Molte le professioni che possono contare su questo paletto normativo, tra queste però non c’è quella infermieristica; il rischio che si corre a causa del mancato inserimento nel disegno di legge è quello di veder saltare anche questa chance di implemento della tutela degli infermieri.
Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo
La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa. Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.
Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore
32.00 € 30.40 €
La richiesta così espressa dalla Presidente Ipasvi, alla commissione lavoro del senato è molto semplice e attiene proprio alla necessità di inserimento nella nuova disposizione al richiamo agli infermieri. Queste le parole della Presidente al riguardo:lo scatenarsi di una concorrenza selvaggia porta inevitabilmente, soprattutto i giovani, ad accettare remunerazioni sottocosto che sviliscono l’operato dell’intera categoria.
Ed è proprio in quest’ottica che si inserisce il riferimento all’equo compenso, soluzione questa che certamente non segna il punto di svolta definitivo per colmare la misura di alcune lacune endemiche al sistema Italia nella sua interezza, ma che potrebbe fornire uno strumento di protezione comunque valido.
Limitare il nuovo regime solo ad alcune categorie professionali escludendo, nei fatti, quella infermieristica, rappresenterebbe un ulteriore aggravio per gli infermieri già costretti alle retribuzioni “da fame” di alcune cooperative. Per questi professionisti sanitari il Ddl 2858 sull’Equo compenso, potrebbe essere uno scudo difensivo contro i salari estremamente bassi (si parla di 5-7 euro l’ora) recepiti in alcune strutture.
Il tema della giusta retribuzione professionale si pone così all’interno di uno scenario di crescita della categoria e non solo. La battaglia iniziata già da qualche tempo sulla scorta della grave crisi economica che ha investito soprattutto le nuove generazioni affacciatesi al mondo del lavoro è una faccenda che riguarda tutti. Le difficoltà enormi di chi, costretto dalla necessità di sopravvivere, accetta il compromesso di una retribuzione non all’altezza delle competenze acquisite è una sfida che deve essere vinta per la tutela di tutte le fasce di lavoratori.
Le situazioni di squilibrio nei rapporti contrattuali tra i professionisti iscritti a un ordine o collegio professionale e i committenti devono quindi venir meno. CI si augura che a seguito dell’invito della Presidente Ipasvi, la soluzione di buon senso dell’Equo compenso entri a far parte della nuova legge, queste le parole della Presidente Mangiacavalli: “Con la piena convinzione che tale novella potrà arrecare importanti benefici a tutte le professioni ordinistiche e con l’intento di dissolvere qualsiasi dubbio in merito all’ applicabilità della norma anche agli infermieri, appare opportuno per la Federazione nazionale Collegi Ipasvi suggerire l’inserimento all’art. 2 del richiamo alla disciplina specificamente dedicata alla professione infermieristica, ossia del decreto del ministero della Salute n.165 del 2016”.
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