Un episodio sconcertante, l’ennesimo subito da un’infermiera, si è verificato nella mattinata di ieri presso carcere di Sollicciano a Firenze. Come denunciato in una nota da Francesco Oliviero (segretario regionale del Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria), presso la casa circondariale sarebbe andata in scena una “Domenica di sangue e violenza”.
“Si è sfiorata la tragedia”
Nello scritto è spiegato: “Da settimane nel carcere fiorentino di Sollicciano accadono gravissimi episodi violenti. Ma oggi si è sfiorata la tragedia. Dopo l’aggressione ad alcuni Agenti con olio bollente e un tentativo di strangolamento nella stessa settimana, questa mattina un internato marocchino, in attesa di Rems (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) e attualmente ristretto nel Reparto Atsm (Articolazione salute mentale) del carcere di Sollicciano, fingendo di avere problemi di salute è entrato in infermeria e ha tentato di abusare dell’infermiera.
Il tentativo di violenza
Il detenuto “si è scagliato contro la donna facendola cadere e, successivamente, le si è messo sopra infilando le sue mani nel pantalone e nella maglietta. Sentendo le urla, il poliziotto di servizio è intervenuto subito per liberare l’infermiera e, nel liberarla, ha subìto dei colpi al volto e al ginocchio.
Arrivati i rinforzi sul posto, mentre si accompagnava il detenuto nella propria cella, questi ha cercato di scappare ma è stato subito bloccato. L’infermiera e il collega di sezione sono stati trasportati in ospedale in quanto la donna aveva dolore alla spalla e il collega al ginocchio e al collo. A loro va tutta la nostra vicinanza e solidarietà ma è del tutto evidente che la situazione è allucinante a Sollicciano”.
La polizia penitenziaria chiede il taser
Come riuscire a fermare sul nascere questi episodi di violenza? Donato Capece, segretario generale del Sappe, non ha dubbi: “Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici) ma i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria fanno solo chiacchiere e la Polizia Penitenziaria continua a restarne
sprovvista.
Per questo torno a sollecitare la Ministra Guardasigilli Cartabia a prendere con urgenza provvedimenti per gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che ogni giorno, nelle galere d’Italia, sono le vittime di aggressioni, umiliazioni, improperi, ferimenti, risse e colluttazioni da parte della frangia violenta dei detenuti”.
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