Secondo gli esperti è l’infermiere il protagonista della sanità del futuro

Redazione 13/02/23
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In questi giorni, abbiamo avuto la possibilità di leggere un testo che sollecita un cambiamento profondo nella politica sanitaria del futuro. Pubblicato alcuni anni fa e arricchito dalla prefazione di Girolamo Sirchia, ex Ministro della Salute, il testo è scritto da autori di alto profilo ed esperti nel management sanitario.

Il testo si candida a diventare un faro e un indirizzo per il nostro Sistema Sanitario Nazionale per affrontare le sfide economico-sociali che lo attendono, non solo la fase post-Covid, ma anche i problemi permanenti legati all’invecchiamento della popolazione e alla cronicità da soddisfare sul territorio. Quale ruolo all’infermiere? Scopriamolo insieme!

L’infermiere sarà il futuro protagonista della sanità

Alla lettura del testo  “Cronicità e dintorni – Design organizzativo per il prossimo periodo post Covid-19” è chiaro che parte della soluzione dei problemi descritti non può che appartenere alla piena applicazione della professionalità infermieristica. L’infermiere sarà futuro protagonista della sanità e lo farà in quel teatro che da anni attende uno dei suoi attori principali, il territorio.

Il profilo degli autori

Gli autori provengono tutti da ambienti ed esperienze che ne accreditano lo sforzo; in ordine sparso:

Ing. Davide Croce

Direttore del Centro sull’Economia e il Management in Sanità e nel Sociale. Docente di economia sanitaria e clinical governance. Forma la dirigenza medica e infermieristica del nostro paese. Figura di spicco nella formazione sanitaria.

Avv. Angelo Capelli

Avvocato e Docente in Master e Corsi di Alta Formazione in diritto sanitario e organizzazione sanitaria è stato Consigliere Regionale della Regione Lombardia ed estensore della riforma sanitaria regionale lombarda.

Dott. Carlo Lucchina

È stato Assessore regionale alla Sanità Lombarda, Direttore Generale e manager sanitario di trentennale esperienza.

Dott.ssa Frida Milella

Dottoranda di Ricerca in Management, Finance and Accounting presso la LIUC – Università Cattaneo. Collabora con il Centro sull’Economia ed il Management nella Sanità e nel Sociale della LIUC-Business School.

I temi che affronta il libro

L’invecchiamento della popolazione è correlato a un aumento delle cronicità, come tutti ben sappiamo. Purtroppo, il nostro Sistema Sanitario Nazionale è sin da oggi in ritardo nell’affrontare il problema e la pandemia mondiale avrà senz’altro acuito il problema.

Problema che certamente emergerà nei prossimi tempi. Vecchie soluzioni non possono essere presentate alla luce di nuovi problemi, la risposta ospedaliero-centrica ai problemi sanitari e sociosanitari della popolazione italiana è ormai obsoleta ma il problema ad oggi non è mai stato affrontato se non da alcune Regioni, e nelle stesse, differentemente tra le località attigue.

I problemi della popolazione italiana

Obesità, vizi e patologie invalidanti come il diabete non fanno che accrescere il problema, a questo punto esponenziale. In un contesto economico in cui è difficile per lo Stato, per ragioni politiche e finanziarie, farsi da proibitore istituzionale di comportamenti, sostanze e alimenti che danneggiano le classi sociali suscettibili al marketing costante, la sanità si dovrà accollare questo onere ma senza averne gli strumenti organici e organizzativi.

I ruoli dell’infermiere nei nuovi modelli organizzativi sanitari

Le soluzioni previste, al di là della riorganizzazione delle modalità di domanda e offerta di prestazioni sanitarie e che sono perno concettuale e obiettivo del libro, richiamano tutte a funzioni e competenze dell’infermiere e/o di altri professionisti sanitari: educazione e counselling sanitario, prevenzione, case management, telemedicina, ecc…

Nel riorganizzare la risposta ai bisogni di salute del cittadino, insieme agli altri professionisti sanitari del team assistenziale, si chiarisce spesso il ruolo dell’infermiere: “Si conferma la funzione dei pediatri di libera scelta che possono essere Gestori o co-Gestori dei pazienti di livello 3, mentre gli infermieri rappresentano un importante raccordo nel percorso clinico e possono essere case-manager.”.

