Ddl Lorenzin: ecco tutte le novità in attesa del passaggio definitivo in Aula

Scarica PDF Stampa
Il ddl Lorenzin licenziato alla Commissione Affari Sociali della Camera, si appresta ad approdare in Aula il 9 Ottobre. Tante le novità apportate dal nuovo testo, mediante il quale è stata ridisegnata parte della disciplina afferente i reati di omicidio colposo, con l’aumento della pena per chi lo commette: “nell’esercizio abusivo di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di un’arte sanitaria”; modifiche anche per le pene edittali del reato di lesioni personali colpose ed esercizio abusivo della professione.

Oltre le sopra menzionate modifiche, importanti novità anche sulle modalità inerenti alla nascita di professioni sanitarie:

Come sappiamo, in questo decennio, sono state tantissime le incertezze che hanno accompagnato la nascita di nuove professioni sanitarie; moltissimi anche i dubbi sulla qualificazione di alcune professione e sul loro inquadramento entro corroborati sistemi di equilibri lavorativi. Ed eccolo il proposito della legge in questione, riscrivere le modalità con le quali può nascere una nuova professione sanitaria, facendo riferimento a criteri oggettivi e maggiormente chiari. Una legge quindi con un’ampio dettato normativo, la cui ampia fattispecie dovrebbe permettere un più facile riconoscimento delle nuove professioni sanitarie.

Individuazione delle nuove professioni sanitarie che dovrà avvenire sul presupposto di un riconoscimento oggettivo a livello nazionale, potrà avvenire inoltre recependo le direttive comunitarie o su base statale o regionale, sempre che tali iniziative corrispondano alla necessità di tutelare aspetti della salute che non abbiano riscontro in altre professioni già esistenti.

Importanti le novità per gli infermieri, per i quali la nuova disciplina dovrebbe prevedere il superamento del titolo di Infermiere Professionale.

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  25.60 €

Novità anche per gli OSS che entrano nell’alveo dei profili professionali sociosanitari e che dovranno avere tutta una nuova formazione. Un momento questo particolarmente significativo per questa professione e per la particolare possibilità si sviluppo e riconoscimento che ne derivano, oltre però non dimenticare come sia necessario fissare le dovute cornici di riferimento, di modo che siano distinguibili le varie figure professionali che, continueranno ad avere, grandi differenze sul piano della competenze e della formazione.

Netto il cambiamento anche per ciò che attiene alla composizione dei collegi che diventeranno Ordini a livello provinciale e interprovinciale, con richiamo anche alle federazioni regionale e nazionale. Importante novità riguarda anche la considerazione che, tramite l’attuale disposizione, tali Ordini non potranno più svolgere  funzioni sindacali.  Modifiche anche per i revisori dei conti che saranno scelti dall’albo.

Di difficile soluzione il nodo inerente al problema della concorrenza tra farmacie e parafarmacie, questione ancora parzialmente irrisolta.

 

Martino Di Caudo

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento