Coronavirus: la guerra sanitaria segreta che non tutti conoscono

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A. Einstein disse “Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre“. Non poteva certo immaginare una guerra combattuta con armi “non convenzionali”, tirando in ballo ricatti di mascherine, ruberìe di tamponi, accordi e rilanci di acquisti per una fiorente autarchia.

Coronavirus, la guerra sanitaria segreta che non tutti conoscono

È ormai nota la battaglia al Covid-19, una guerra nel mondo e del mondo, che risuona per lo più nel cuore dell’Europa, per niente zittita dal tragico susseguirsi dei morti e dei contagi senza freni. Poco conosciuto d’altro canto, è un trepidare sommesso, uno stridio continuo e con un profilo volutamente tenuto basso, di manovre economiche, politiche, strategiche, militari, anti “fine del mondo” che le grandi potenze mettono in campo in questo frangente: una guerra sanitaria.

Il tira e molla non conosce limiti né freni, e per la corsa contro il tempo, l’impegno sanitario alle stelle, sembra quasi scontato non esserci una divulgazione a 360 gradi di notizie sfuggite o volutamente lasciate da parte. O forse una trasparenza da parte di tutti è già insita in un momento così particolare, e la colpa è solo del lettore/cittadino assente, perché occupato altrove con altri sollazzi.

Forse non tutti sanno che…

La corsa agli “armamenti”: dalla guerra (nucleare) dei bottoni alla guerra sanitaria dei tamponi

Questo sconvolgimento planetario, sta rivoltando come un calzino la vita sulla terra modificando in tutto e per tutto l’identità bio-psico-sociale dell’individuo, paure annesse. Certo, perché oramai appare scontato come un pericolo per la vita non venga più da una guerra nucleare globale, ma da un’astuta insidia all’interno del nostro organismo.

In poche parole non si deve aver più paura delle “grandi” Potenze, ma di un “piccolo” e fastidioso virus. Sembra passata quasi un’eternità, quando la corsa agli armamenti teneva banco nelle questioni politiche internazionali, e il timore oscillava tra una dichiarata “guerra fredda” e un ribatti di lanci strategici e test esplosivi come prova di forza.

Ora tutti pensano a sé stessi come prima forse, ma le mire espansionistiche sono rivolte a qualcos’altro, qualcosa di vitale e prezioso più dell’oro e del petrolio, in un periodo del genere: ventilatori, mascherine, tamponi, gel disinfettante. Una materia preziosa per trovare la quale non si possono scavare miniere né pozzi, ma attivare l’ingegno e giocare d’astuzia. Chi e perchè scende in campo in una guerra sanitaria?

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | 2015 Maggioli Editore

15.00 €  12.00 €

L’altruismo e la lungimiranza di Trump: dai ventilatori avanzati all’accaparramento dei kit-tampone

Trump lo ha sentenziato! Pronto, esplicito e senza peli sulla lingua, sfruttando una Legge del 1950 la Defense Production Law (che prevede in tempi d’emergenza la variazione di produzione), ha intimato alla General Motors di riconvertire gli sforzi industriali per produrre ventilatori.

E’ stato chiaro: “Ne faremo 100 mila in 100 giorni!” Poi dopo la chiarezza perentoria ha dimostrato un amorevole altruismo verso noi, poveri alleati tricolore: “Se non li useremo, come penso, potremo regalarli all’Italia!”.

Un gesto quasi di pentimento il suo, (vedi anche gli aiuti inviati) pentimento e ripensamento di essersi a suo tempo accaparrato una prima scorta di tamponi. O comunque a pensare male spesso si azzecca, visto che da più parti arrivano sentori di spionaggio economico di guerra sanitaria in corsa, che si vorrebbero appianare a suon di profumati dollari su piatti d’argento a tavolino tra Stati sovrani, Lobby e Aziende.

