FNOPI: “Indiani? In Italia già 38 mila infermieri stranieri, è un fenomeno tipico del mercato globale”

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L’arrivo degli infermieri indiani, con l’inevitabile livellamento del mercato sempre più in basso (VEDI articolo L’infermiere indiano in Italia: «Qui guadagno 10 volte tanto»), seguita a far discutere e a a contribuire alla fuga degli infermieri italiani (i pochi rimasti) da un paese che proprio non vuole riconoscerli come professionisti veri.


Ancora una volta, la FNOPI ha provato a tranquillizzare tutti con un’analisi pubblicata da AdnKronos: «Degli infermieri presenti in Italia, 24.947 ad 30 aprile 2024 provenivano dall’estero e, di questi, 15.419 da Paesi Ue e 9.528 da Paesi extra Ue. A questi, iscritti agli Ordini provinciali – dopo aver superato le verifiche previste dalle normali procedure di legge – si sono aggiunti, secondo stime delle Regioni, come conseguenza dei decreti emergenziali Covid-19 (Cura Italia) che hanno ammesso personale senza il passaggio legato ai controlli, circa 11.150 infermieri a cui, con gli effetti del decreto Ucraina, se ne aggiungono circa 1.700-1.800. Il totale degli infermieri stranieri presenti in Italia a fine 2022-inizio 2023 sarebbe quindi di circa 38.011».


La corsa per accaparrarsi i lavoratori indiani è del tutto normale e non c’è affatto da stupirsi, quindi: viviamo in una società multiculturale e questo andirivieni di professionisti è in linea coi tempi in cui viviamo. Anzi, come ha sottolineato la presidente FNOPI Mangiacavalli ieri a ‘Giù la maschera’ (Rai Radio 1), «non possiamo arginare un fenomeno tipico del mercato globale».


Perciò è solo un caso che, di fronte a una carenza di infermieri oramai fuori controllo, siano stati scelti operatori che, nel loro paese, guadagnano 10 volte di meno dei nostri. Ne prendiamo atto, seppur con qualche dubbio. Ma… Per quanto riguarda la qualità delle cure? Questa non corre il rischio di abbassarsi drasticamente, di fronte alla probabile invasione di professionisti dalla dubbia formazione e che non parlano per nulla o quasi l’italiano? Fortunatamente, ci ha pensato di nuovo il ministro Schillaci a rasserenare gli animi, ribadendo durante la conferenza stampa finale del G7: «Abbiamo scelto gli infermieri dall’India perché hanno dei diplomi di qualità che possono essere riconosciuti dal nostro sistema».


Sarà l’Ordine, ovviamente, come ricordato da Mangiacavalli, a garantire che gli infermieri indiani abbiano le giuste caratteristiche: «Quello che possiamo fare è mettere alcuni paletti insieme al Governo e al ministero della Salute affinché ci sia una garanzia di qualità per i cittadini».

AddText 10 23 10.02.27

Alessio Biondino

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