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A cosa serve l’esame citologico urinario?
È un test di laboratorio, di citologia, che studia e ricerca patologie infiammatorie e tumorali, soprattutto dell’apparato escretore (uretra, vescica, uretere).
L’esame di citologia sulle urine viene prescritto in caso di sintomatologia urinaria persistente come l’ematuria, la pollachiuria e/o la stranguria, che inducono al sospetto clinico di tumore del tratto uretrale e vescicale; nella medicina del lavoro, alcune professioni e mestieri a contatto con solventi chimici possono sviluppare tumori uretrali e vescicali, questi lavoratori andranno controllati periodicamente.
L’esame citologico urinario serve a ricercare all’interno delle urine, la presenza di cellule anomale e che presentano tutti quei segni infiammatori, precancerosi o evidenze citologiche tumorali a carico dell’apparato escretore.
La positività di questo test spesso non è sufficiente a validare una diagnosi di tumore, ma giustifica sicuramente una serie di esami più approfonditi come un’ecografia, una cistoscopia uretrale o una TAC.
Citologico urine: come fare la procedura di raccolta?
Le urine vanno raccolte all’interno di un contenitore a bocca larga, sterile, pre-riempito di un conservante o fissativo che non deve essere assolutamente gettato a meno di invalidare l’esame. È buona norma, per una corretta identificazione del paziente, consegnare i contenitori con nome, cognome e dati sensibili del paziente.
N.B. il contenitore va aperto solo al momento della raccolta delle urine. Il liquido al suo interno è infiammabile, maneggiare con cura.
Procedura di raccolta dei campioni urinari
L’esame standard si basa sulla raccolta di tre campioni, generalmente. Ogni campione va raccolto una volta al giorno, per tre giorni. Il paziente dovrà essere educato alla corretta procedura di raccolta delle urine. La procedura per l’esame citologico urinario è semplice da comprendere ma andrà rinforzato più volte fino a completa assimilazione e comprensione da parte del paziente:
- al mattino, gettare via le prime urine e non raccoglierle;
- è necessario bere un quantitativo di acqua tra i 500 ml e un litro in poco tempo (controllare sempre il proprio protocollo aziendale);
- dopo aver bevuto il quantitativo di acqua prescritto e aver raggiunto un valido stimolo alla minzione;
- lavare accuratamente i genitali per ridurre la contaminazione ed evitare interferenze batteriche;
- aprire il contenitore senza toccare i bordi del tappo o del contenitore e senza alcuna contaminazione;
- raccogliere le seconde urine nel contenitore senza riversare e perdere il liquido fissativo;
- chiudere il contenitore; se non presente scrivere il numero progressivo di raccolta (esempio 1 per il primo giorno, 2 per il secondo, ecc…), e i dati del paziente sul contenitore;
- conservare il campione in un luogo fresco, a temperatura ambiente e lontano da fonti di luce;
- ripetere ogni giorno la stessa procedura per il numero di prescrizioni (un campione, tre campioni, ecc…);
- se presente, compilare la scheda anamnestica al momento della consegna o al proprio domicilio e allegarla ai campioni;
- portare i campioni in laboratorio o consegnarli all’infermiere.
L’esecuzione corretta della procedura di raccolta delle urine è fondamentale per avere un campione valido e sufficientemente rappresentativo al fine di studiare le cellule al suo interno.
La procedura è molto semplice ma va eseguita nei dettagli per non inficiare l’esame ed essere costretti, con ulteriori costi personali in termini di tempo e soldi, a ripeterlo più volte.
Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)
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