Il triennio “formativo” Ecm relativo agli anni 2020-2022 (con proroga fino a dicembre 2023) sta per concludersi e, a quanto pare, sta registrando un netto aumento (fino al 70%!) dei professionisti sanitari ‘aggiornati’, contro la media del 50% dei due trienni precedenti.
Sono bastati questi dati, presentati ieri dall’associazione Formazione nella Sanità durante la conferenza stampa “Evoluzione Del Sistema Ecm: I Dati alla chiusura dell’anno di proroga”, per far esprimere un’incontenibile soddisfazione agli addetti ai lavori, tanto da arrivare alla conclusione che i professionisti della sanità amano incondizionatamente e sempre di più il programma.
Ma… Ne siamo davvero sicuri? Che i professionisti, rassegnati e sotto continua minaccia di sanzioni, ritorsioni o mancate coperture assicurative frequentino i corsi (spesso fad e con le risposte già pronte reperite online)… Significa davvero che amino il programma Ecm, che lo reputino valido e che siano entusiasti di impegnare il poco tempo libero a disposizione per assolvere l’obbligo formativo?
Alla Fnopi non hanno dubbi: «I dati presentati oggi confermano le sensazioni positive che avevamo già registrato anche nel settore infermieristico – sottolinea Pierpaolo Pateri, Tesoriere Fnopi – che risulta tra i più diligenti e in cui si sta verificando un trend in crescita nei confronti dell’educazione continua in medicina.
Come Federazione, con la nostra Presidente Barbara Mangiacavalli stiamo introducendo tante iniziative per coprire il gap formativo. È importare anche ricordare ai colleghi un altro importante elemento: l’efficacia delle polizze assicurative verrà meno se non si sarà raggiunto almeno il 70% dei crediti Ecm».
Ed ecco che si torna alle minacce (pardon, meglio definirle “informazioni circa le potenziali conseguenze in caso di mancato assolvimento dell’obbligo” per non avere problemi): «Le polizze assicurative relative all’assolvimento dell’obbligo formativo Ecm sono molto importanti, e noi cerchiamo di ricordarlo facendo informazione.
Ciò però comporterà quelle azioni che sono state sempre procrastinate, come le sanzioni. Come Fnopi faremo dei richiami al nostro codice deontologico che prevede l’obbligo formativo. Ma se non fosse sufficiente procederemo anche con le sanzioni» conclude Pateri.
D’altronde, la professione infermieristica richiede “sacrificio” (VEDI). E l’attrattività lievita…
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