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Cose da valutare prima di aprire la partita IVA da infermiere
Spesso mi capita di condividere la scelta di aver mollato il pubblico e di aver aperto la partita IVA con molti colleghi e amici, ed è ormai prassi che mi si chieda se, alla fine, conviene davvero diventare infermiere libero professionista o rimanere dipendente.
Ovviamente la risposta non può che essere molto complessa e dipende da tutta una serie di valutazioni da fare prima di decidere ma, se vogliamo riassumere quali debbano essere queste valutazioni, io partirei prima di tutto dal considerare:
- il territorio in cui si lavora: c’è un enorme differenza di opportunità e di paghe orarie in base alla zona in cui si vive. Vivere al Nord, al Centro o al Sud influisce tantissimo sulla scelta. E anche nello stessa provincia è bene considerare quante strutture private e pubbliche siano presenti: più sono, più è probabile che queste avranno sempre la necessità di infermieri. Ad es. una regione ricca e in cui la sanità privata è molto presente (ospedali privati, centri e strutture sanitarie) un infermiere troverà sempre chi ha bisogno delle sue competenze, e la scarsità di infermieri spingerà verso l’alto la paga oraria a prezzi davvero interessanti. Se vivi al Nord Italia, magari vicino a grosse città, la strada sarà spianata. Altre zone di Italia andranno valutate attentamente.
- La paga oraria media nella tua zona: chiedi su Facebook, chiedi ad amici e colleghi, vai su internet e consulta le offerte di lavoro, vai a bussare al tuo Ordine ma cerca di capire quanto è la paga oraria media per un infermiere nella tua provincia. Secondo alcuni calcoli empirici, per compensare ed eguagliare il lavoro da dipendente, la paga oraria dovrebbe essere come minimo al di sopra dei 17 euro netti. Se la paga oraria nelle tue zone è mediamente al di sopra dei 25 euro lordi puoi essere più coraggioso nel fare questa scelta.
- La tua rete sociale di colleghi: quanti infermieri libero professionisti conosci? Quanti di loro ti stimano come infermiere? Se non conosci nessuno, saresti in grado di farti conoscere e apprezzare da loro? Sapresti come trovarli? Qui parliamo di cose serie, quindi evitiamo la retorica: i migliori lavori si trovano tramite “raccomandazioni“! Non intendiamo con raccomandazione l’accezione negativa del termine ma che, in genere, i datori di lavoro chiederanno ai vostri colleghi se conoscono qualcuno di cui fidarsi, e se questi si fidano di voi saranno ben contenti di fare bella figura coinvolgendovi. Al contrario, un lavoro trovato tramite annuncio su internet, è molto probabile che non sia un granché (non è detto ma è molto probabile).
- Il numero di infermieri competitor: vivi in una città che ogni anno sforna centinaia di neo-infermieri che non riescono a farsi assumere e quindi sono obbligati ad aprire la partita IVA oppure quei pochi infermieri libero-professionisti che ci sono in giro sono talmente oberati di lavoro che sarebbero contenti di condividerne un po’ anche con te? Nel primo caso non conviene aprire la p.IVA, nel secondo…cosa aspetti a diventare un infermiere libero professionista?!
- I tuoi valori personali: il fattore più importante di tutti e su cui non dovresti mai transigere nella tua scelta di fare o non fare questo passo, la domanda da un milione di dollari, è: nella vita ami di più la sicurezza o la libertà? Te lo ripeto: nella tua vita professionale vuoi sentirti più sicuro o vuoi sentirti più libero di scegliere la tua strada? Se ami la sicurezza non licenziarti dal tuo posto da dipendente per aprirti una P.IVA non riusciresti a viverti bene la tua nuova libertà.
Quindi, se sai che il territorio in cui vorresti iniziare a lavorare è ricco di opportunità lavorative, conosci tantissimi colleghi libero professionisti che ti ripetono in continuazione di non preoccuparti, che la paga media oraria è decorosa o addirittura sostanziosa, e soprattutto che la libertà, prima di ogni altra cosa, è assolutamente ciò che vuoi dalla tua vita professionale…complimenti sei il candidato ideale per diventare un infermiere libero professionista.
