La formazione degli infermieri nel settore privato e nel terzo settore è una questione di estrema importanza per garantire un elevato standard di assistenza sanitaria in Italia. La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha posto l’attenzione su questa questione, sottolineando la necessità di agevolare la formazione continua degli infermieri e di garantire loro un numero adeguato di ore e risorse per l’acquisizione dei crediti ECM (Educazione Continua in Medicina), fondamentali per il corretto esercizio della professione infermieristica.
Attualmente, in Italia, il sistema sanitario conta su un vasto numero di infermieri, tra cui quelli impiegati nel Servizio Sanitario Nazionale, i liberi professionisti e i professionisti dipendenti che operano in strutture private, RSA, case di cura, Fondazioni, ospedali classificazione, enti di ricerca. La FNOPI rileva che ci sono contratti diversificati in vigore per questi professionisti, spesso non rispettosi del diritto alla formazione continua, il che potrebbe ledere la dignità professionale e non valorizzare adeguatamente le competenze degli infermieri.
La legge impone a tutti gli infermieri di seguire corsi ECM, sia in presenza che a distanza, fino al raggiungimento della soglia prevista dall’ordinamento per ogni triennio formativo. Questo requisito è fondamentale per garantire che gli infermieri mantengano le loro conoscenze e competenze aggiornate, in linea con gli avanzamenti scientifici e tecnologici nel campo della salute.
La mancata adesione a questi obblighi formativi può comportare sanzioni, e la legge 233/2021 ha introdotto un nuovo elemento, condizionando l’efficacia delle polizze assicurative sulla responsabilità professionale al raggiungimento di almeno il 70% dell’obbligo formativo individuale nel triennio 2023-2025.
La FNOPI enfatizza che la formazione è un elemento strutturale di una professione intellettuale come quella infermieristica e dovrebbe essere parte integrante dell’esercizio professionale quotidiano. Gli Ordini professionali sono chiamati a incentivare la formazione, mentre si richiede un impegno anche da parte dei datori di lavoro nel settore privato per garantire che l’offerta formativa non vada deserta o delusa.
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