Da Infermiere ad Artista di fama internazionale: l’intervista a Giovanni Iudice

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L’intervista a Giovanni Iudice, pittore contemporaneo di fama internazionale e infermiere fino al 2000, segna con specifica capacità incisoria la linea che tratteggia l’ispirazione artistica, il sogno e la vita comune di un grande talento. Un viaggio attraverso le sue opere in grado di far riflettere ed emozionare. Il lavoro artistico che mette al centro le tante sfaccettature della vita, concepita e trasposta in arte anche grazie al trascorso infermieristico: “essere di base un infermiere, mi ha aiutato a vedere la vita sotto un’altra prospettiva, quella vicina all’uomo e alla visione vera della vita che non conosce felicità perenne.

Da infermiere ad artista: l’intervista al pittore Giovanni Iudice

Chi è Giovanni Iudice e da cosa trae ispirazione la sua arte??

“Sono un autodidatta e amo molto il disegno e la pittura sin da bambino, inseguendo i pittori classici del rinascimento e l’arte greca. Il figurativo è il mio linguaggio,  attraverso questo cerco di dare vita ad una pittura attenta e meticolosa e la mia ispirazione è data dalla vita stessa sia essa incanto sia essa drammatica. 

Lei è un infermiere che decide di vivere per l’arte e della sua arte, quando e come ha maturato la convinzione di rinunciare al certo ”lavoro stabile” per dedicarsi a tutto tondo al suoi sogni?

“Facevo l’infermiere perché sin da ragazzo non ho potuto studiare in un istituto d’arte, bensì intrapresi altri studi tecnici. Poi per autonome necessità ho voluto studiare per diventare infermiere, anche perché, così facendo, negli anni ‘80/‘90 è stato facile trovare un impiego, questo mi ha permesso di avere un’indipendenza economica oltre la già avviata passione lavorativa per la pittura. Ho lavorato fino al 2000 per poi decidere di diventare un professionista con regime fiscale autonomo considerato che il mercato attorno alle mie opere cresceva sempre più. In questa decisione, non fu da meno l’incoraggiamento di un mio affezionato collezionista Avv. Iannaccone di Milano il quale ha molto sostenuto la mia arte. “

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  25.60 €

Il fatto di essere stato un infermiere è riuscito ad aiutarla in qualcosa nella sua attuale  professione da pittore? (ad esempio  spunti di riflessione, sensibilità maturata in contesti di grande sofferenza o quant’altro).

“Si, essere di base un infermiere, mi ha aiutato a vedere la vita sotto un’altra prospettiva, quella vicina all’uomo e alla visione vera della vita che non conosce felicità perenne.”

Cosa consiglia a chi vuole approcciarsi alla sua arte?

“Consiglio sempre la sincerità nelle cose come via per raggiungere la verità ultima dell’esistenza. Un artista in genere non può permettersi di arruffianarsi il mercato e  seppur questo ti possa garantire buoni risultati economici non bisogna dimenticare di perseguire il proprio desiderio di esprimersi liberamente.”

Cosa si sente di dire a chi vorrebbe seguire le proprie inclinazioni ma rimane legato al proprio vivere senza il coraggio di cambiare?

“In sintesi, la stessa risposta sopra riportata, ciascuno di noi può, infatti, rappresentare nella propria coscienza cosa preferisce se si mantiene un’etica in ogni tipo di lavoro che si svolge e lo dico al di là dei tecnicismi perché ogni cosa fatta ha sempre l’uomo dietro e i propri sogni che riflettono i sogni di tutti. Quindi, non è l’arte che supera le altre professioni, sarebbe stucchevole e ottocentesco, bensì è la visione che abbiamo della vita, con responsabilità della propria libertà.” Il sito dell’artista Giovanni Iudice

 

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Martino Di Caudo

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