Lo scempio (l’ennesimo) è avvenuto giovedì scorso, nel colpevole e ingiustificabile silenzio dei nostri illustri luminari della politica: la Commissione Bilancio del Senato ha bocciato un sub emendamento (presentato dalla senatrice della Lega Maria Cristina Cantù in sede di conversione del decreto Covid sulle festività dello scorso 24 dicembre) che proponeva il giusto sostegno economico alle famiglie dei 389 medici morti durante la pandemia.
Equilibrio fra entrate e uscite
Le motivazioni? L’articolo 81 della Costituzione, che prevede equilibrio tra entrate e uscite nei conti dello Stato. E ciò fa ridere, anche se ci sarebbe da piangere: in un paese dove vengono quotidianamente buttate vagonate di soldi dalla finestra anche e soprattutto per la manifesta incapacità di chi vuole occuparsi della cosa pubblica, ciò fa indignare, arrabbiare e letteralmente uscire di testa.
Professionisti di Serie B
Ad oggi tali indennizzi vengono garantiti dall’Inail solo alle famiglie dei medici che erano dipendenti del nostro SSN, mentre per quelle di tutti coloro che hanno affrontato la pandemia da “privati” e che sono deceduti, magari rimettendosi in gioco dopo la pensione per aiutare il paese in panne a combattere il Sars-Cov2, ci sono stati solo piccoli rimborsi tramite assicurazioni private o raccolte fondi.
Morti sul lavoro
Eppure trattasi di professionisti che non hanno scelto affatto di ammalarsi, che hanno affrontato il Covid quasi a mani nude (spesso con dispositivi di protezione carenti o inadeguati) e che, di fatto, vanno considerati come morti sul lavoro.
La rabbia dei sindacati e di FNOMCeO
Il segretario generale FIMMG Silvestro Scotti, ha così commentato lo scempio: “È uno schiaffo alla memoria dei medici, molti dei quali della medicina generale, che hanno sacrificato le proprie vite pur di curare i propri assistiti in un momento drammatico”.
Per Filippo Anelli (FNOMCeO) trattasi di “un’occasione persa. L’occasione di dimostrare gratitudine ai medici che hanno dato la loro vita per continuare a curare durante la pandemia.”
Un nuovo capolavoro
Un autentico nuovo capolavoro della politica italiana, non c’è che dire. Un’opera d’arte che, dopo tutte le vergognose promesse fatte al personale sanitario quando l’Italia era con l’acqua alla gola e rigorosamente non mantenute alla fine dell’incubo, rappresenta una delle pagine più vergognose di questa pandemia.
Nera come la pece.
Papa Francesco da Fazio: “Medici e infermieri hanno dato la vita per la pandemia”
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