E negli altri casi? Se il tuo profilo è esattamente l’opposto a quello ideale, ovvero che andresti a competere con tantissimi giovani colleghi che si fanno pagare a schiaffi in un posto con due strutture in croce e tu alla fin fine, preferisci lo stipendio fisso, beh… non sarò io di certo a vietartelo ma di certo non spingerei mai un collega verso il precipizio in questo modo.
Quali sono gli svantaggi nell’aprire una partita IVA da infermiere
Prima di prendere una decisione è bene sapere, al di là di tutto, quali sono gli svantaggi comuni nella libera professione degli infermieri. Sicuramente il problema più grave non è semplicemente l’assenza di uno stipendio fisso, difatti, per quanto possa andare male, la pagnotta si porta sempre a casa ma, l’assenza di ferie, malattie e tredicesima (tipiche del dipendente) vanno considerati come guadagno mancato.
Infatti, il mese di ferie e la tredicesima per il dipendente sono godibili come due stipendi regalati (in realtà sono un diritto del dipendente ma seguite il ragionamento…), soldi che invece al libero professionista non regala nessuno e che per essere compensati dovranno necessariamente essere lavorati.
L’infermiere libero-professionista quando va in ferie, non guadagna, quando è malato non guadagna, e soprattutto la tredicesima e i bonus aziendali se li sogna la notte.
Se l’infermiere dipendente a tempo indeterminato soffre nel pensare che per i prossimi 30 anni rimarrà nello stesso ospedale fino a che pensione (o morte) non lo liberi, l’infermiere libero professionista non può che programmare pochi mesi alla volta, massimo 6. Anche una collaborazione stabile, dove tutti si fidano di te e tutti sono contenti del tuo lavoro, potrebbe finire da un momento all’altro senza troppe cerimonie e per motivi futili come “non abbiamo più bisogno di te! Ci dispiace…“.
Senza un atteggiamento proattivo che ti spinge a tenere il piede in più scarpe, e senza una rete di colleghi che può supportarti nei momenti difficili è facile ritrovarsi senza lavoro e dover tornare a cercare in fretta nuove opportunità lavorative.
E infine, last but no least, l’enorme pressione fiscale e i 600€ medi che annualmente un commercialista richiede per la sua consulenza fiscale corroderanno gran parte dei tuoi guadagni.
Il consiglio è quello di conservare il 50% di quello che guadagni in un conto separato, non saranno sono soldi tuoi fino a che non hai pagato le tasse. Solo allora, quando avrai assolto il tuo debito con lo Stato e con la cassa previdenziale infermieristica ENPAPI potrai controllare quanto è sopravvissuto, ma se proprio non vuoi sorprese e se non ne hai bisogno tieni quei soldi pronti contro ogni evenienza. Fidati.
Quali sono i vantaggi nel diventare infermiere libero professionista?
Complimenti! Se sei arrivato fino a qui vuol dire che anche tu sei pronto ad diventare un libero professionista! Quindi non perdere tempo, manda le dimissioni dal tuo posto di lavoro da dipendente che tanto ti opprime, contatta un commercialista e apri finalmente la tua nuova partita IVA, non dimenticarti di iscriverti all’ENPAPI e soprattutto continua a leggere i numerosi vantaggi nel diventare un infermiere libero professionista.
Un vantaggio sicuro è quello della libertà assoluta di scegliere il lavoro che ti piace, per il tempo che ti piace e nella modalità che preferisci. Nella quasi totalità dei casi le collaborazioni si basano sulle disponibilità, quindi se un mese vuoi lavorare solo la mattina sei libero di farlo, e se il mese successivo vuoi lavorare 11 ore al giorno, idem. Libertà di scegliere quanto e dove lavorare.
Non ti piace dove lavori? Saluti e trovi altro. Questo implica anche che, in genere, gli ambienti sono leggermente meno tossici, ed è più raro trovare ambienti in cui subirai mobbing o altre angherie tipiche delle dinamiche interne dei dipendenti, e nel caso insolito in cui ci siano presenti, la soluzione è semplice…saluti e trovi altro.
