Cooperative fornivano infermieri gettonisti “fantasma”: la truffa scoperta dalla GdF

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Tre cooperative sono finite nel mirino della Guardia di Finanza di Modena, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i tre manager e il sequestro preventivo di quasi 4 milioni di euro (VEDI Telecitynews24).

I manager delle tre cooperative, accusati di utilizzare le loro aziende per partecipare a bandi di gara per la fornitura di personale medico e infermieristico “fantasma” a strutture ospedaliere e aziende sanitarie pubbliche di diverse regioni italiane, tra cui il Piemonte, sono stati arrestati.


L’indagine, avviata dalla Guardia di Finanza di Modena e dalla Procura, è partita da un controllo amministrativo nei confronti di una cooperativa sociale con sede a Sassuolo (MO). Durante questo controllo, sono emersi indizi su un sodalizio criminale dedito alla turbativa d’asta negli appalti sanitari in otto regioni italiane (Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio e Molise). I tre indagati amministravano tre imprese diverse, apparentemente con compagini sociali e gestioni separate, ma in realtà collegate e gestite da un unico centro decisionale.


Le Fiamme Gialle di Modena hanno analizzato 39 bandi di gara, esperiti tra il 2019 e il 2023, per un totale di oltre 29 milioni di euro, presentando offerte coordinate per assicurarsi la vittoria o aumentarne le probabilità, falsando la concorrenza. Durante la presentazione dell’offerta tecnica, venivano allegate liste di professionisti (con relativi curricula vitae, titoli e specializzazioni) che non collaboravano con le società e, in alcuni casi, non erano nemmeno a conoscenza di essere stati inseriti in un appalto.


In diversi casi, le cooperative non erano in grado di garantire le prestazioni previste, lasciando le strutture sanitarie in difficoltà o impiegando pochi operatori in più turni consecutivi, violando le normative vigenti, o inviando medici senza le specializzazioni richieste, causando pericolose criticità per le strutture ospedaliere e i pazienti. Molti servizi riguardavano turni presso il pronto soccorso, la guardia medica pediatrica o il supporto anestesiologico, che richiedevano una qualificazione elevata e specifica.


Contestualmente all’arresto dei tre manager, i Finanzieri hanno eseguito un sequestro preventivo d’urgenza per l’illecito profitto derivante dai reati contestati, quantificato in quasi 4 milioni di euro, inclusi circa 710.000 euro per ipotesi di autoriciclaggio. Le indagini finanziarie hanno accertato che queste somme sono state trasferite a un’altra società, estranea agli appalti, ma amministrata dagli stessi indagati, e in parte depositate su conti correnti esteri in Lituania per renderle irrintracciabili. 

In base al decreto, sono state sequestrate disponibilità finanziarie, quote societarie e auto di lusso per un valore complessivo di circa 300.000 euro, beni in parte “schermati” mediante intestazione a persone giuridiche coinvolte, ritenute comunque responsabili ai sensi della normativa vigente.

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