La cura della cute dell’anziano e del paziente fragile

Dario Tobruk 06/10/24
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Nonostante il bisogno di protezione e la cura della cute siano un caposaldo dell’assistenza ai pazienti fragili e anziani, utile alla prevenzione di gravi condizioni come le lesioni da pressione, alcune piccole accortezze che potrebbero fare la differenza sono ancora sconosciute o deliberatamente ignorate da infermieri e OSS in centinaia di reparti e strutture.

In questo articolo faremo una panoramica dei motivi per cui la cura della pelle del paziente anziano è fondamentale per la sua salute e cosa fare per migliorare la nostra assistenza.

Indice

L’importanza della cura della cute per il paziente

La cute è probabilmente l’organo più sottovalutato in generale. Nonostante le apparenze, la nostra pelle è tutt’altro che un contenitore passivo che racchiude muscoli e viscere: è un tessuto estremamente dinamico, adattabile e reattivo, e adempie a numerose funzioni vitali.

A seconda di come si appoggia alle nostre strutture osteomuscolari e viscerali, disegna i nostri tratti più rappresentativi, fornendoci un’identità psicologica (a noi stessi davanti allo specchio) e sociale (per come ci vedono gli altri).

Un danno alla cute, nello specifico clinico una ferita acuta o una lesione cronica, si configura come una ferita personale. In quanto vulnus, ogni lesione è un’offesa al nostro essere: ci ferisce, in poche parole, ci rende vulnerabili. Più fragili, meno autonomi.

Non è quindi esagerato affermare che il rispetto della cute del paziente equivale al rispetto della sua vita, alle volte in senso metaforico ma spesso anche letterale (le lesioni da pressione possono provocare gravi complicanze).

Purtroppo, a partire dall’età adulta, intorno ai 30 anni, la pelle inizia a subire importanti cambiamenti fisiologici che portano ai processi di invecchiamento: si verifica un appiattimento delle giunzioni dermo-epidermiche, una riduzione delle cellule cutanee, dello spessore dell’epidermide e del derma, nonché una diminuzione della proliferazione, della sintesi e della qualità delle proteine cutanee.

Fattori esterni come l’esposizione ai raggi UV, il freddo, l’inquinamento e l’uso di alcuni farmaci, come i corticosteroidi, si sommano agli errori genetici naturali e alla degradazione del DNA, portando a un inevitabile invecchiamento della pelle.

Come prendersi cura della cute dell’anziano?

Tra i principali sistemi di difesa cutanea, il nostro principale punto di attenzione dovrebbe essere il fattore naturale di idratazione (NMF), una miscela di sostanze come acidi grassi, amminoacidi, urea, acido ialuronico e molti altri elementi naturalmente presenti nella cute, che ha la capacità di trattenere la corretta idratazione nello strato corneo.

Il NMF contribuisce inoltre a mantenere la robustezza e l’acidità della pelle, rafforzando l’effetto barriera naturale contro patogeni e agenti chimici, e regola la corretta replicazione cellulare degli strati epidermici più esterni in base alla sua concentrazione.

In particolare negli anziani, ma l’avviso vale anche per tutti i pazienti fragili, questo sistema di protezione deve essere mantenuto con un’adeguata igiene e rinforzato tramite l’idratazione quotidiana della pelle, utilizzando prodotti come oli, creme o lozioni.

Come già detto, la principale funzione protettiva contro i patogeni è svolta dallo strato corneo più esterno. L’igiene, quindi, si configura come il mezzo attraverso cui, tramite rimozione meccanica, si eliminano le riserve di batteri presenti su questo strato, contaminanti degli accumuli di scorie, sebo e residui di creme, che a lungo andare possono contribuire a processi infiammatori e infettivi.

L’incuria nella cura della cute dell’anziano, le lunghe esposizioni a urine e feci nei pannoloni, così come il sudore nelle pieghe cutanee (soprattutto nei pazienti obesi), sono tutti fattori che possono causare gravi complicazioni in aree in cui la flora batterica è particolarmente abbondante, come il perineo.

Se non gestite adeguatamente con igiene e idratazione, queste condizioni possono provocare macerazione della pelle, portando a lesioni erosive, infiammazione e molto spesso a infezioni.

