Decreto “Cura Italia” e Sanità: le principali misure

È stato approvato lunedì 16 marzo 2020, dopo una conferenza stampa tenuta dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, il maxi decreto “anti Coronavirus” o “Cura Italia” elaborato dal Senato della Repubblica Italiana.

LA DIVISIONE DEI 25 MILIARDI STANZIATI

A fronte dei 25 miliardi totali stanziati per l’emergenza (saranno sufficienti?), con cui si è dato fondo a tutto l’indebitamento consentito dall’Unione Europea, il denaro destinato al nostro sofferente sistema sanitario ammonta a quasi 3,5 miliardi. 10, invece, i miliardi destinati al sostegno all’occupazione, alla difesa del lavoro, al reddito di cittadinanza. 1,3 per il fondo di integrazione salariale. Infine 3,3 per il fondo destinato alla cassa integrazione in deroga, a cui potranno accedere anche quelle aziende che presentano tra le loro fila un solo dipendente.

SANITA’

La prima parte del dpcm riguarda proprio il potenziamento del SSN e della Protezione civile, che si trovano a ricevere un finanziamento di circa 1,150 miliardi ciascuno. Di questi, 150 milioni sono destinati a saldare gli straordinari di medici e infermieri, che in questi giorni sono impegnati fino allo sfinimento per tenere a galla il nostro sistema sanitario.

340 milioni vengono utilizzati per l’aumento dei posti letto (in terapia intensiva, nelle unità di pneumologia e malattie infettive) e per far fronte all’obbligo per i privati di mettere a disposizione il personale sanitario in servizio, i locali e le proprie apparecchiature.

Invitalia è stata autorizzata a erogare finanziamenti agevolati o contributi a fondo perduto rivolti alle imprese produttrici di dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale (costo: 50 milioni).

È previsto che la Protezione civile possa disporre la requisizione da soggetti pubblici o privati di presidi sanitari e medico-chirurgici e di beni mobili necessari a fronteggiare l’emergenza sanitaria Coronavirus. Per 150 milioni, i Prefetti potranno disporre la requisizione di alberghi o altri immobili per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria.

I Servizi sanitari militari saranno potenziati ed è prevista la possibilità di incrementare il personale medico e infermieristico militare con una ferma eccezionale di un anno.

Per un totale di 64 milioni, 200 medici specialisti e 100 infermieri potranno essere assunti dall’Inail a tempo determinato, mentre per far fronte alle esigenze di sorveglianza epidemiologica viene incrementato lo stanziamento a favore dell’Istituto superiore di sanità.

Qualora non siano possibili nuove assunzioni, le aziende possono trattenere in servizio il personale del Sistema sanitario nazionale che avrebbe i requisiti per la pensione.

Vi è, altresì, una deroga alle norme di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie, così da consentire l’esercizio temporaneo sul nostro territorio nazionale a chi ha conseguito una professione sanitaria all’estero (regolata da specifiche direttive dell’Unione europea).

Col nuovo decreto, il  conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia abilita, di fatto,  all’esercizio della professione di medico chirurgo (previo giudizio di idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio pratico-valutativo svolto all’interno del corso di studi).

Vengono introdotte delle nuove disposizioni in merito all’anticipazione del prezzo nei contratti pubblici, con l’obiettivo di velocizzare le procedure d’acquisto e di pagamento di materiali e strumentazioni sanitari.

CAPITOLO LAVORATORI

E’ riconosciuto un indennizzo di 600 euro (al mese), non tassabile, per i lavoratori autonomi e le partite Iva: trattasi di circa 5 milioni di persone tra professionisti non iscritti agli ordini, co.co.co. in gestione separata, artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri, stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, lavoratori del settore spettacolo, lavoratori agricoli.

Coloro che sono esclusi da tale indennizzo (compresi i professionisti iscritti agli ordini) possono attingere al fondo per il reddito di “ultima istanza” (300 milioni di euro come fondo residuale).

Così come per il settore pubblico (DL del 9 marzo 2020), anche nel privato il periodo trascorso in quarantena o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva per Covid-19 è equiparato alla malattia.

A seguito della sospensione del servizio scolastico, per sostenere i genitori lavoratori è prevista la possibilità di usufruire (per i figli di età non superiore ai 12 anni o con disabilità in situazione di gravità accertata) di un congedo parentale per 15 giorni aggiuntivi al 50% del trattamento retributivo. Oppure, è prevista l’assegnazione di un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting nel limite di 600 euro, aumentato a 1.000 euro per il personale del Servizio sanitario nazionale e per le Forze dell’Ordine.

Viene estesa all’intero territorio nazionale, a tutti i dipendenti di tutti i settori produttivi, la cassa integrazione in deroga. I datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività a seguito dell’emergenza epidemiologica, comprese le aziende con meno di 5 dipendenti, possono ricorrere alla cassa integrazione in deroga con la nuova causale “COVID-19” (possibilità che estesa anche alle imprese che già beneficiano della cassa integrazione straordinaria) per la durata massima di 9 settimane.

Anche ai lavoratori dipendenti presso datori di lavoro iscritti al Fondo di integrazione salariale (FIS) che occupano mediamente più di 5 dipendent, è estesa la possibilità di accesso all’assegno ordinario con causale “emergenza COVID-19”.

Alessio Biondino

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