over che ancora comunque non sono arrivati».

E a tratti, sembra quasi che si provi a tamponare la grave emorragia con un cerotto: «La scorsa settimana sono state deliberate 100 assunzioni che ammesso possano trasformarsi tutte in assunzioni non saranno sufficienti a soddisfare il fabbisogno per la sostituzione del personale che esce per le ragioni di pensionamento o di licenziamento, altro che risorse aggiuntive necessarie che ammontavano a circa 500 in epoca di confronto aziendale o le oltre 200 sempre aggiuntive stabilite dallo stesso osservatorio senza che a quanto pare siano arrivate dalla regione le risorse concordate tra l’altro.


Ad aggravare la situazione del personale è la media delle assenze annue per svariati e legittimi motivi come la maternità i congedi parentali o gravi motivi di salute ecc che ovviamente non trovano alcuna sostituzione. Circa 180 unità».

«Questo è il contesto in cui operano i colleghi di questa azienda – sottolineano dal Nursind – lavorando spesso saltando riposi e fermandosi oltre l’orario, superando il limite consentito di alcuni istituti contrattuali e in condizioni di lavoro che determinano disagio e precarietà. Presi dai loro servizi già in difficoltà e sballottati da un reparto all’altro a seconda di dove si verifica la carenza più grave. Questo non è modo di lavorare. Periodi di ferie subordinati a lavorare con i minimi di personale effettuando comunque le prestazioni assistenziali ordinarie.


Permangono pronte disponibilità oltre le 7 previste dalle disposizioni contrattuali. Senza soluzione ancora la questione dei trasporti interni per i percorsi diagnostici dei pazienti. Unito a questo, si rilevano condizioni di estremo disagio a livello di temperature nei servizi superano i 30 gradi per mancanza di climatizzazione».

Eppure non siamo nel terzo mondo. E ciò che è peggio: «Tutto questo senza che gli venga neanche riconosciuto attraverso nessuna valorizzazione o incentivazione la remunerazione di ripetuti turni aggiuntivi richiesti. È triste che molti sono andati via e che altri lo vogliano fare».


«In ultimo – concludono dal sindacato – se questo processo di mission aziendale/regionale verosimilmente propensa al trasferimento in un nuovo nosocomio debba avvenire con un piano di rientro (inspiegabile in Un’azienda cosi rilevante a livello Regionale e Nazionale sempreelogiata per l’alta professionalità), già con una situazione attualmente più che drammatica e poco dignitosa, ci auguriamo che la regione prenda posizione e informi circa i piani e la volontà sul futuro, ad oggi nero e cupo».

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Alessio Biondino

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