Anche un eccesso di igiene, o l’uso di detergenti aggressivi non adatti al pH fisiologico della pelle, può comportare la rimozione dei fattori protettivi cutanei. Ad esempio, l’utilizzo di acque di colonia, un tempo comuni in molte strutture residenziali, dovrebbe essere fortemente sconsigliato. Essendo a base alcolica, queste sostanze agiscono come solventi del NMF, che è composto principalmente da oli, disgregandolo e compromettendo la barriera cutanea.

Per tutti questi motivi, l’operatore sanitario dovrebbe essere consapevole di tutti i fattori che contribuiscono a mantenere questo delicato equilibrio.

Corretta detersione della cute sana dell’anziano

Il pH cutaneo varia in base alla sede, al sesso e anche all’età. Il detergente andrebbe personalizzato per prevenire alterazioni della cute, ma spesso questa soluzione è difficile da attuare per le singole famiglie, figuriamoci per le strutture e i reparti in cui sono frequentemente ricoverati i pazienti anziani.

In ogni caso, alcune valide raccomandazioni su cosa fare e cosa non fare per la detersione della cute sana sono:

  • Cosa fare: Utilizzare prodotti detergenti “non-ionici”, chimicamente dermocompatibili e che hanno un effetto schiumogeno minore. Utilizzare prodotti specifici per la cute sensibile, con pH prossimo a quello medio della cute (5.5). Rispettare il principio di igiene per cui bisogna pulire sempre dalla zona più pulita verso quella più sporca. Ad esempio, in caso di igiene intima: dalla zona del meato urinario verso quella anale.
  • Cosa non fare: Non usare acqua molto calda ma preferire temperature tiepide (la giusta temperatura dell’acqua per l’igiene del paziente è compresa tra i 34 e i 38° gradi secondo le preferenze dell’utente, la temperatura esterna della stanza e la stagione). Non massaggiare le prominenze ossee, soprattutto se sono presenti arrossamenti dovuti alla pressione. Non usare borotalco o polveri dopo il bagno e nelle pieghe cutanee.
  • Le alterazioni della cute nell’anziano e nel paziente fragile

    Le più frequenti alterazioni della cute dell’anziano e dei pazienti fragili che possono provocare spesso gravi complicazioni sono principalmente la xerosi, la dermatite da incontinenza e la cute a rischio di lesioni da pressione.

  • Xerosi cutanea senile: è il termine medico che descrive la pelle dell’anziano molto secca, desquamata e fessurata, dovuta ai processi di invecchiamento che riducono la naturale idratazione dello strato corneo, tra cui una minore perfusione del derma e la riduzione delle ghiandole esocrine. La cute xerotica è meno elastica e molto più soggetta a lesioni cutanee, anche in caso di piccoli urti o traumi che degenerano spesso in lesioni croniche per gli stessi fattori che causano la xerosi.
  • Dermatite da incontinenza: come specificato sopra, una cute esposta per lungo tempo a urine e feci può infiammarsi a causa degli agenti corrosivi contenuti in questi prodotti corporei che erodono la cute, causando la tipica dermatite associata all’incontinenza (IAD) degli anziani non assistiti correttamente. Le zone più colpite sono quelle contenute nel pannolone, come inguine, glutei e perineo.
  • Cute a rischio di lesione da pressione: nell’anziano ipomobile, ma anche nei pazienti con fragilità che implicano una forte dipendenza dagli altri, le posizioni assunte nel letto e in carrozzina, sedia o poltrona, possono provocare lesioni da pressione. È un danno cutaneo dovuto alla pressione esercitata dalla gravità su un tessuto compresso tra una prominenza ossea e una superficie rigida che ne occlude il microcircolo (le lesioni sacrali sono tra le più comuni). La cute a rischio di lesioni da pressione si presenta arrossata, spesso dolente, più o meno calda ed edematosa rispetto alla cute attorno. In caso di mancato sbiancamento successivo alla digito-pressione, si può parlare di lesione da pressione di 1° stadio; ciò implica che il danno è già occorso e sono necessari alcuni interventi per evitare un peggioramento della lesione stessa.
  • Come detergere e trattare la cute alterata nel paziente anziano e fragile

    Per gestire la xerosi cutanea nell’anziano:

    • Un bagno al giorno è sufficiente; utilizzare solo acqua tiepida.
    • Applica un prodotto emolliente entro tre minuti dalla fine del bagno per trattenere l’umidità residua nella pelle.
    • L’uso di prodotti emollienti come gli oli da bagno nell’acqua utilizzata per l’igiene sono molto efficaci per idratare e proteggere la pelle.

