Guida step-by-step alla creazione di una fake news

Il diffuso accesso a internet e a diverse fonti di informazioni ha permesso a tutti di confrontarsi con notizie diverse. Ma quando esse sono credibili e quando sono fake news? Questa breve guida consente di andare all’origine della nascita di una fake news.

Vivendo in un’epoca in cui chiunque può avere accesso a diverse informazioni, ripubblicarle, condividerle, aggiungendo anche la propria personale opinione, è facile ritrovarsi persi in un groviglio, spesso contradditorio, di dati.

La National Public Radio (NPR) americana, organizzazione di informazione indipendente no-profit, assieme alla società di ricerca Graphika, ha analizzato in particolare un insieme di bugie che riguarda, ancora una volta, i vaccini anti-covid: la loro possibile influenza sulla fertilità femminile.

Le evidenze scientifiche che smentiscono questa correlazione sono innumerevoli, eppure in qualche modo la paura, se non il dubbio, persiste.

Gli aspetti giuridici dei vaccini

La necessità di dare una risposta a una infezione sconosciuta ha portato a una contrazione dei tempi di sperimentazione precedenti alla messa in commercio che ha suscitato qualche interrogativo, per non parlare della logica impossibilità di conoscere possibili effetti negativi a lungo termine. Il presente lavoro intende fare chiarezza, per quanto possibile, sulle questioni più discusse in merito alla somministrazione dei vaccini, analizzando aspetti sanitari, medico – legali e professionali, anche in termini di responsabilità.   Fabio M. DonelliSpecialista in Ortopedia e Traumatologia, Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina dello Sport. Profes­sore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano nel Dipartimento di Scienze Biomediche e docente presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Già docente nella scuola di Medicina dello Sport dell’Uni­versità di Brescia, già professore a contratto in Traumatologia Forense presso l’Università degli Studi di Bologna e tutor in Ortopedia e Traumatologia nel corso di laurea in Medicina Legale presso l’Università degli Studi di Siena. Responsabile della formazione per l’Associazione Italiana Traumatologia e Ortopedia Geriatrica. Promotore e coordinatore scientifico di corsi in ambito ortogeriatrico, ortopedico-traumatologico e medico-legale.Mario GabbrielliSpecialista in Medicina Legale. Già Professore Associato in Medicina Legale presso la Università di Roma La Sapienza. Professore ordinario di Medicina Legale presso la Università di Siena. Già direttore della UOC Me­dicina Legale nella Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Direttore della Scuola di Specializzazione in Me­dicina Legale dell’Università di Siena, membro del Comitato Etico della Area Vasta Toscana Sud, Membro del Comitato Regionale Valutazione Sinistri della Regione Toscana, autore di 190 pubblicazioni.Con i contributi di: Maria Grazia Cusi, Matteo Benvenuti, Tommaso Candelori, Giulia Nucci, Anna Coluccia, Giacomo Gualtieri, Daniele Capano, Isabella Mercurio, Gianni Gori Savellini, Claudia Gandolfo.

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Gli strumenti di analisi di Graphika hanno permesso di individuare i punti chiave in cui le informazioni iniziano a distorcersi e vengono amplificate, diventando spesso virali grazie alla partecipazione di diversi protagonisti.

Step 1: includere all’origine una parziale verità

Un team di ricercatrici in antropologia medica dell’università dell’Illinois Urbana-Champaign ha raccolto dei questionari, oltre 120.000, in cui migliaia di donne hanno affermato di aver avuto flussi mestruali inaspettatamente più pesanti o di aver avuto esperienze di spotting a seguito della vaccinazione anti-covid.

D’altro canto la ricercatrice Alice Lu-Culligan, MD-Ph.D. alla Yale University, afferma che una sorta di correlazione potrebbe sussistere, in quanto il sistema immunitario gioca un ruolo importante nella regolazione del ciclo mestruale, e che quindi la vaccinazione possa creare alterazioni temporanee.

Purtroppo, stabilire scientificamente un link tra questi eventi risulta difficile. Al momento della vaccinazione, infatti, non sono stati raccolti dati su queste caratteristiche ginecologiche; inoltre, il ciclo mestruale ha caratteristiche estremamente personali ed è facilmente influenzato da diversi fattori, quali lo stress, medicinali, alimentazione etc etc.

Lì dove vengono a mancare i dati scientifici, il dubbio si insinua, e il gap conoscitivo diventa la porta in cui la fake news può insinuarsi.

Step 2: trovare un influencer che possa diffondere il dubbio

Nel contesto americano è stata la giornalista e femminista Naomi Wolf, affiliatasi ai gruppi no-vax e sostenitori della pseudo-medicina, a favorire l’amplificazione della notizia.

Tutto è inizialmente partito da un gruppo Facebook chiamato “COVID-19 Vaccine Side Effects”, in cui gente comune postava le proprie esperienze e cercava risposte. La Wolf ha raccolto le diverse testimonianze delle donne del gruppo che riportavano irregolarità mestruali dopo il vaccino o, addirittura, dopo essere state vicino a donne vaccinate.

L’intervento sui social di Naomi Wolf si conclude dicendo che tutti questi report da parte delle donne coinvolte, esigono maggiori investigazioni. Parlare di investigazioni implica ricerca di anomalie, le anomalie implicano possibili danni, possibili danni allargano dubbi e paure.

Step 3: accumulare diversi miti legati all’argomento

La Wolf poco dopo inizia poi ad insinuare la possibilità di un’influenza sul proprio ciclo da parte di donne vaccinate, data anche solo dalla vicinanza con esse. Per quanto sia una tesi assolutamente infondata e non scientifica, la paura galoppa. Soprattutto se ci si appoggia al mito che donne che vivono insieme possono condizionare i cicli mestruali l’una dell’altra.