La sanità alla prova del Covid19

Come la sanità ha risposto e dovrà rispondere alla prova dell’emergenza sanitaria Covid19: “La crisi COVID 19 ha messo in evidenza la difficoltà dell’assistenza primaria sui territori e la necessità anche in condizioni di emergenza pandemica di strutturarsi organizzativamente. Inoltre la diminuzione numerica strutturale di queste figure professionali (i medici N.d.R.) per la mancata programmazione della loro sostituzione con la formazione universitaria indica l’aggregazione come soluzione organizzativa, associati con altre figure professionali: personale di accoglienza, infermieri di famiglia, tecnici per l’assistenza domiciliare e telemedicina, operatori di contatto.

L’infermiere al tempo del Coronavirus e della graduale carenza del medico

È già in atto una riprogrammazione del lavoro in base ai livelli d’ambito e l’infermiere, che è stato in grado di ri-prendersi ampi spazi di competenza, ha dimostrato il potenziale insito nella sua professionalità, sopratutto in questa fase di emergenza: “La suddivisione del lavoro assegnato secondo il livello minimo professionale di competenza è la modalità di assistenza sanitaria che nel tempo si proporrà in assenza della figura di perno principale del sistema italiano, ovvero il medico. […]. Ne sono un esempio le USCA per l’assistenza Covid-19, ovvero l’Unità speciale di continuità assistenziale, che anche se declinata dalla norma culturalmente sul medico ha visto nelle prime applicazioni lombarde anche la presenza di infermieri per la visita a domicilio di controllo.

La scheda del libro

In fase di pubblicazione, ed. Maggioli Editore, 2020, Cronicità e dintorni – Design organizzativo per il prossimo periodo post Covid-19, è certamente un testo specialistico, ma che può e deve interessare tutti gli attori e i protagonisti della sanità futura, tra cui l’infermiere senza dubbio.

Chiunque voglia agire nel territorio, dovrebbe averlo nella propria libreria personale. Dirigenti e formatori ne trarranno il beneficio di una lunga visione mentre i professionisti potranno sicuramente indirizzare le loro energie verso obiettivi formativi paralleli a quelli citati nel libro. E voi che cosa ne pensate? Siete pronti al cambiamento?

Guardare al futuro della Sanità

FORMATO CARTACEO

Cronicità e dintorni

Nei libri di storia, leggeremo: “Nella prima parte del XXI secolo, la costante connessione caratterizzò la vita di tutti. Ma nei primi mesi del 2020…”. La probabile verità è che fino a oggi l’impegno a globalizzare tutti gli aspetti della nostra vita aveva scongiurato la potenziale presenza di uno stress per un evento globale,rischiandolo solo in alcuni casi sanitari oppure per incidenti nucleari o terremoti, senza tuttavia mai incrociarlo. La pandemia da Covid-19 ha modificato questo quadro costruito in un trentennio di progressive aperture delle frontiere e al commercio di beni e servizi, con un primo vero test che sta risultando catastrofico per tutto il globo, con l’Italia in prima linea. Veniamo da anni in cui la spesa sanitaria è stata complessivamente crescente, ma soprattutto è stata in gran parte determinata dalla classe di pazienti affetti da patologie croniche. Viviamo più a lungo, viviamo probabilmente meglio della generazione precedente in termini di salute, ma questo benessere richiede oggi servizi sanitari e socio-sanitari che dovrebbero essere erogati in modo diverso, per numerosità ma anche per complessità.  È il famoso spostamento del baricentro di cura, tema organizzativo individuato da anni senza ricadute programmatorie. E poi è arrivato anche il Covid. Nel periodo di crisi più nero dal secondo dopoguerra, il Servizio Sanitario Nazionale – ed in particolare quello lombardo ma anche di altre Regioni – è stato messo sotto una pressione che ha rischiato di far collassare l’intero Paese. Ora appare chiaro che il Welfare attuale dovrà cambiare per tenere in futuro un ritmo dato da un’emergenza sanitaria che prima non esisteva. Un rapido adattamento è assolutamente necessario. Nelle situazioni di emergenza le pecche organizzative vengono evidenziate molto più rispetto alle condizioni di lavoro normale, ove la buona volontà degli operatori tende a coprire le falle. L’inevitabile confusione che nascerà nel prossimo periodo non dovrà quindi far perdere di vista l’obiettivo per l’assistenza ai pazienti affetti da patologie croniche, ovvero monitoraggio, supporto al paziente, visione olistica. Se l’obiettivo è salvare il Servizio Sanitario Nazionale come patrimonio del nostro Paese, la sfida è decisiva.

Davide Croce, Angelo Capelli, Carlo Lucchina, Frida Milella | Maggioli Editore 2020

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