    In caso di dermatite associata all’incontinenza (IAD):

    • Pulire la cute nella zona perineale quotidianamente e dopo ogni episodio di incontinenza, senza sfregare la cute e asciugandola tamponando delicatamente le zone umide; è possibile utilizzare un detergente che non necessita risciacquo o salviette morbide o monouso nei casi di minore impatto.
    • In seguito all’igiene, usare sempre una crema barriera a base di vasellina, ossido di zinco o dimeticone, tra i tanti. Se la pelle appare erosa e disepitelizzata, andrà trattata come una lesione cutanea.

    Per la cute a rischio di lesione da pressione:

      • Non escludere a priori una possibile IAD; molto spesso le due alterazioni agiscono in comorbilità, una aggravando l’altra. La pressione insieme alla macerazione e ad altri fattori sono infatti causa di molte lesioni cutanee. Nel caso, oltre a un piano di mobilizzazione per cambiare posizione del paziente almeno ogni due ore, è necessario trattare la cute come indicato per le IAD.
      • Detergere la pelle delicatamente, ogni volta che è sporca, con acqua o detergenti a pH bilanciato. È meglio utilizzare detergenti con surfattanti non ionici.
      • Evitare un’eccessiva frizione o sfregamento nell’asciugatura; non massaggiare in corrispondenza delle prominenze ossee a rischio.
      • Effettua una corretta valutazione del rischio di lesioni da pressione tramite scale validate come la Braden e programma interventi in base al rischio riscontrato nel paziente insieme al proprio giudizio clinico.

      Idratare la cute dell’aziano

      Tra i prodotti attualmente disponibili, è preferibile scegliere formulazioni che uniscano proprietà emollienti e idratanti, in grado quindi sia di apportare acqua alla cute che di trattenerla, preservando l’idratazione. Le diverse formulazioni si distinguono principalmente per la percentuale lipidica contenuta:

      • Lozioni e creme: grazie al rapido assorbimento e alla ridotta untuosità, risultano pratiche nell’applicazione e tendono a sporcare meno rispetto a paste e unguenti. Tuttavia, per evitare contaminazioni batteriche, contengono eccipienti e conservanti che, in alcuni casi, possono provocare irritazioni o sensibilizzazione cutanea..
      • Unguenti: ricchi di oli, trattengono meglio l’acqua rispetto alle lozioni, risultando più efficaci nel mantenimento dell’idratazione cutanea. D’altro canto, tendono a sporcare di più, sono più difficili da rimuovere e possono lasciare residui sulla pelle.

      Questa distinzione può essere utile nella scelta del prodotto più adatto in base alle esigenze della cute e alla praticità d’uso.

      Per stabilire se è preferibile utilizzare un prodotto più liquido o più denso, faremo riferimento alla tabella riportata nel testo “Cura e assistenza al paziente con ferite acute e ulcere croniche” di Apostoli e Caula, edito da Maggioli. Questo libro, frequentemente citato nei principali corsi di aggiornamento e nei master universitari, è un punto di riferimento indispensabile per chi si occupa di wound care.

      Potete trovare maggiori dettagli nel box sottostante e, se interessati, acquistarlo comodamente sia sul sito Maggioli sia su Amazon. Un’opera fortemente consigliata per infermieri e operatori sanitari interessati a migliorare le proprie competenze nel trattamento delle lesioni cutanee.

