Dovevamo uscirne migliori, ne siamo usciti a pezzi

Dario Tobruk 10/05/22
La Great Resignation è il fenomeno delle dimissioni volontarie di tanti professionisti stanchi della loro vita lavorativa: gli infermieri non sono da meno con un incremento del 50% rispetto l’anno precedente. Eppure nulla sembra cambiare nelle politiche sanitarie. È forse il momento di tirare i remi in barca e lasciare il SSN al suo destino?

Altro che eroi, gli infermieri scappano da un lavoro ingrato

Due anni di elogi e lusinghe da parte di grandi personalità politiche e istituzionali per aver combattuto e vinto la guerra della pandemia e, a parte qualche francobollo e una moneta dedicata, gli infermieri, e con loro medici, oss e tutti i professionisti sanitari, hanno ricevuto un bel due di picche alla richiesta di una vita lavorativa degna di essere vissuta.

Che l’Italia sia il paese che paga meno i propri infermieri in Europa è già noto, ma che soltanto due paesi come la Grecia e l’Estonia facciano peggio è davvero umiliante.

Il fenomeno delle dimissioni volontarie nel mondo infermieristico non può che non essere l’effetto delle mancate promesse della società italiana che onora il debito contratto con i suoi “eroi” solo a parole.

Mettiamo anche una pessima gestione centrale della pandemia che è costata, principalmente a questa categoria, il  maggiore sacrificio in termine di stress psico-fisico e il risultato non può che essere ovvio: gli infermieri sono la categoria che, in percentuale, è quella che ha registrato il maggiore numero di dimissioni volontarie dall’impiego pubblico, il 74% del totale di tutte le interruzioni nel secondo trimestre del 2021 (Dati Ministero del Lavoro).

Fuga e soddisfazione nella libera professione pensereste voi? No, anzi! Secondo il VI Rapporto sulle libere professioni in Italia del 2021, i quasi 90mila infermieri liberi professionisti hanno riscontrato una contrazione del reddito (-32%). Come ciò sia possibile durante una pandemia è un meritevole oggetto di studio.

Dovevamo uscirne migliori, ne siamo usciti a pezzi

L’unica risposta che emerge nel periodo post-covid, dopo tutte le speranze di un migliore futuro spinto da un meritato spirito di gratitudine, è soltanto un aggravarsi delle pessime condizioni di lavoro, dei turni massacranti, dello stress, del rischio di burn-out e addirittura della violenza e le aggressioni da parte degli utenti.

Per non parlare dei morti e dei contagi, tristemente tra le professioni più colpite insieme ai medici, hanno reso questa professione un inferno da cui scappare, potendo, il prima possibile.

Solo così si spiegano un numero di dimissioni di questa portata.

Autore: Dario Tobruk 

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