Ci sono elementi multipli per fare il test – ha spiegato il generale Paul Friedrichs, del comando medico centrale – I primi sono i tamponi che servono a raccogliere i campioni dalle persone, poi c’è il liquido dove svilupparli. Questo è ciò che abbiamo portato dall’Italia“, ha dichiarato il portavoce del Pentagono, Jonathan Hoffman.

Mezzo milione di kit venduti agli USA dall’Italia.

L’acquisto nel nostro Paese è stato di ben mezzo milione di kit (sufficienti per il fabbisogno di tutto il nord Italia), intorno alla metà di marzo (in quei giorni i tamponi effettuati in Italia erano 100 mila, circa 620 mila al 3 aprile), venduti da un’azienda di Brescia, la Copan Diagnostics che in quei giorni tranquillizzava con un: “Tutto regolare, non c’è carenza!”.

Fondata nel 1979, la Copan, leader globale nella progettazione e produzione di dispositivi per il prelievo e la conservazione di campioni microbiologici per analisi oltre che di sistemi di automazione correlati alla fase preanalitica della ricerca in ambito ospedaliero, genetico, alimentare e farmaceutico, è una multinazionale che esporta il 90% della produzione all’estero.

I siti web che tracciano il traffico nei cieli hanno accertato che il jet dei tamponi è decollato da Aviano lunedì 16 marzo nel primo pomeriggio. In quel momento in Italia erano censiti quasi 30 mila casi e 2.158 morti. Negli Stati Uniti i decessi erano solo 86 e i positivi 4.500.

Il monopolio dei respiratori polmonari in mano a pochi

Le grandi aziende hanno visto impennare a dismisura i loto titoli in borsa. I nomi famosi e conosciuti nel mercato sono: Becton, Dickinson and Co. (USA), ResMed (USA), General Electric (USA), Dräger (Germania), Maquet (Germania), Philips (Olanda),  Hamilton Medical (Svizzera), Fisher & Paykel (Nuova Zelanda), Medtronic (Irlanda), Smiths (Regno Unito).

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Il respiratore prezioso come l’oro

Outcome infermieristici: documentare e fare ricerca

Documentare correttamente in sanità è fondamentale per l’assistenza clinica multidisciplinare, la ricerca scientifica traslazionale e la gestione manageriale, le tre componenti base dell’efficienza di un ospedale moderno.Questo volume, che tratta la documentazione del processo di cura della persona malata, fornisce spunti di riflessione indispensabili per tutti coloro che operano in ambito oncologico ma anche in contesti diversi e, che, ogni giorno, si trovano nella condizione di compiere scelte e prendere decisioni sul percorso di cura della persona assistita.La ricerca condotta dagli Autori ha elaborato un metodo di documentazione innovativo a livello internazionale, ha analizzato e definito il processo ottimale di documentazione clinica in area infermieristica, offrendo così grande contributo allo sviluppo di strumenti accurati per garantire la sicurezza dei pazienti, migliorare la loro qualità di vita durante le terapie e produrre dati per la ricerca clinica, utili anche ai futuri pazienti in continuo miglioramento.A cura diGiorgio Magon, Direttore SITRA, IRCCS Istituto Europeo di Oncologia, Milano, DocenteUniversità degli studi di Milano e Università degli studi di Pavia.Alessandra Milani, Coordinatore area assistenziale omogenea, area medica e Ricerca IRCCS Istituto Europeo di Oncologia, Milano; project leader “Oncology Nursing Minimum Data Set in IEO”, Docente Università degli studi di Milano e Università degli studi di Pavia.

Giorgio Magon – Alessandra Milani | 2015 Maggioli Editore

20.00 €  16.00 €

Il tira e molla delle mascherine

Non ci sono mascherine a sufficienza, quindi le acquistiamo a tutto spiano senza badare a spese. Anzi scusate, contrordine: anche se pagate e in arrivo, ce le hanno requisite… perbacco! Siamo veramente in una guerra sanitaria allora! Si perché il passaggio sotto gli occhi “furbetti” di altri Paesi, li ha resi degli opportunisti spietati, li ha indotti in tentazione, e come si dice: l’occasione fa… il Paese confinante (ma non sempre) ladro.