      FORMATO CARTACEO

      Cura e assistenza al paziente con ferite acute e ulcere croniche

      Quali sono le medicazioni adeguate per un’ulcera da pressione in un neonato” Le vesciche vanno rimosse” Come trattare un’ustione superficiale” Quali sono i segni secondari di infezione” Cosa fare in caso di un’ulcera maleodorante” e in caso di dermatite da incontinenza” Come prevenire le ulcere da pressione del tallone” Quali sono i problemi della ricerca infermieristica nel campo del wound care” Quali sono le caratteristiche cliniche da rilevare” Come si prepara un intervento educativo per un paziente con ulcere” Pensato e scritto da infermieri con una preparazione specifica nei diversi ambiti della cura delle lesioni, questo libro affronta temi particolari e poco conosciuti, ma ben presenti nella pratica quotidiana. Il manuale coniuga le più recenti prove di efficacia – mettendone in luce gli elementi critici e i punti di forza – con l’esperienza degli autori. Il modo in cui sono trattati i singoli argomenti non offre al lettore “ricette facili” (spesso fallimentari), ma fornisce percorsi per trovare soluzioni differenti a pazienti unici. Caula Claudia, infermiera, esperta in wound care, referente ulcere da pressione RSA Vignola (MO). Alberto Apostoli, infermiere, podologo, esperto in wound care. Master in Assistenza Infermieristica in Area Geriatrica. U.O. Chirurgia Plastica, Azienda Spedali Civili (Brescia).

      Claudia Caula, Alberto Apostoli | Maggioli Editore 2010

      Come si nota la tabella qui presentata è la Plymouth Hydration Flow Chart (Daniels, 2002), uno strumento che fornisce una guida pratica alla scelta tra crema/lozione e unguento in base al livello di disidratazione cutanea.

      Cosa scegliere tra crema e unguento per idratare la cute del paziente.
      Cosa scegliere tra crema e unguento per idratare la cute del paziente. Credit: Cura e assistenza al paziente con ferite acute e ulcere croniche. A.Apostoli, C.Caula. Maggioli editore,2011

      In condizioni di cute sana o solo leggermente disidratata (grado 0-2), le creme o le lozioni sono da preferire per mantenere l’idratazione tanto da ridurre eventuali lievi irritazioni. Con l’aumentare della disidratazione (grado 3-4), quando la pelle diventa xerotica ed estremamente desquamata, è raccomandato l’uso di unguenti, che offrono una maggiore capacità di trattenere l’acqua e ripristinare l’elasticità cutanea.

      In poche parole per la cura della cute lievemente alterata, preferire lozioni o creme, come nel caso della xerosi cutanea e applicarle più volte al giorno. Preferire unguenti (es. ossido zinco) quando invece aumenta il rischio di lesione da pressione o il rischio di dermatite da incontinenza che aumentano la possibilità di vere e proprie lesioni cutanee.

      Come applicare il prodotto sulla cute del paziente

      Una volta aperti e utilizzati, i prodotti per la cura della cute possono contaminarsi nonostante le migliori precauzioni. Per ridurre il rischio di contaminazione, è importante evitare di prelevare il prodotto con le mani: usa invece un abbassalingua sterile e, in ogni caso, non rimettere nel contenitore il prodotto avanzato. Come applicare il prodotto:

      • Applica il prodotto nel verso del pelo per ridurre il rischio di occlusione follicolare. Esegui movimenti ampi e delicati senza strofinare troppo la pelle.
      • Valuta sempre la risposta cutanea: ogni prodotto può provocare reazioni, sia a breve che a lungo termine, quindi è essenziale monitorare la cute idratata.
      • Non eccedere con la quantità: di solito, uno strato sottile come un velo è sufficiente per una corretta distribuzione e assorbimento.
      • Momento ideale per l’applicazione: applica il prodotto entro pochi minuti dalla doccia per trattenere al massimo l’umidità e ottimizzare l’idratazione.

      Questi semplici accorgimenti permettono una cura efficace della cute dell’anziano e del paziente fragile, dove spesso pochi interventi fanno la differenza tra un assistito in salute e uno a rischio.

      Lesioni come le ulcere da pressioni sacrali, che possono minacciare seriamente la salute, sono spesso prevenibili con una buona igiene, una valutazione attenta della cute e l’applicazione di una crema barriera idonea. Piccole attenzioni che generano grandi risultati: vale la pena metterle in pratica.

      Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook Instagram)

      Dario Tobruk

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