Ricercare infermieri è sempre più difficile. E convincere i giovani a scegliere un percorso universitario che, nella migliore delle ipotesi, li porterà a essere dei professionisti squattrinati e non riconosciuti da nessuno, è ancora più complicato.
E tra disperati appelli via social (VEDI articolo Ricercare aspiranti infermieri via social: la nuova, disperata frontiera per convincere i giovani) e grandi esperti che peggiorano la situazione parlando di “lavoro oblativo” e della necessità di investire sulla “vocazione” (VEDI articolo Longo (Bocconi): “L’infermiere? Un lavoro oblativo, bisogna investire sulle vocazioni”), ecco che arriva anche l’opera di convincimento da parte dei presidenti dei corsi di laurea.
È il caso di Paolo Fabene, docente di Istologia e presidente del collegio didattico del corso di laurea in Scienze infermieristiche e ostetriche di Verona, che intervistato da Univr Magazine ha provato a spiegare ai giovani i tanti motivi per scegliere la carriera (…) da infermiere.
«Potrei rispondere ricordando la carenza di infermieri (65 mila ad oggi, 250 mila per raggiungere gli standard europei), con il conseguente rischio di tracollo del sistema sanitario nazionale in ottica futura, qualora, anche in considerazione del presente inverno demografico, non si trovassero sufficienti risorse in termini numerici e qualitativi.
Tuttavia a un giovane che sta scegliendo la professione che lo accompagnerà per tutta la vita, tale motivazione appare forse più come ricatto morale che come sprone. Dobbiamo, invece, far capire la straordinaria ricchezza di tale professione. È dinamica: le responsabilità assegnate sono sempre maggiori e riconosciute grazie alle nuove competenze acquisite.
Sono in fase di discussione nuovi ruoli, quali la prescrizione infermieristica di presidi sanitari utili nella pratica assistenziale, come presidi per l’incontinenza, protesica minore, eccetera, nonché di farmaci di uso comune, cioè quelli da banco, o farmaci per garantire la continuità terapeutica nelle cronicità.
È completa: si occupa, infatti, del paziente in tutte le fasi di vita, dal neonato all’anziano, in diversi contesti assistenziali, come gli ospedali, le RSA, il territorio (contesto ambulatoriale, domiciliare e comunitario), sia in realtà pubbliche che private, oppure come libero professionista. È poliedrica perché l’infermiere può occuparsi, tra le tante opportunità, di management, di clinica (medica o chirurgica), di ricerca e di didattica.
Ognuno può costruirsi il proprio futuro professionale. Infine, è anche appagante in quanto questa scelta formativa permette di accedere ad un percorso accademico completo. Dopo la laurea triennale è possibile iscriversi alla laurea magistrale, per poter eventualmente accedere al dottorato di ricerca, oltre ai corsi di perfezionamento e master di primo e secondo livello. Inoltre, per chi fosse interessato alla carriera accademica, è possibile accedere a concorsi per ricercatore, professore associato ed ordinario di scienze infermieristiche.
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