In primo luogo si osservi il paradosso per cui, alla sempre maggiore richiesta di operatori sanitari, concorra una sempre maggiore restrizione all’ingresso del mercato del lavoro. A soffrire di questa condizione sono in particolare i giovani laureati, i quali preferiscono scegliere la strada della realizzazione all’estero piuttosto che imbastire battaglie di lavoro personali delle volte poco gratificanti.
La saturazione del mercato
Di recente è capitato di imbattermi nell’analisi della posizione italiana dei medici pediatri che riassume, in maniera dettagliata, la portata del problema inerente al ricambio generazionale in Italia. Nel nostro paese si è assistito, infatti, ad una vera e propria saturazione del mercato avvenuta in pochissimi anni e che ha coinvolto, come ultimo macro fenomeno, la generazione della classe 1955/1957.
Le politica e le difficoltà d’ingresso alla professione sanitaria
Senza che da questo ci si soffermi su superflue valutazioni circa la lungimiranza di queste scelte politiche, si analizzi lo stato dei fatti e la condizione in cui versano i nostri ospedali, cercando di capire quali contromisure poter esperire per non ritrovarsi di fronte ad una vera e propria voragine costituita da migliaia di posti vacanti.
Ciò che deve essere preso in considerazione è la particolare difficoltà nella formazione di aspiranti medici e in generale dei professionisti della sanità i quali, in previsione di enormi difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro e vista la strettoia rappresentata da una insormontabile possibilità di accesso al lavoro, preferiscono non terminare gli studi o appena terminati decidono di fuggire alla ricerca di migliori prospettive realizzative.
A proposito di passato:
Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo
La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa. Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.
Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore
32.00 € 25.60 €
L’esempio dell’Inghilterra
Correre ai ripari, adesso sembra difficile e sembrerà quasi impossibile non ritrovarsi nelle condizioni di realtà come quelle inglesi, costrette giocoforza ad importare forza lavoro da altri paesi,dando vita così ad un altro paradosso, questa volta tutto italiano, per cui per anni abbiamo costretto all’emigrazione centinai di professionisti formati nelle nostre università, e fra quale anno alla naturale scadenza del corso lavorativo della generazione di cui sopra che ha saturato il mercato lavorativo saremo costretti ad importarli.
Pochi medici e professionisti della sanità per un vuoto enorme, sarà questa la visione a cui abituarci e ciò che mette a rischio il futuro della sanità. E nel settore amministrativo non sarà più facile. Il corso della storia degli ultimi decenni insegna, nostro malgrado, che proprio la parte amministrativa del settore sanità è stata quella maggiormente esposta alle scorribande di soggetti che hanno utilizzato lo strumento del lavoro quale merce di scambio per ottenere visibilità politica o peggio ancora preferenze espresse in voti.
La corruzione, il voto di scambio e il clientelismo
In alcune realtà del Sud Italia e verosimilmente anche in quelle del Centro Nord, non è difficile imbattersi in soggetti che non hanno alcuna reticenza ad ammettere candidamente che la loro occasione di lavoro sia nata proprio a seguito della conoscenza e del supporto fornito ad alcuni esponenti politici.
Il fenomeno, assolutamente da contrastare, potrebbe però ripresentarsi, proprio perché, mentre la necessità di trovare personale medico ed infermieristico sarà molto difficile, lo stesso non potrà dirsi se poniamo al centro di questa ricerca figure meno specializzate. In altre parole, fra pochissimi anni, al fine di colmare il vuoto nella parte amministrativa del settore sanitario, potremmo nuovamente imbatterci in fenomeni di scambio politico-clientelari proprio come è accaduto in passato.
Una soluzione per il futuro della sanità in Italia
Per questo urge prepararci, e preparare il terreno con strumenti di controllo atti a garantire, da una parte una crescita della formazione dei professionisti della sanità, dall’altra misure volte a contrastare pratiche di scambio che destabilizzerebbero ulteriormente il già malconcio Sistema Sanitario Nazionale.
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