In poche parole, vista l’abbondanza (da noi profumatamente pagata), hanno intelligentemente pensato di approfittarne dirottando la preziosa merce sui propri mercati interni, costringendo il Ministro degli Esteri Di Maio ad un momento di stizza:

Denunceremo in ogni sede possibile i Paesi che si macchieranno della pratica ignobile di requisire mascherine destinate all’Italia. È inaccettabile che materiale medico venga bloccato per strada. La nostra priorità è la salute dei cittadini e stiamo lavorando per far arrivare in Italia aiuti sanitari nel minor tempo possibile”.

Russia, Turchia, Polonia, Repubblica Ceca, Germania chiamate in causa dal monito del Ministro, coinvolte in un lascia o raddoppia, in una guerra sanitaria, tra tamponi, mascherine, ventilatori polmonari e gel disinfettante.

Spaventate dalle parole del nostro impavido, intorno al 15 marzo, Francia e Germania sbloccarono l’invio di mascherine che aspettavamo.

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La ricerca senza sosta per un vaccino

Il vaccino al miglior offerente  

Forse anche per dare una sferzata favorevole nella corrente elettorale (America First), l’attenzione degli USA si è spostata sulla corsa all’esclusiva del vaccino, offrendo cifre cospicue alla tedesca CureVac, azienda privata che sta lavorando di buona lena per la ricerca di un rimedio contro il Covid-19.

Trump, per prepararsi ad una guerra sanitaria, avrebbe chiesto di spostare i laboratori negli Stati Uniti, ottenendo un fermo dissenso da parte del Governo tedesco, un assoluto diniego dal finanziatore principale, e per finire la mazzata ultima dell’Unione Europea che ha messo sul piatto 80 milioni di euro affinchè il brevetto resti fermo dov’è.

Diversi i fattori da tener presente, quindi:

  • la CureVac è azienda privata, per i finanziamenti è al sicuro;
  • tra i numerosi finanziatori c’è la fondazione di Bill e Melinda Gates ;
  • il maggior finanziatore per un buon 80% è il tedesco Dietmar Hopp patron della squadra dell’Hoffenheim;
  • l’Unione Europea venendone a conoscenza e ci ha messo del suo, opponendosi; 
  • Prendersi cura dei pazienti di altri paesi permette agli scienziati tedeschi di raccogliere dei campioni di analisi per studiare il virus e facilitare l’implementazione di possibili cure e vaccini.

Perchè la Germania accoglie i pazienti italiani

Secondo il settimanale Der Spiegel il motivo sarebbe quello di studio dell’infezione.        Prendersi cura dei pazienti con Covid-19 di altri paesi permette agli scienziati tedeschi di raccogliere dei campioni di analisi per studiare il virus e facilitare l’implementazione di possibili cure e vaccini. In un’intervista al Corriere della Sera il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas fa sapere che il numero attuale di posti riservati ai pazienti italiani è 63.

Attenzione ad interessati buonismi

Chi sta aiutando chi? Cosa conosciamo veramente dell’altra faccia della medaglia dell’emergenza mondiale e di questa guerra sanitaria nascosta? Tutti si mettono in mostra donando, elargendo a piene mani e a cuore aperto, ma cosa vorranno dopo? In quale posto di una scacchiera post-tragedia si vorrebbero collocare? Davanti col sorriso, ma di nascosto e lontano da occhi indiscreti si accapigliano e si giocano la nostra sorte. Ma forse è una un’impressione sbagliata!

Quindi meditiamo, giusto per capire certi movimenti che dietro le quinte sono vivi più che mai, ora, nella necessità, con l’acqua alla gola, quando tutte le barriere dovrebbero cadere per un bene superiore di salvaguardia della salute.

Meditiamo e non scordiamo!

Autore: Giovanni Trianni (linkedin)

Fonti:

Tutti gli articoli che possono aiutare l’infermiere ad assistere il paziente affetto da Coronavirus:

Giovanni Trianni

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