Un altro vantaggio che rende di certo conveniente diventare un infermiere libero professionista è quello che potenzialmente i guadagni sono più alti. Nelle migliori condizioni, se tenessimo fede a quello che abbiamo visto e supponendo di fare le stesse ore lavorative di un dipendente (38 settimanali) ad una paga media di 25 € lorde all’ora raggiungeremo uno stipendio lordo di 3800€. Anche se seguissimo il nostro consiglio e mettessimo di lato il 50% per coprire tasse e trattenere soldi da parte, avremmo comunque uno stipendio di 1900 euro nette e probabilmente un gruzzolo di risparmio al futuro netto delle tasse dai 400 agli 800€ al mese o, se invece preferiamo vivere alla giornata: riservando soltanto il 25% (che nei primi cinque anni è un ottimo margine) per coprire le tasse e le spese, guadagneremo ogni mese circa 2800€ netti. Niente male!
E infine, l’ultimo vantaggio è quello di anticipare il futuro. Il mondo del lavoro tende sempre di più a preferire questa forma di impiego ai dipendenti. Che ci piaccia o no, i lavoratori che si troveranno nelle migliori condizioni lavorative saranno appunto quelli che sapranno navigare coscientemente in questo mondo.
Le aziende sanitarie, pubbliche e private, difficilmente miglioreranno le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti perché in Italia, il pareggio di bilancio o peggio il profitto si fa sul costo del lavoro, non sulla qualità. L’infermiere libero-professionista si tira fuori da queste dinamiche e in cambio di una ridotta sicurezza, guadagna dalla sua professionalità e flessibilità in un mondo in cui nessuno vuole rischiare.
Eppure le opportunità sono numerose, nei territori giusti le strutture sono alla continua ricerca di collaboratori competenti, ma anche gli stessi pazienti, stanchi delle continue attese della sanità pubblica si rivolgono a infermieri che operano nel libero mercato per una risposta veloce ed efficace ai loro bisogni.
La tecnologia, negli ultimi anni, ci viene spesso in aiuto. Tantissime applicazioni per il cellulare aiuteranno l’infermiere a svolgere il suo lavoro o addirittura a trovarne altro! Ad esempio, nel campo dei servizi alla persona è l’App Resilia la leader delle applicazioni. La Uber dei professionisti sanitari!
Resilia è il marketplace in cui il paziente e l’infermiere libero professionista, possono incontrarsi senza affidarsi al passaparola dei parenti. L’applicazione supporta l’infermiere nel promuovere i suoi servizi sul territorio e allo stesso tempo aiuta l’utente a trovare l’infermiere giusto che risponda al suo bisogno di salute o di benessere. Il funzionamento è semplice:
- i professionisti possono promuovere il proprio servizio sul territorio;
- i privati possono trovare molteplici servizi per la cura della persona, sia a domicilio che in sede;
- a questo punto l’app mette in contatto cliente e professionista con una nuova esperienza online.
Qui più in basso, una video panoramica del servizio e a quali sono i vantaggi per un infermiere libero professionista.
Perché non provare?
Sei arrivato fino a qui? Non ti resta che scaricare l’app e provare un nuovo modo di lavorare. Perché non tentare? Per Android vai sul Google Store da questo link oppure sull’Apple Store per Iphone.
Conviene diventare un infermiere libero professionista?
È da precisare che l’autore dell’articolo è un ex-dipendente pubblico che dopo 7 anni di reparto in ospedale ha deciso finalmente di fare il salto e, dopo un anno da infermiere in libera professione, ha ben chiaro quali siano i punti a favore e a sfavore di questa importante scelta.
Mollare il lavoro e aprire la partita Iva è una scelta coraggiosa che va presa valutando tantissimi fattori, tra cui i propri valori personali. Per un infermiere coraggioso, proattivo, che vuole esplorare diversi universi lavorativi e che ama sfidarsi ogni giorno, fare l’infermiere libero professionista è la scelta giusta.
Una scelta non certo priva di ansie, preoccupazioni e bruciori di stomaco di tanto in tanto, ma che verrà per sempre ripagata da un controllo sulla propria storia professionale e da soddisfazioni economiche, che nessun impiego potrà mai darti.
Se non sei spaventato da tutto ciò, non perdere tempo, non te ne pentirai!
Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)
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