Il Governo ha tradito e voltato le spalle agli infermieri. Di nuovo.

Dario Tobruk 24/12/20
A marzo di quest’anno il Presidente Conte aveva dichiarato: “Medici e infermieri. Non ci dimenticheremo di voi!” ed effettivamente i medici non sono stati per nulla dimenticati: 300€ lorde sin da subito.

Andrea Bottega segretario nazionale del NURSIND in un’intervista a Fanpage: “Nel disegno di legge era previsto un premio per medici e infermieri. Per i medici si parlava di un aumento del 27% dell’indennità di esclusività finanziata con 500 milioni, mentre per gli infermieri era prevista un’indennità di specificità finanziata con 335 milioni. Per i medici arriverà quindi un aumento di 300 euro lordi a partire da gennaio, riscuotibili nel primo stipendio dell’anno nuovo, ma per gli infermieri si parla di 70 euro lordi riscuotibili però da quando sarà fatto il contratto. Saranno compresi gli arretrati da gennaio, ma questi soldi li vedremo solo quando arriverà il contratto, in quanto l’articolo legava alla contrattazione le modalità di disciplina di questa indennità“.

Chiesti almeno quei 100€ lordi e simbolici, il governo ha preso un impegno con gli infermieri attraverso l’istituzione dell’indennità infermieristica: “Nell’interlocuzione con gli organi di governo in qualche modo ci erano stati garantiti 100 milioni in più, ma poi questi soldi sono stati dati a tutte le altre professioni. Noi siamo a poco più di 335 milioni da dividere su 270 mila infermieri. Quei 100 milioni che dovevano aumentare il nostro budget e portarci a 100 euro lordi sono stati spostati su tutte le altre professioni sanitarie che hanno ottenuto un aumento di 57 euro lordi mensili. Noi invece siamo fermi a 72 euro lordi mensili. C’è una differenza di soli 15 euro tra chi è in prima linea ed è devastato dalla pandemia e gli altri” chiosa Bottega.

Gli infermieri, lo abbiamo raccontato decine di volte, sono la categoria che più si è spesa in questa pandemia: “Abbiamo le ferie bloccate, lavoriamo con turni da 12 ore, non riusciamo più a stare dietro a tutto questo carico di lavoro. Almeno sentire che il governo ci dà un qualcosa, anche se simbolico, che ci dica che è con noi in questa battaglia. Un riconoscimento, anche se sono solo 100 euro. Se non altro si trattava di un segnale” continua il sindacalista.

Alla fine l’unico ringraziamento da parte del Governo è stato dilazionare ulteriormente il piccolo riconoscimento ottenuto. Ennesima prova di quanto questo paese non si meriti i suoi infermieri. Le parole di Andrea Bottega chiudono il discorso: “Abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa e ancora dobbiamo dare tutto a tutti? Ne abbiamo le palle piene di questa gente che promette e promette e poi dà tutto a tutti”.

“Ci rendiamo conto che il Paese è in sofferenza e che c’è gente che ha l’attività chiusa. Infatti noi nemmeno abbiamo aderito allo sciopero. Il 15 ottobre abbiamo manifestato solo per ricordare al governo, che stava scrivendo la legge di Bilancio, di ricordarsi degli impegni presi a marzo. Non abbiamo mai interrotto il servizio, e questa è la riconoscenza? Anche noi abbiamo un limite umano di pazienza, ci sentiamo traditi. Il governo ci ha girato le spalle. Ci bastava un segnale e ci è stato tolto anche quello. Non possiamo sempre immolarci per la causa“.

L’indennità infermieristica era ben altro che quello che meritavamo ma poteva essere un buon inizio. Diluire la piccola mancetta simbolica con tutte le professioni sanitarie, pur di non scontentarli, questo è un affronto.

Infermieri. Noi non ci dimenticheremo di voi” disse Conte a Marzo.

Neanche noi dimenticheremo.

Autore: Dario Tobruk (FacebookTwitter)

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

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Fonte e credit:

Dario Tobruk

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