“Effetto Tivoli” nel Lazio: arrivano le assunzioni di infermieri?


Nella regione Lazio urgono assunzioni in sanità per aprire i nuovi reparti e aumentare i posti letto come previsto nella nuova rete ospedaliera 2024-2026, si sa. Sembra però che negli ultimi giorni, dopo il rogo dell’Ospedale di Tivoli, ci sia stata un’improvvisa accelerata (VEDI La Repubblica).


E ciò era inevitabile, visto che con la chiusura dell’Ospedale San Giovanni Evangelista, i pronto soccorso della capitale sono tornati ad essere un vero e proprio inferno. Mancano come il pane, infatti, i 220 posti letto del nosocomio tiburtino e la pressione sulle altre strutture è diventata già insostenibile soprattutto nel quadrante sud-est di Roma e in particolare sul «Pertini».


Ma anche gli altri ospedali, prendendo in considerazione anche il dilagare dell’influenza stagionale e dei casi Covid, non se la passano di certo meglio. Qualche numero: nella serata di mercoledì i pronto soccorso laziali erano affollati da 2355 pazienti e 495 in attesa di essere visitate. Le persone che attendevano da più di 24 ore di capire se essere trasferite o ricoverate erano 54 al Pertini, 50 al San Camillo, 40 al Sant’Andrea e 37 all’Umberto I.


Come risolvere questa nuova crisi? Bisogna assumere per forza infermieri e medici, che da quanto si apprende saranno pescati nell’immediato attingendo alle graduatorie già aperte, ma anche bandendo nuovi concorsi.


Cosa accadrà invece con l’ospedale di Tivoli? Sembra che l’esecutivo abbia deciso di riaprire quanto prima almeno il pronto soccorso, che garantiva 30mila accessi l’anno. Altresì, la giunta vorrebbe riaprire entro pochi giorni gli ambulatori che si trovano in una palazzina distante dalla zona colpita dal rogo. Per ciò che concerne la restante parte della struttura, difficilmente potrà tornare attiva prima di tre o quattro mesi.

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Alessio Biondino

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