È passato un anno da quando Gerry Scotti, noto conduttore televisivo, si è ritrovato faccia a faccia col Coronavirus in una terapia sub intensiva.
Tra incubo e realtà
Di quei giorni, vissuti “tra incubo e realtà”, ha un ricordo surreale, buio, difficile da cancellare: “In quella dimensione diventa difficile capire anche lo scorrere delle ore, non sai più se è giorno o notte. Lo scarso ossigeno al cervello non aiutava”.
La luce negli occhi
Il Gerry nazionale, mentre era tra gli ospiti del Premio ‘Lombardia è Ricerca’ al Teatro alla Scala di Milano, ha voluto raccontare tutto questo e si è sentito di ripercorrere “Quel continuo girare di infermieri e dottori, operosi come formiche. Erano tutte persone giovani ma di loro ricordo solo la luce negli occhi, quando provavano a sorridermi: era la loro sola parte visibile, attraverso le protezioni.”
Un incontro
“Non posso ricordare i loro nomi ma la cosa più assurda è che non posso ricordare nemmeno le loro facce. Ma per me sono stati fondamentali” ha continuato il conduttore. Tanto che spera di poterli conoscere: “Se si facessero vivi mi farebbe enormemente piacere organizzare un incontro — un pranzo o una cena — con tutti loro. Se leggeranno queste parole vorrei si mettessero in contatto per vederli finalmente in faccia”.
L’unica via d’uscita è il vaccino
Gerry Scotti ha avuto parole anche per i no vax e per chi, a suo dire, non ha ben inteso quanto grande sia il pericolo che la Covid ci ha sbattuto in faccia: “Io sono incredulo quando sento che c’è chi ancora non si accorge di quanto sia difficile questa situazione e di come l’unica via di uscita sia il vaccino, così come queste persone sono incredule di tutta una serie di altre cose, a loro volta.
Io non mi discosterei dalle parole di Mattarella: bisogna ricordarsi di essere italiani non solo quando vinciamo gli Europei, ma anche se ci sono dei doveri che non andrebbero discussi ma eseguiti. Faccio parte di una generazione che ha sempre ragionato in questo modo e non credo proprio mi manchi lo spirito critico”.
La paura
Così come le tantissime persone colpite duramente dalla malattia, anche il corpulento showman ha avuto paura: “Molta paura. Come a tutti, mi sembrava impossibile toccasse a me. È una lotteria della quale non vorresti avere il biglietto. In ospedale c’era un vetro che mi separava dall’intensiva: su dieci persone, in quattro non ce la facevano. Sono cose che non si possono dimenticare”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento