La stitichezza è un disturbo comune, soprattutto nelle persone anziani e nelle donne, e che può influenzare la qualità della vita di molte persone. Comprendere le sue cause e attuare una corretta gestione è fondamentale per alleviare i sintomi e prevenire le complicanze.
Esistono diversi rimedi e terapie farmacologiche che possono migliorare il transito intestinale, ma la chiave sta nel riconoscere le abitudini quotidiane che possono favorirla e correggerle. Scopri in questo articolo come affrontarla, dalle cause più comuni ai migliori rimedi per una gestione efficace e duratura del problema dell’alvo stitico.
Indice
Che cos’è la stitichezza
La stitichezza, conosciuta anche come stipsi, è una condizione di alterazione dell’alvo che si manifesta con una ridotta frequenza della defecazione e una difficoltà correlata nel completare l’evacuazione.
In un quadro di normalità, il ritmo di evacuazione può variare tra una o due volte al giorno fino a una ogni due o tre giorni. Tuttavia, quando passano più di tre giorni senza defecare, o si avvertono forti sforzi per espellere le feci, si può parlare di alvo stitico.
Sintomi e complicanze della stitichezza
La defecazione in caso di stitichezza è spesso associata a dolore, crampi e a una persistente sensazione di svuotamento incompleto dell’intestino. Nei giorni che precedono l’evacuazione, possono manifestarsi gonfiore addominale, senso di discomfort e crampi.
Le feci, in questi casi, tendono ad essere dure e secche, rendendo l’espulsione più difficoltosa e disagevole. Nei casi di stitichezza prolungata, può formarsi un’ostruzione fecale, nota come fecaloma, ovvero una massa fecale compatta che impedisce l’evacuazione.
La rimozione del fecaloma richiede spesso interventi come clisteri, enteroclismi o, nei casi più complessi, tecniche manuali di estrazione.
I ripetuti sforzi per espellere le feci possono portare poi alla comparsa di emorroidi, ovvero la dilatazione delle vene nella zona rettale e anale, che si manifesta con dolore, sanguinamento e disagio durante la defecazione.
Un’altra complicanza frequente della stitichezza è rappresentata dalle ragadi anali, piccole lesioni o fessurazioni della pelle intorno all’ano. Se non trattate adeguatamente, queste possono infettarsi, causando sintomi aggiuntivi come dolore intenso, bruciore e gonfiore, sia a riposo che durante l’evacuazione.
Cause della stitichezza
Le cause della stitichezza sono numerose, e coinvolgono diversi fattori legati sia allo stile di vita che ad alcune condizioni mediche specifiche.
In molti casi, le abitudini alimentari e di attività fisica svolgono un ruolo centrale, ma vi sono anche cause più gravi, che possono essere legate a patologie gastrointestinali o condizioni psicologiche. Le principali cause della stitichezza sono:
La stitichezza è quindi spesso il risultato di una combinazione di diversi e complessi fattori, ciascuno dei quali può contribuire a un’alterazione dell’alvo, della motilità e della funzione intestinale.
La gestione della stitichezza può quindi richiedere interventi su più fronti: dal miglioramento delle abitudini alimentari e motorie alla revisione dell’uso di farmaci, senza trascurare il sostegno psicologico quando necessario.
Tutti interventi che devono richiedere la consulenza del proprio medico e del proprio infermiere di famiglia.
Prevenzione della stitichezza
Per prevenire la stipsi o trattare la stitichezza già presente, è fondamentale iniziare con modifiche mirate allo stile di vita. Dopo aver indagato le cause specifiche con il proprio medico, è importante che la persona comprenda la correlazione tra abitudini scorrette e l’insorgenza della stitichezza. Di seguito, alcuni utili accorgimenti:
Cosa fare in caso di stitichezza
Se, nonostante l’applicazione di tutti gli accorgimenti per prevenire la stipsi, la persona continua a manifestare difficoltà o ridotta frequenza nell’evacuazione, è prima di tutto essenziale consultare il proprio medico.
In questa fase, il medico valuterà ulteriori opzioni e fornirà indicazioni su come gestire la stitichezza. Oltre a ribadire l’importanza dei consigli precedenti, è possibile agire farmacologicamente attraverso:
Lassativi
Questi farmaci vengono somministrati per via orale e si suddividono in diverse categorie, a seconda del loro meccanismo d’azione:
Clisteri
Quando i lassativi risultano inefficaci, il medico può prescrivere l’uso di clisteri, ovvero all’introduzione di soluzioni liquide rettali con effetto purgativo. I clisteri possono variare in diverse formulazioni, ma è nel volume che potremmo maggiormente distinguerli in:
Per un corretto uso dei clisteri e per sapere come eseguirli in modo sicuro ed efficace, è sempre utile consultare il proprio infermiere o medico di fiducia.
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È importante ricordare che l’uso di lassativi o di clisteri deve essere limitato nel tempo e finalizzato alla risoluzione temporanea del problema.
Un utilizzo prolungato di questi metodi può portare a un peggioramento della stitichezza, rendendo l’intestino meno reattivo e riducendo la capacità di evacuare autonomamente.
Per evitare dipendenze o complicanze, è fondamentale essere seguiti da un professionista sanitario, come un medico o un infermiere, per monitorare l’evoluzione della situazione e adattare le terapie in modo sicuro ed efficace.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram)
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