Dai cicli mestruali al tema della fertilità il passo breve e la Wolf non ha avuto paura di farlo.  Lu-Calligan afferma invece che gli studi e le fonti che affermano che non esiste una correlazione tra vaccini anti-covid e fertilità sono numerosissime.

Inoltre, gli studi riportati dal CDC (Center for Disease Control and Prevention), affermano la sicurezza dei vaccini anti-covid per le donne incinta o che stanno allattando.

Step 4: creare scalpore nei media mainstream

Ovviamente, a seguito dei tweet e post della Wolf, altri influencer hanno condiviso le sue affermazioni, e le storie false da clickbait hanno iniziato a pullulare.

Il punto di svolta però, è stato raggiunto da una storia vera. La Center Academy, una scuola privata di Miami, annuncia che vieterà ai professori della scuola di vaccinarsi, in cui l’alternativa implicita sembra un possibile intervento legale. La CEO Leila Centner, ovviamente facente parte del team no-vax, afferma che non vuole rischiare la salute dei suoi studenti.

Assurda e sconvolgente, la notizia ha attirato i click di favorevoli e contrari, sia che fosse per curiosità o per esprimere sostegno, facilitandone la diffusione.

L’evoluzione da news locale a nazionale ed infine internazionale è stata estremamente rapida. Gli analisti di Graphika affermano che è a questo punto che hanno iniziato a vedere una risonanza della notizia in spagnolo, portoghese e altre lingue. La notizia passa dunque il confine.

Step 5: modificare la news affinché serva al proprio scopo

Dato che si parla di fake news, non ci sono dati e studi che supportino tali informazioni, ed è quindi facile fare in modo che questi messaggi si adattino agli scopi di propaganda e dibattito che politici o personaggi di rilievo sostengono.

La fertilità e la salute delle donne sono temi scottanti, che hanno il potenziale di una sostanziosa audience in quanto tali affermazioni possono colpire e impressionare un’enorme fetta di popolazione.

Tutto ciò è stato utilizzato da diversi politici americani, che hanno usato queste notizie per i loro scopi elettorali, volendo ignorare il potenziale ma reale impatto sulla salute che queste affermazioni avrebbero potuto avere.

Assistere a casa

Da chi svolge quotidianamente un lavoro a contatto con le persone malate e i loro contesti famigliari, e che affronta con loro tutto quello che può accadere dentro le case durante l’assistenza domiciliare, nasce questo agile e utilissimo manuale. Non è un testo enciclopedico, non vuole avere, per spirito degli autori stessi, la presunzione di risolvere qualsiasi problema si possa presentare nel corso dell’assistenza domiciliare. Un’assistenza domiciliare non può prescindere dalla possibilità di effettuare a domicilio le cure necessarie ed eventuali esami diagnostici. per questo c’è bisogno di creare un équipe ben addestrata di sanitari coordinati fra loro, di assicurare una reperibilità 24 ore su 24, e di avere la certezza di una base di riferimento, fulcro importantissimo, quale la famiglia e i volontari. Proprio loro infatti rappresentano il raccordo essenziale tra il paziente e il professionista. spesso si trovano a confrontarsi con una realtà diversa, piena di incognite. Devono essere edotti sui diversi aspetti della malattia ma è fondamentale che conoscano il confine entro cui muoversi e quando lasciar posto al personale sanitario. Conoscere significa non ignorare e non ignorare significa non aver paura: una flebo che si ferma non deve creare panico nei famigliari o nel volontario, anche perché essendo loro il punto di riferimento per il paziente sono loro i primi a dare sicurezza e questo avviene solo se si conoscono i problemi. Il testo cerca perciò di porre l’attenzione sulle necessità più importanti, sui dubbi più comuni, sulle possibili situazioni “difficili” che a volte divengono vere urgenze, non dimenticando i piccoli interrogativi che spesso sono sembrati a noi stessi banali ma che, al contrario, sono stati motivo di forte ansia non solo per il paziente ma anche per i famigliari e per i volontari alle prime esperienze. Giuseppe Casale, specialista oncologo e gastroenterologo, è fondatore dell’Associazione, Unità Operativa di Cure Palliative ANTEA, di cui è anche Coordinatore Sanitario e Scientifico. Membro di molte Commissioni del Ministero della Sanità in ‘Cure Palliative’, è autore di diverse pubblicazioni, nonché docente in numerosi Master Universitari. Chiara Mastroianni, infermiera esperta in cure palliative, è presidente di Antea Formad (scuola di formazione e ricerca di Antea Associazione), e membro del comitato scientifico dei Master per infermieri e medici in cure palliative dell’ Università degli studi di Roma Tor Vergata.

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Step 6: ripetere il ciclo con nuove fake news

Gli analisti di Graphika riportano che a fine giugno le bugie legate ai vaccini e alla fertilità avevano ormai raggiunto lontani angoli del globo, dalla Francia al Brasile. Eppure iniziavano a sfumare.

Qui si evidenzia quindi la caratteristica principale delle fake news: non rimangono a lungo. Possono avere ondate di visibilità, centinaia o anche migliaia di retweet e repost, ma il tempo rivela la loro inconsistenza.

Una volta sconvolto il mondo dell’informazione, si attenuano e perdono di valore. Solo per poi lasciare il post allo scalpore della fake news successiva.

Autrice: Beatrice Santucci

Referenze:

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Beatrice Santucci

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