Indice dell’articolo
- Quali sono le responsabilità dell’infermiere nei confronti del paziente che esegue un ECG?
- Quali sono le responsabilità dell’infermiere nell’uso dell’elettrocardiografo?
- Quali sono le responsabilità dell’infermiere nell’interpretazione dell’elettrocardiogramma?
- L’infermiere può eseguire in autonomia un elettrocardiogramma?
- L’infermiere deve saper interpretare l’ECG?
- Come imparare ad eseguire e interpretare un elettrocardiogramma?
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Quali sono le responsabilità dell’infermiere nei confronti del paziente che esegue un ECG?
L’esecuzione dell’elettrocardiogramma è di responsabilità infermieristica sia nelle strutture di cura, sia a domicilio. In quanto tale, la procedura di esecuzione dell’elettrocardiogramma non può essere eseguita dal personale di supporto che comunque può collaborare nella preparazione dell’ambiente e del paziente e nel recupero e riordino del materiale necessario.
D’altro canto, il medico, responsabile della prescrizione e della refertazione del tracciato raramente è coinvolto nell’esecuzione dell’ecg, in quanto di peculiare competenza infermieristica.
Questo comporta che, la maggior parte delle volte, sia solo l’infermiere a valutare inizialmente il tracciato, e anche se non è responsabile della diagnosi, egli deve saper riconoscere ogni singola alterazione potenzialmente patologica e decidere se richiedere l’intervento urgente del medico oppure no.
Nel caso di tracciati sottostimati, essi potranno essere imputati alla negligenza, imperizia e imprudenza dell’infermiere che non ha posto tempestivamente il tracciato all’attenzione del medico, e se da questi si giunge a concausa di un eventuale danno del paziente, ne risponderà anche in sede penale.
In Italia e nella maggior parte dei paesi occidentali avanzati, secondo il rapporto OMS “Global Health Estimates 2020: Deaths by Cause, Age, Sex, by Country and by Region, 2000-2019.”, le malattie cardiovascolari sono saldamente ai primi posti come causa di malattia e di morte da tantissimi anni, con ciò è pacifico che non sia raro imbattersi nel riscontro non noto di una di queste malattie mortali.
L’interpretazione dell’elettrocardiogramma è quindi uno strumento di difesa non solo per il paziente, ma per l’operatore stesso a cui è assegnato il compito di garante assistenziale.
L’elettrocardiogramma, è il primo strumento per rilevare molte delle malattie cardiache che causano migliaia di morti solo in Italia. Malattie ischemiche, aritmie cardiache e malattie ipertensive possono essere individuate, nella maggior parte dei casi, con un semplice tracciato elettrocardiografico.
La capacità di discriminare un elettrocardiogramma patologico da uno “normale” e riconoscere quando sia necessario richiedere l’intervento tempestivo del medico è ciò che viene richiesto professionalmente, legalmente e deontologicamente all’infermiere.
Quali sono le responsabilità dell’infermiere nell’uso dell’elettrocardiografo?
Prima di utilizzare un qualsiasi dispositivo elettromedicale, non solo l’elettrocardiografo, è necessario verificare che lo stesso rispetti tutte le normative nazionali e internazionali di qualità e sicurezza. Oltre a ciò, è in carico al professionista sanitario la manutenzione (intesa nella verifica di buona funzionalità e sicurezza) e il controllo dell’integrità e pulizia del dispositivo.
In quanto apparecchio elettrico dovrà essere sempre considerato il rischio di folgorazione, soprattutto in presenza di ulteriori cavi o adattatori, che quindi vanno evitati il più possibile: in presenza di batteria interna e autonomia di carica, al fine di ridurre ulteriormente il rischio, andranno scollegate le prese dalla rete centrale.
Ulteriori modalità di funzionamento dovranno essere acquisite leggendo il manuale di istruzioni d’uso ed eventualmente facendosi formare da personale esperto che possiede confidenza con l’apparecchio.
Quali sono le responsabilità dell’infermiere nell’interpretazione dell’elettrocardiogramma?
Per quanto concerne la responsabilità dell’interpretazione dell’elettrocardiogramma da parte dell’infermiere, il profilo di responsabilità è molto più complesso. Dopo l’emanazione del profilo professionale con il DM 14 settembre 1994, N° 739 “Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’infermiere” e fino alla promulgazione dell’”Abrogazione del mansionario dell’infermiere” ovvero la Legge 26 febbraio 1999, n. 42 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie”, legalmente gli infermieri erano ancora influenzati dal DPR N° 225 del 1974, il cosiddetto “Mansionario”.
