Sta facendo parecchio discutere, in questi giorni, il caso del bambino di due anni, figlio di no vax, ricoverato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Il piccolo, per potersi operare al cuore, necessita di sangue, ma… Il suo intervento è rimasto ‘sospeso’ per diverse settimane a causa di un’assurda pretesa della famiglia: avere solo ed esclusivamente sangue donato da persone non vaccinate contro la Covid-19.
Le motivazioni della ‘scelta’
Le motivazioni, a quanto pare religiose, purtroppo vanno a rispolverare un vecchio e intramontabile cavallo di battaglia no vax, ovvero quello secondo cui i vaccini si otterrebbero da embrioni e dunque feti uccisi.
Fatto sta che, magari confusi, forse spaventati e di sicuro male informati, questa mamma e questo papà hanno pensato di proteggere il proprio figlio e di fare il suo bene decidendo di non affidarsi alla scienza. E ciò, in Occidente, nell’anno 2022, è a dir poco devastante e forse dovrebbe farci riflettere.
Un esame di coscienza
Cosa e quanto abbiamo sbagliato? È questa la domanda che dovremmo porci tutti, a questo punto. A partire dal meno qualificato operatore sanitario fino ad arrivare al Ministro della Salute, passando per gli illustri esperti che hanno detto tutto e il contrario di tutto durante l’evolversi dell’emergenza sanitaria; confondendo molti cittadini.
Questa deriva anti-scientifica poteva essere in qualche modo evitata o almeno arginata? Alcune informazioni, fin dall’inizio, potevano essere date in modo diverso? Possibile che ci sia voluta una pandemia globale per dichiarare guerra alle fake news in modo assai più convincente e organizzato rispetto al passato?
Il bimbo sarà operato e trasfuso
Comunque… Il caso del bimbo è finito in tribunale e l’ospedale ha vinto il suo ricorso: il bimbo sarà trasfuso con il sangue disponibile che, forse è bene ricordarlo, non si può scegliere.
Una decisione che ha trovato d’accordo Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps): “Plaudo alla alla decisione del giudice tutelare di Modena che ha accolto il ricorso dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, stabilendo che il bimbo deve essere operato. Non consentire una trasfusione al proprio figlio che ne ha bisogno è assurdo, è davvero impossibile pensare che possa accadere una cosa del genere. Si tratta di una questione di vita o di morte. Anteporre i propri ideali alla salute del proprio figlio è davvero improponibile”.
‘Genitori scellerati’
Per Di Mauro “siamo di fronte a due genitori scellerati, che antepongono il loro ideale alla salute del proprio figlio e che stanno giocando con la salute del proprio bambino. Si tratta di una decisione fuori dal mondo. In questi casi è giusto che siano intervenute le autorità giudiziarie. Bene, dunque, la scelta del giudice tutelare, perché se il piccolo fosse morto per il mancato intervento sarebbe stato un dramma nel dramma e si sarebbe creato un pericolosissimo precedente, anche per altre patologie”.
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