Gli infermieri sono “stufi delle belle parole”

In un nuovo comunicato, il sindacato degli infermieri Nursing Up ribadisce l’importanza fondamentale della sanità territoriale per la ricostruzione del nostro SSN.

Ma non solo: il presidente nazionale Antonio De Palma ricorda come sia venuto il momento, per gli infermieri italiani, di vere valorizzazioni, di adeguamenti economici/contrattuali e di assunzioni capillari.

L’importanza della sanità territoriale

“Lo abbiamo detto, e lo ribadiamo con forza ancora una volta: il futuro della sanità italiana passa inevitabilmente attraverso un concreto piano di rilancio della sanità territoriale, con la costruzione, passo dopo passo, di una concreta progettualità all’interno della quale l’infermiere, a tutti i livelli, possa e debba essere protagonista assoluto, alla luce della sua indiscutibile professionalità.”

Legittime aspirazioni

“Ma tutto questo certo non basta, se la crescita contrattuale e con essa le legittime aspirazioni economiche degli infermieri italiani restano inesorabilmente ferme al palo. Così come il fin qui disatteso piano di valorizzazione della nostra categoria.

Lo confermano i dati della Ragioneria dello Stato, con gli infermieri che vedono aumentare la disparità retributiva con i medici, che invece ‘veleggiano’ verso ben altri traguardi.”

Il ruolo chiave dell’infermiere

“Abbiamo letto e abbiamo avuto modo di riflettere sulle recenti dichiarazioni della Presidente della FNOPI Barbara Mangiacavalli, che fa riferimento al ruolo chiave che l’infermiere del presente e del futuro deve ricoprire, nell’ambito della riforma della sanità territoriale, anche nell’ambito del nuovo Piano di Resilienza

Non c’è dubbio alcuno che noi infermieri siamo pronti. Abbiamo le qualità necessarie, nonostante le carenze strutturali con cui siamo alle prese da tempo, per assumere la responsabilità degli Ospedali di Comunità e delle altre strutture a gestione infermieristica, ed è chiaro che tutto questo non può prescindere da un tempestivo e sistematico inserimento degli infermieri di famiglia.”

Le promesse

“Certo non bastano 9600 assunzioni, per di più promesse e rimaste quasi utopia, nell’ambito di un piano che doveva portare i suoi effetti sperati già in tempo di Covid.

E invece il Governo ha come al solito lanciato la palla della responsabilità alle Regioni, che fin qui hanno utilizzato solo il 20% delle risorse a disposizione, quindi parliamo di un progetto che non è mai decollato.”

La politica del pressappochismo

“Ma come si fronteggiano le carenze di personale e come si rimedia in modo radicale agli errori fin qui commessi?

Quale è il ruolo chiave, noi ci chiediamo, che deve rivestire chi, sulla base delle proprie funzioni di Ente sussidiario dello Stato, si confronta quotidianamente con le istituzioni ai vari livelli?

Certo non quello di limitarsi alle belle parole e alle riflessioni, che senza il pragmatismo dei fatti, seppur veritiere e sacrosante, finirebbero con il diventare mero fumo, se non seguite da una concreta politica dei fatti.

Adesso gli infermieri si aspettano che la loro Federazione punti i piedi, ed usi tutti gli strumenti che ha per sensibilizzare Governo e Regioni ad abbandonare una volta per tutte la politica del pressappochismo.”

Le carenze sono sotto gli occhi di tutti

Siamo stufi delle belle parole, da qualunque parte esse provengono. Le carenze sono sotto gli occhi di tutti: non è mai palesemente decollato il radicale piano di assunzioni capillari che avrebbe dovuto rafforzare la sanità pubblica nel momento cruciale dell’emergenza e nel contempo permettere agli infermieri dipendenti, liberati dai lacci del vincolo di esclusività, di poter sostenere con le loro forze una sanità privata che continua a boccheggiare, con malati cronici, anziani e soggetti fragili abbandonati a loro stessi.”

Urge un salto di qualità

“Il nuovo PNRR del Governo Draghi, l’atteso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dovrebbe prevedere, la nostra speranza è questa, una concreta riforma della sanità territoriale, un salto di qualità indispensabile da mettere in atto, alla luce di un aumento consistente delle risorse, con la dote per l’assistenza domiciliare che sale ufficialmente fino a 4 miliardi di euro. 

Chiediamo che le maggiori risorse a disposizione per la sanità italiana non diventino solo foraggio per gli appetiti di 21 voraci Regioni, e di altrettanti sistemi sanitari affamati.”

Un’occasione da non perdere

“Siamo di fronte ad una occasione da non perdere per il futuro del nostro Sistema Sanitario, ora che finalmente ci sono maggiori risorse economiche. Governo e Regioni incedano di pari passo, e pianifichino sin da subito un piano strategico che si traduca, finalmente, in quell’ambita e tanto decantata missione di rilancio che non può e non deve conoscere tentennamenti di alcun genere.”

Autore: Alessio Biondino

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Alessio Biondino

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