È solo attraverso l’abolizione del mansionario infermieristico con la Legge 42/99 che l’infermiere passa da un profilo ausiliario (professionale) a uno intellettuale (professionista).
Si contorna quindi, in assenza di un elenco di mansioni in cui individuare l’operato precipuo di questo professionista, un pentagono di cinque nodi concettuali che delimita l’ambiente di competenze dell’infermiere, diviso da una linea teorica tra criteri guida e criteri limite:
- tre criteri guida, il profilo professionale, il codice deontologico, la formazione base e post-base;
- due criteri limite, la professione del medico e quella delle altre professioni sanitarie.
Tra i punti fondamentali che possono titolare l’infermiere come co-responsabile del processo che porta all’individuazione e alla diagnosi di una patologia cardiaca possiamo citare dal comma 3 dell’articolo n.1 del profilo professionale che: “l’infermiere partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività” e che “garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche”, dalla formazione universitaria che sovente ha nei suoi programmi l’acquisizione di competenze nell’esecuzione e interpretazione dell’elettrocardiogramma e infine, dai valori professionali del codice deontologico, la piena responsabilità dell’atto.
L’infermiere può eseguire in autonomia un elettrocardiogramma?
L’infermiere, per esempio, quando ritenga corretto eseguire un tracciato ECG perché il paziente riferisce dolore retrosternale, deve necessariamente collaborare con il medico al fine di escludere anche il sospetto dell’infermiere.
Viene titolato anche il suo ruolo di osservatore clinico, la verifica dei parametri vitali e la risposta terapeutica, fonte importantissima dei dati necessari alla cura del paziente. Per questo è bene e doveroso che l’infermiere sia preparato, perché risponde del suo ruolo, essendo corresponsabile del percorso clinico del paziente.
Già all’epoca del mansionario, l’esecuzione dell’elettrocardiogramma era di competenza infermieristica e dalla sua abrogazione non è scaturito il disinvestimento da tale onere.
L’infermiere deve saper interpretare l’ECG?
Si ma senza fare diagnosi. Da tutto questo deriva che l’infermiere debba, legalmente e professionalmente, sapere quantomeno:
- Eseguire un ECG;
- Discriminare un ritmo normale da uno patologico;
- Quando richiedere l’intervento medico senza la necessità di fare diagnosi clinica, di cui solo il medico è responsabile.
Tale affermazione è confermata dal caso emblematico in cui un’infermiera è stata recentemente condannata penalmente per imperizia e imprudenza dal Tribunale di Ferrara, insieme ad altri sanitari, sulla base di concause che hanno portato la professionista ad eseguire l’elettrocardiogramma in maniera meccanica e acritica, sottovalutando completamente i segni elettrocardiografici di un IMA in corso.
Questo dimostra come l’assenza delle capacità minime di individuazione dei segni patologici, presenti al momento dell’esecuzione dell’ECG e che sono stati completamente ignorati dalla collega, avrebbero portato la stessa a richiamare fortemente l’attenzione del medico, che avrebbe attivato il processo terapeutico con cui la paziente sarebbe sopravvissuta all’infarto miocardico in atto e di cui la collega ha sottostimato persino i sintomi e le lamentele della paziente portandola alla morte.
La conoscenza di queste nozioni basilari, per quanto veramente alla portata di tutti, sono essenziali per la cura del paziente e per la preservazione della propria professionalità e spesso della vita del paziente.
Come imparare ad eseguire e interpretare un elettrocardiogramma?
Lavorare in un reparto di area critica come un pronto soccorso, un reparto di Cardiologia o una rianimazione possono introdurre l’infermiere nel mondo dell’elettrocardiogramma ma da solo ciò non basta, ci vuole studio e impegno.
Noi di DimensioneInfermiere, oltre ai testi più avanzati, abbiamo il piacere di consigliarvi un manuale per l’apprendimento basilare dell’elettrocardiogramma, che dalle basi all’essenziale, porteranno l’infermiere a raggiungere le competenze minime che gli sono richieste.
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Autore: Dario Tobruk
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