Guerra di competenze tra Infermieri e OSS: necessario parlarne ancora.

È in giro da qualche giorno la notizia, su qualche quotidiano locale, secondo cui lo scorso 26 Marzo, anche la Regione Liguria, sulla stessa riga della Regione Veneto, ha varato una proposta dove si intravede  la possibilità di provvedere a formare ulteriormente l’operatore socio sanitario, al fine di affrontare la crisi pandemica che sta attanagliando tutta l’Italia. Ma la stessa cosa, sembra  si stia intravedendo anche nella regione Puglia.
Un fatto che sta generando ormai già da diversi giorni, polemiche infinite, in seguito alla deliberazione n.305 messa a punto dal consiglio regionale di Palazzo Ferro Fini di Venezia, che in maniera molto chiara ed esaustiva ha specificato i nuovi metodi formativi e le nuove competenze da attribuire agli OSS.

 

Attività e mansioni che stanno facendo adirare gli infermieri italiani, i quali si vedono depredati ed espropriati delle loro competenze tecniche. Non a caso l’OPI della regione in questione, ha lasciato intendere di voler procedere per le vie legali, in quanto ritiene totalmente inappropriata, un’iniziativa del genere.
C’è da capire se nelle intenzioni di questi amministratori locali, c’è l’idea di voler migliorare effettivamente il profilo dell’operatore socio sanitario, alla luce di quelli che potrebbero essere nuovi scenari di assistenza e cura dell’ammalato, con l’intento di far crescere e migliorare questo professionista; o più semplicemente, utilizzare una figura a basso costo, caricandola ulteriormente di mansioni e attività da svolgere.

 

Intanto, di sicuro, questa deliberazione insieme alla proposta della regione Liguria e della regione Puglia, sta accendendo i riflettori su quella che è la condizione di anonimato per molti OSS, sempre più costretti dai vari sistemi operativi,  a svolgere anche se in regime di abusivismo, attività che non rientrano proprio nel loro mansionario.
A volte per far fronte alla carenza di personale infermieristico, altre, perché si creano, purtroppo, sistemi conclamati, dove l’impossibile diventa possibile e troppo spesso, diventa difficile anche far emergere certe situazioni.
Nell’attesa che si possa fare chiarezza, l’augurio e che si possano trovare strade che vadano a ricongiungere quelli che sono i due protagonisti principali dell’assistenza; ma soprattutto questo evento, sta lasciando trapelare la necessità reale, di portare in primis, la formazione dell’operatore socio sanitario verso un cambiamento, al fine di adeguarlo a quelle che sono le necessità nuove di assistenza, rinnovandone il mansionario e migliorandone il profilo al fine di garantire una preparazione sempre più adeguata.

 

 

Autore: Alessandro Salerno (profilo Facebook)

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