Codice deontologico dell’Infermiere 2009: commenti e riassunto.

Commenti e riassunto del codice deontologico 09′

Redazione 15/06/16
Sin dai primi testi internazionali degli anni 70′ l’etica professionale tendeva a rivolgere l’assistenza, da una condizione medico-centrica verso la centralità assoluta del paziente. Non più esecutore di ordini, ma collaborante nei diversi ruoli. Il Codice Deontologico dell’infermiere 2009 non è solo un testo etico, ma effettiva guida legislativa come specificato dalla 42/99. E’ suddiviso in 6 capi e 51 articoli.

Quali sono i temi nel codice deontologico dell’infermiere?

Questo è un riassunto commentato e sintetico dei principali temi presenti nel Codice Deontologico:

Sull’infermiere

Articolo 1
L’infermiere è il professionista sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica.

Sul rapporto con l’assistito.

Articolo 4
L’infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona.

Articolo 5
Il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dei principi etici della professione è condizione essenziale per l’esercizio della professione infermieristica.

Articolo 7
L’infermiere orienta la sua azione al bene dell’assistito di cui attiva le risorse sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile, in particolare, quando vi sia disabilità, svantaggio, fragilità.

Articolo 8
L’infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l’incolumità e la vita dell’assistito.

Articolo 21
L’infermiere, rispettando le indicazioni espresse dall’assistito, ne favorisce i rapporti con la comunità e le persone per lui significative, coinvolgendole nel piano di assistenza. Tiene conto della dimensione interculturale e dei bisogni assistenziali ad essa correlati.

Vari articoli: L’infermiere si prende cura dell’assistito nel rispetto dei diritti umani della persona(vita, salute, dignità e libertà). Il suo intervento  è specifico, autonomo o complementare, di natura tecnica, relazionale , educativa e gestionale. Rispetta l’uomo come individuo secondo una logica olistica, ovvero entità sociale e culturale. Riconosce la salute come bene fondamentale per la collettività e si impegna a tutelarla.
Orienta la propria azione al bene dell’assistito opera con prudenza al fine di non nuocere, attivando le risorse del paziente affinché raggiunga la maggiore autonomia possibile. Rende eque le scelte allocative attraverso un uso ottimale delle risorse.

Sul paziente morente e sul dolore.

Articolo 34
L’infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la sofferenza. Si adopera affinché l’assistito riceva tutti i trattamenti necessari.

Articolo 36
L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita.

L’infermiere riconosce l’importanza dell’approccio olistico e palliativo verso un pz morente. Tutela la volontà del paziente di porre dei limiti all’accanimento terapeutico ove lo ritenga, quando si presenta. Quando la volontà del paziente non può essere espressa dal paziente stesso, l’infermiere si adopera al fine di reperire documentazione che ne attesti la volontà(biotestamento?). Non attua ne partecipa a interventi di eutanasia. Assiste la famiglia nel lutto e durante tutte le fasi di elaborazione del lutto. Sostiene ed educa alla donazione degli organi quale atto di solidarietà.

Sul proprio agire, la formazione e la ricerca.

Articolo 11
L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati.

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

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Articolo 13
L’infermiere assume responsabilità in base al proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all’intervento o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti. Presta consulenza ponendo le proprie conoscenze ed abilità a disposizione della comunità professionale.

Si aggiorna, si forma, partecipa e progetta ricerca, ne diffonde i risultati. Conosce il progetto diagnostico-terapeutico affinchè moduli efficacemente il suo intervento.
Agisce secondo competenza acquisita, chiede formazione e supervisione per pratiche nuove o di cui non ha esperienza e ricorre alla consulenza, formazione o sostituzione di colleghi più esperti.

Sulla contenzione

Articolo 30
[…]sostenuto da prescrizione medica o da documentate valutazioni assistenziali.

Si adopera affinché il ricorso alla contenzione sia evento eccezionale documentato da prescrizione medica o valide valutazioni assistenziali, cercando in ogni caso di preservare i diritti umani del paziente.

Sul minore

Articolo 31
L’infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l’opinione del minore rispetto alle scelte assistenziali, diagnostico-terapeutiche e sperimentali, tenuto conto dell’età e del suo grado di maturità.

Rispetta e promuove la volontà del minore rispetto alle scelte assistenziali, tenuto conto dell’età e maturità. Tutela i minori da contesti in cui non possano godere di sviluppo ed espressione.  Denuncia alle autorità competenti qualunque sospetto di maltrattamento del minore.

Sull’informazione e la privacy.

Articolo 23
L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multiprofessionale e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita.

Riconosce il diritto all’informazione del paziente sugli interventi ai propri bisogni di vita, si adegua alla capacità di comprensione del paziente affinché sia consapevole delle proprie scelte. Rispetta il diritto del pz a non essere informato sul proprio stato di salute purché non questo non comporti un rischio di danni a sé o ad altri. Tutela la riservatezza dei dati a cui viene a conoscenza e rispetta il segreto professionale non solo per obbligo giuridico ma per intima convinzione.

Sui colleghi e il Collegio.

Articolo 42
L’infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà.

Articolo 43
L’infermiere segnala al proprio Collegio professionale ogni abuso o comportamento dei colleghi contrario alla deontologia.

Collabora con i colleghi e con gli altri operatori dell’equipe, tutela il decoro professionale denunciano al Collegio comportamenti contrario alla deontologia professionale e in caso di abusivismo professionale.

Sulla struttura e sui disservizi (con critica).

Infine due articoli che in molte sigle sindacali, in questi giorni, hanno inserito nelle loro analisi come in parte responsabili dei disagi e delle carenze di personale:

Articolo 48
L’infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, di fronte a carenze o disservizi provvede a darne comunicazione ai responsabili professionali della struttura in cui opera o a cui afferisce il proprio assistito.

Articolo 49
L’infermiere, nell’interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera. Rifiuta la compensazione, documentandone le ragioni, quando sia abituale o ricorrente o comunque pregiudichi sistematicamente il suo mandato professionale.

L’infermiere comunica ai dirigenti della struttura in cui lavora i disservi e le mancanze che si riversano sul proprio operato e sul paziente. In via eccezionale si adopera al fine di compensare alle carenza di strutture ma rinuncia di fronte a situazioni persistenti e irrisolvibili.

la critica è chiara, l’infermiere per salvaguardare il paziente deve compensare alle carenze della struttura in cui lavora, ed eventualmente è sua responsabilità denunciarne i disservizi. Scusate la volgarità ma…una fettina di culo?

Redazione

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